«Io, che ho sentito il tuo dolore, non potrò mai più farti del male»
Maria Grazia Calandrone
«Ma il mio amore non smette»
Maria Grazia Calandrone
Non toccarmi, non sono questa cenere
né la salvezza
della carne viva
non la rosa
ma il canto
di una cosa.
Non toccarmi, non sento più dolore
dell’oggetto composto in tutti i sensi
da superfici: strati
di bianco
fino nel buio della profondità, steli d’aria
dal cuore che è
statue in elevazione
uno stato di cose senza sguardo.
Non toccarmi, non ho più intelligenza
dell’albero che ciecamente frutta.
Ho sentito qualcosa che sovrastava.
Ho sentito che siamo incorruttibili.
Ecco allora i bambini
monumenti alla gioia
del corpo quando è forte
più del dolore, monumenti su coppe di silenzio
e un rumore di botole su lastre bianche.
Non toccarmi, sono la pietra bianca
e l’animale sotto la sua luce senza oggetto
e la parte profonda del cielo come una tunica di rovi
e il ruotare dei rovi.
Sotto il sasso c’è un rivolo di sangue, un insetto
senza speranza
e senza dolore
ma il suo canto si spegnerà per ultimo.
Non toccarmi, ho sognato che in cielo
ruotavano i pianeti e io tra quelli
portavo il cuore
esposto, perché la terra è piccola per il dolore
ma qualcosa perdeva sangue, ancora.
Il bene morale (Crocetti, 2017)
Odio la scissione!
Ode alla scissione !
Odo la scissione .
La sento in tutto il suo lacero odore.
Due seni, due rive , due occhi,
Si spacca sempre in due la verità .
Qualcuno la fa verticale qualcuno orizzontale qualche volta e' lucida altre confusa.
Poco importa la scissione e' taglio, Spaltung.
Distanza incolmabile!
C'è poco da dire, c'è tanto da girarle attorno.
La soluzione? costruirle un cerchio che la tenga dentro e fuori.
Passare da un' identità all'altra in modo lucido, il corpo che vomita e rigetta.
A rigetta B e B rigetta A, è star su barca mai stabile.
Scissione e' mal di mare, sistema vestibolare tratto in inganno.
Disperazione confusione, non saper collocare la parola ad un volto l'affetto al nome proprio.
Dottoressa ma sarà vero A o B?
Più la conosci e più ti abitui ad una sorta di posizione ondeggiante, più la conosci e più ti rendi conto che non esiste rammendo ma solo buco.
La desolazione il deserto di chi non possiede la possibilità di delimitare l'area frantumata e che in qualche modo rimane senza una forma.
La desolazione dell'orecchio prestato ad un suono senza fine, lamento senza senso.
Ascoltare la scissione provoca nei Dottori un giramento di testa quasi angoscia.
Che forma darle?
In analisi cerchiamo di "riformare questo meccanismo e quel che si può osservare e' che c'è un cerchio che la cura riesce a fare e che chiamerò l'altro della cura che ci tiene a tenerci.
L' Altro della cura non ci rigetta a mare come un corpo estraneo.
Scindere in fondo e' rigettare.
Rigetto l'intero su cui cade il panico, la paura, il terrore.
L'oggetto del desiderio e' angoscia, totale assenza. Lo zero assoluto.
Potremmo paragonarla ad un gruppo sanguigno RH negativo, la scissione.
Donatori universali ma riceventi solo dallo stesso gruppo, i portatori sani.
La vita te la tiene insieme chi è stato rigettato a sua volta.
Collega zero negativo!
Lama lucida verticale ,attraversa tutti i sistemi conscio inconscio preconscio.
Sbigottiti, frastornati dalla lama che ci divide i due.
Come faccio a pensare il pensiero A, sentirlo e poi passare a B senza il ricordo di A.
La memoria si cancella.
Split brain!
Più ampia la distanza tra una riva e l'altra più mostruoso e' stato l'incontro con l' esistenza.
Prova di impatto.
Follie lucide sono le scissioni.
Curare e' fare cerchio.
Curare e' aver passione della compassione .
Da uomo a uomo e' intollerabile il dolore che l'altro ci consegna.
Da analista a paziente non posso tollerare che ciò che ha provocato la tua sofferenza ricada come spada che ti taglia in due e che ti consegni all'angoscia eterna.
