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AMORE ORIZZONTALE

4 Set 18

A cura di Maria Ferretti

Quando la nostra missione è quella di svegliare, si comincia col lavare se stessi nel fiume.
 Rene Char

 
 

«Moriremo lontani è la mia prima poesia. La scrissi in una notte così stanca…Se ti capita di trovarti nei Musei Vaticani, vedrai nella sala egizia una custodia di vetro con dentro i corpi di due bellissimi giovani. E sopra quella coppia millenaria, che è l’immagine stessa dell’amore, c’è un cartello: “Non erano uniti da alcun vincolo familiare”». Un anno dopo le scrive: «Ho chiamato mio padre e siamo andati ai Musei Vaticani. Tu sai, non è vero, a chi volevo far visita! Ma ci crederai: li hanno separati! Nella sala tranquilla che curva intorno al cortile, ora le teche sono due! A vederle il mio cuore si è diviso con loro…nel Moriremo almeno, sono uniti per sempre».
 Cristina Campo, La tigre assenza, Adelphi 1991– pag.289

 
Moriremo lontani. Sarà molto
se poserò la guancia nel tuo palmo
a Capodanno; se nel mio la traccia
contemplerai di un’altra migrazione.
 
Dell’anima ben poco
sappiamo. Berrà forse dai bacini
delle concave notti senza passi,
poserà sotto aeree piantagioni
germinate dai sassi…
 
O signore e fratello! ma di noi
sopra una sola teca di cristallo
popoli studiosi scriveranno
forse, tra mille inverni:
 
«nessun vincolo univa questi morti
nella necropoli deserta».
 

 
 
Ma cos'è un amore orizzontale?
Un'amore con un orizzonte, con un fine, a fine.
Un'amore con ricordo.
Devo scordarti per ritrovarti sotto forma altra.
Devo scordare tutto.
Appropriarmene  del ricordo fino in fondo in un gioco incandescente scottarmi e rimanere come piaga da decupito .
A stare stesi sul lettino le piaghe si formano di una tale profondità che l'osso si rompe .
Ma l'amore va dimenticato per ritrovarselo sotto mentite spoglie.
Lasciarsi e' sempre faticoso, lasciarsi e' ultimo atto di un' analisi .
Un atto unico forse il più  importante dopo il primo quello dell'entrata.
Potremmo dire che l'analisi è preparazione a questo "andarsene da come eravamo".
Come si fa a lasciarsi Dottore?
Ci si lascia perché non è vero , transfert.
Ci si lascia perché non si può , incesto.
Ci si lascia perché non si è corrisposti, amore vero.
No!
Ci si lascia perché amare e' orizzonte, possibilità di vera vita, di vita non sognata ma vissuta.
La voglia di vivere e' ciò che lascia l'amore orizzontale.
Il lettino ci lascia ad un amore verticale fatto di gambe ed erezioni.
Sta l'amore orizzontale .
Sta!

