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DALLA TERRA ALLA LUNA: LA RICERCA…

10 Ott 17

A cura di Maria Ferretti

 
Va bene dottore … e ora che si fa?
 
Neil Armostrong e Buzz Aldrin sono due pezzi di ghiaccio rinvoltati completamente nelle loro capacità tecniche. E al ritorno stia certa non scriveranno poesie. Se ne fossero capaci , del resto non andrebbero sulla luna. E soprattutto, non ne tornerebbero indietro.”
Oriana Fallaci descrive Neil Amsstrong come un robot e prende atto che bisogna esser robot per andare sulla Luna e tornare sulla Terra.
Disse di sé che non era un romantico.
 
La Fallaci gli domandò : “allora niente gusto per l'avventura?”
Per carità – rispose – io odio il pericolo, specialmente se inutile, e il pericolo è il lato più irritante del nostro mestiere.”
“Io Mr. Armstrong conosco qualcuno che andrebbe su, anche sapendo di non tornar giù, solo per il gusto di andar su.”
Lo escludo. Se lo conoscesse, sarebbe un ragazzo. Non un adulto. Io sono un adulto.”
 
Ho sempre avuto una passione sfrenata per gli astronauti cercatori di stelle!

La ricerca è un elemento fondamentale nella vita di certi esseri umani.
La ricerca implica sempre il superamento di un limite, di qualcosa che non ci soddisfa pienamente.
La ricerca è passione nelle due accezioni: sofferenza e piacere.
Si gode quando si trova, ci si addolora quando non si è trovato.
Ma è proprio lì che il ricercatore va!
Nella direzione ostinata, quella che la maggioranza dei terrestri non intraprende perché comodi e rassicurati da quello che hanno già "la sufficienza.
In un bellissimo racconto Julian Barnes narra l'invenzione della storia della fotografia aerea, quella che cambia la prospettiva: una metafora sui vari livelli di vita che alcuni di noi decidono di vivere.
Si vive a diversi livelli di sicurezza, alcuni decidono per una vita rassicurante, dove prevale una sorta di monotonia monocromatica. Ma quando la tranquillità diventa una patologica omeostasi  il sintomo irrompe. Ed è qui che la ricerca fa la differenza.
 
Un’immagine della nostra ricerca formativa  per me poetica: uomini e donne, di tutte le età, che varcano una porticina tra profumo di pane e bottiglie di vino. Io entro ed esco da quella porta tutte le settimane e siamo in tantissimi. Tutti vaghiamo per le strade della città  con in testa diverse domande e sofferenze.
Nel vedere questo spettacolo un giorno mi sono commossa e sul mio volto un sorriso che diceva: "ecco la bellezza".


 
Eh sì, siamo astronauti dell'inconscio, viandanti dell'anima.
Chi non sa domanda se siamo pazzi a spendere tempo e denaro (denaro sottratto ad altro denaro in funzione delle possibilità), per curarci-interrogarci.
L’affermazione classica è che "abbiamo buon tempo", ecco, in verità, vi dico che "quello" è un tempo speso bene, speso "in tempo".
E' il tempo che ci permettiamo o ci impone, in certi attimi, la nostra esistenza come la morte, la separazione, la malattia.
Ma sappiate voi laggiù che questo è il tempo della vita di senso perché a differenza di animali e vegetali il mondo umano è il mondo della domanda di senso.
Non tutti possono cercare ma noi cerchiamo anche per gli altri.
 
Che succede ad ogni scoperta?
Di solito gioia, stupore, eccitamento e poi? Bene, dottore, ora che si fa?
Quante volte da analista e da paziente abbiamo detto ciò.
Come si traduce la scoperta nella nostra vita?
Ebbene si traduce in una "scelta".
La ricerca è scelta.
La scelta è cambiamento .
Questo è ciò che ci differenzia e che ci rende tremendamente "lucidi" nello stare seduti ad ascoltare e credere nel cambiamento possibile.
Ad un certo punto la scelta sta "nel credere", in un atto di fiducia nelle buone scelte per noi. Mai facile, perché forze centrifughe ci portano irresistibilmente lontani dalla terra.
Dalla terra alla luna, dalla luna alla terra.
Si parte dalla madre e si torna alla casa del padre .
Per me padre è corrente di tenerezza, è stima, rispetto, abbraccio e riconoscimento dell'uomo-donna, di colui-colei che ha passione e che continua incessantemente la "ricerca".
Coloro che cercano, coloro che hanno passione, vivono sulla propria pelle le scelte e rappresentano un'etica incarnata.
Prendersi cura di un altro è un compito alto, difficile che ci mette in una posizione di grande responsabilità.
In analisi si apprende che la prima responsabilità l'abbiamo verso noi stessi. Assumersi le responsabilità è un grande risultato analitico che non si deve tradurre in un atteggiamento da robot della psiche  o da chirurghi del cervello.
 