Joel Witkin the kiss

Bisogna andarsene proseguire la dove si è persa la traccia o tutt'al più cambiare rotta.
Andarsene non voltarsi indietro!
Orfeo stavolta non deve girarsi deve proseguire e portare fuori i resti dell'amata.
Cervicale dell'anima.
Lutto.
e memoria.
La recuperi dopo innumerevoli anni.
Ti svegli ed un giorno quello che sta sotto coperta fuoriesce come quando apri una bara gonfia di anni.
Le bare contenitori orizzontali.
Depositi di ossa e cenere.
Depositi di memorie che non ci sono più .
Svanisce il volto la voce l'odore .
Rimangono fili d'erba nel cemento.
Non c'è più nulla di noi forse una forma, ombre.
L'ultimo atto di una buona analisi e' esser pronti a morire.
Alla fine ce la fanno tutti,
a morire.
 E' cosa certa. Morire per andare via da qui, via da me e da te.
Puzza di morte il transfert.
Mi raccomando chiuda bene la porta, Dottore.
Prima di andarsene però dobbiamo aprirle tutte e tutti e due.
Ce ne andiamo guardandoci negli occhi.
Ci separiamo?
Prendiamoci la distanza che ci spetta.
Lo spazio che ci appartiene. Ad ognuno la propria bara.
Non c'è lutto senza "memoria" senza "traccia".
E come d'incanto dopo anni di amnesia arrivano da lontano tracce di te, di come eravamo.
Eravamo piccoli, esposti, contorni e profili dolci.
Da un' anta i tratti in ombra ora affilati
spigolosi i profili.
La sensazione straziante di un ricordo che e'solo rimasto.
Ceneri con forme.
Si può piangere, si può .
Acqua non angosciata, pianto senza buco perché li ci sono le memorie.
L'eredità e' solco tracciato. Quasi puòi smettere di pensare.
Dolore sopportabile il tuo peso.
Corpi chiusi non imbruttiti ma duri legnosi. Forse più profumati, intensi.
Il tempo ora e' senza ritorno.
Il tempo ora e' questo e quello.
Il tempo ora' e' deserto.
L'ultimo atto di una cura di te e' fermarsi lì dove sei .
Fenomeno di abituazione a te stesso, sopportazione del male, resistenza .
Ma l'analisi come la poesia e' rivelazione.
Preparazione a morire tutti i santi giorni, preparazione a vivere, preparazione a resistere, preparazione alla di-ascesa .
Lasciare andare i ricordi significa farli entrare dalla via principale ovvero sentirli tutti fino in fondo
Il bello  e il brutto.
La pulsione di vita spinge per entrare, sembra più forte .
Sensazione di resa alla vita che vive.
La vita vuol vivere questa è la rivelazione.
Ha anima propria, forza, spinta.
Ma sono le tracce che lasciamo ad esser vive come fiume essiccato che si riempie.
I solchi sono spazi che contengono.
Solo loro permettono lo scorrere.
Solo il riaccesso alla memoria fa ripartire la vita.
Non e' elaborazione del passato ma semplicemente esser tornati nel luogo esatto in cui ti sei perso e poter rintracciare ciò che di te è ormai ombra.
Arrivare fino al punto in cui siamo scomparsi, io e te.
Senza ricostruzioni inutili, in assenza di interpretazioni .
Li si sta e forse sei arrivato.
Puoi stare fermo e guardare te e l'altro.
Non e' paralisi ma ciò di più vero che esista. Il fatto.
Lo guardi con spessore, quasi lo tocchi. Spettatore in diretta dalla tua vita.
Comprensione fulminea.
La possibilità ha limite, la seconda rivelazione.
Il limite della nostra pelle,
Solco impresso irrimediabilmente dal tempo.
 Attraversare, non c'è alternativa.
Certo sollievo dall'idea che l'attraversamento comunque porti all'uscita e alla pace di una fine.
Attraversare le incognite della giornata, giocare un po' d'azzardo.
Divertirsi con il fato. Prenderlo per le corna. Prenderlo per il culo.
Torcere quella sostanza che e' la morte, la sparizione della materia.
Alcuni di noi per inevitabili traumi lo sanno da sempre che oggi ci sei e domani chissa'.
Il lusso di una buona analisi è pensare che avremo più giorni davanti, non più un H 24.
Allora si può procedere di 48 ore in 48 ore per vette orizzontali.
 
ADDIO di J. BRODSKIJ
 
Addio,
dimentica
e perdona.
E brucia le lettere,
come un ponte.
E che sia il tuo viaggio
coraggioso,
che sia dritto
e semplice.
E che ci sia nell’oscurità
a brillare per te
un filo di stelle argentato,
che ci sia la speranza
di scaldare le mani
vicino al tuo fuoco.
Che ci siano tormente,
nevi, piogge
e lo scoppiettio furioso della fiamma,
e che tu abbia in futuro
più fortuna di me.
E che possa esserci una possente e splendida
battaglia
che risuona nel tuo petto.
 
Sono felice
per quelli che forse
sono
in viaggio con te.

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