Ma dottore ora che si fa?
 
Fondamentale… tuta, ossigeno e imbrago.
Essere imbragati, essere agganciati permette di non perdersi nello spazio permette piccole esplorazioni alla volta. Non lunghi viaggi, ma piccoli per abituare il corpo a "resistere alle correnti gravitazionali".
Da soli lassù si muore a meno che Houston ci guidi fino a terra.
 
Una parola da sola può mettervi sulla strada, una  seconda  parola  può turbarvi,  la  terza  vi  getta  nel  panico. A partire dalla quarta, è la confusione assoluta. 
Il  logos  era  anche  l’azione. È divenuto la paralisi. La  parola  non  rivela  più.  La  parola chiacchiera. La parola è letteraria. La parola è una  fuga.  La parola  impedisce  al  silenzio  di  parlare.  La parola assorda.  La parola  consuma  il  pensiero.  Lo svilisce. 
La  garanzia  della parola  deve  essere  il  silenzio. 
Ahimè!  Che  civiltà!  È l’inflazione  della parola”.  (Ionesco, Journal en miettes)
 
E allora silenzio, parla il paziente.
 
 
 
Franco Loi è poeta per me del riverbero poeta dei suoni, poeta della melodia dialettale, della lingua d'origine. Lì dentro c'è tutto: madre e padre. Poeta melting pot. Un vero signore leggero e delicato. Una poesia che si sente un uomo che sente.
Loi increspa la pelle e fa tremar le ossa con le sue parole che sembrano immagini.
Le poesie di Loi sembrano fatte di sostanza e si possono toccare.
Toccanti e riverberanti.
Aria, tempo, spazio, memoria: tanti i temi del suo parlarci.
Temi dell'esistenza dell'esserci, impastati, sapientemente, da mani d'uomo.
Parole che profumano .
La poesia di Loi impegna la respirazione, dilata i polmoni e fa entrare la vita.
E allora inspiri-amo e andiamo alla ricerca!
 
Forse ho tremato come di ghiaccio fanno le stelle,
no per il freddo, no per la paura,
no del dolore, del rallegrarsi o per la speranza,
ma di quel niente che passa per i cieli
e fiata sulla terra che ringrazia…
Forse è stato come trema il cuore,
a te, quando nella notte va via la luna,
o viene mattina e pare che il chiarore si muoia
ed è la vita che ritorna vita…
Forse è stato come si trema insieme,
cosí, senza saperlo, come Dio vuole…

 

***************
Forsi û tremâ cume de giass fa i stèll,
no per el frègg, no per la pagüra,
no del dulur, legriâss o la speransa,
ma de quel nient che passa per i ciel
e fiada sü la tèra che rengrassia…
Forsi l’è stâ cume che trèma el cör,
a tí, quan’ne la nott va via la lüna,
o vegn matina e par che ‘l ciar se mör
e l’è la vita che la returna vita…
Forsi l’è stâ cume se trèma insèm,
inscí, sensa savèl, cume Diu vör…

 

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2 Commenti

  1. maveardo

    Ho trovato questo testo
    Ho trovato questo testo veramente commovente e magistrale. E pur non conoscendo a sufficienza l’opera e la poetica di Franco Loi ho sentito un afflato che spinge ad approfondire, a conoscere. Quindi centra il suo obiettivo. E di questo non posso che essere grato all’autrice. Molto appropriate le osservazione sulla faticosa convergenza fra psicoterapia e poesia, fra cura dell’anima e cura della meraviglia del mondo. Sulla responsabilità etica ed estetica a cui non possono sottrarsi coloro che si prendono la responsabilità della cura degli altri e dell’attenzione alle esistenze degli altri e delle cose del mondo. E della cura delle parole come antidoto alla non corruzione del linguaggio che sfigurato o soffocato, anche dall’eccedenza, ci porterebbe, come diceva Auden, a proposito di poesia, nella barbarie della violenza. Quindi la parola che sorge dalla quiete del silenzio(Heidegger), ma senza la quale nessuna cosa può esistere. Quindi la parola come dimensione della presenza nel mondo, come domanda di senso, come passione di infinita ricerca. Tante cose verrebbero da dire ma il testo è sicuramente un sentiero con cuore, dove potersi incamminare con fiducia e speranza. Grazie!

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  2. admin

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    Grazie per ciò che farete, grazie dell’attenzione

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