Mi arrabbio da Dottore come Gesù si arrabbia da uomo quale è verso il lebbroso a cui tende la mano per liberarlo.
Va in collera L'uomo che non capisce perché tanto dolore. Si arrabbia.
Le passioni sono le reazioni umane di identificazione con l'altro,un certo "non ci sto a questa tua sofferenza" .
La passione di chi cura alleggerisce chi soffre da un peso che e ' sempre colpa .
Colpa associata ad un pensiero di punizione per qualcosa che si è subito.
Nessuno si merita la LEBBRA , nessuno merita una testa a meta'.
Il dolore è talune volte profondamente ingiusto.
Viene da gridarlo al tuo paziente che non ha colpa, che e' stato solo massacrato ma non può sentirci perché c'è una economia del dolore. Vince un cervello a metà perché unirlo forse per alcuni significherebbe morirci di dolore.
Meglio un vivo morto. I lebbrosi erano definiti corpi morti, e tenuti a debita distanza erano obbligati comunque ad un grido per segnalare la loro presenza. Un suono per identificarsi come morti.
Dead man walking uomo morto che cammina.
Isolare il meccanismo, delimitare il buco, circoscrivere lo strappo.
Mettere delle bandierine di segnalazione.
Luci di atterraggio ed emergenza.
Mutilati nell'animo si definisce un paziente descrivendo la sua tara.
La scissione e' "lebbra secca", lebbra non contagiosa.
La carne aperta non piace a nessuno. Pochi si avvicinano.
Santi, eroi, impavidi umani, macellai.
Lebbra psichica la scissione.
Reggerla, veder oltre la deformazione che provoca .
Il Dottore deve riuscire a percepire il volto che portavi in dotazione alla tua nascita.
Tenere la barca stabile in preda sempre alla confusione il tuo ed il suo vissuto.
Lo sguardo dell'Altro, la paura.
Il contatto,il corpo a corpo.
Un mondo a due rive il mondo tra lebbrosi.
Due labbra, due occhi, due mani.
Chi amerebbe un lebbroso davvero?
Il primo che chiede e' lo stesso che porta il taglio sulla pelle.
Io ferito nella carne posso amarmi?' se non riesco neanche a sostenere il mio sguardo.
Guardarsi le proprie carni macere e reggere il proprio sguardo?
La pazienza del contadino che aspetta nonostante il maltempo, la pazienza di una madre accanto alla malattia di un figlio, la pazienza dell'analista che sa' sulla pelle la complessità dell'esser umano.
Essere un umano e' proprio difficile.
Essere umani e' essere.
Essere e' insieme.
Tollerarsi tra simili, rassicurarsi che siamo un po' lebbrosi tutti e che qualcuno e' messo peggio ma sempre essere umano e'.
Riportare la ferita su un continuum ci getta sulla stessa linea, una direzione.
Sapere di esser sulla stessa traiettoria almeno ci restituisce un po' di dignità un po' di buona visione della carne macera.
Corpo estraneo l'analista!
Corpo straniero accanto al tuo.
Io ti rigetto nel nome del padre e della madre che non ho avuto.
Ti rigetto, ti rimetto al mio peccato. Il peccato e' la mia nascita.
Ti rigetto migliaia di volte , ti devo mettere alla prova voglio vedere se mi tieni lo stesso nonostante la lebbra.
Un corpo estraneo e' la lebbra che ti senti dentro,un grumo di sangue andato a male , un principio di ischemia. Un trombo.
E' la' in fondo da qualche parte.
Disperso.
Non so perché la mente faccia così forse una punizione divina,forse una colpa.
Ma di cosa ho colpa?
Che colpa avevano i lebbrosi se non quella di non credere che Dio li avrebbe salvati.
La colpa di non aver creduto al bene dell'altro.
Lo sguardo muto, un foglio su cui il sangue scorre in silenzio.
Colori il foglio di rosso bambina mia, nulla traspare ad occhio nudo solo al traduttore e' tutto chiaro: putrido dolore.
Porti Dottore il peso del corpo estraneo un peso morto in decomposizione.
Prendi tutto il mio corpo estraneo, divoralo spazzalo via portami nelle cavità accoglienti del senso e della traduzione .
Un corpo estraneo fa spazio.
Una sacca una risacca un sacco.
Sacco nella sacca.
Ascesso.
Devi infettare lo spazio circostante per uscire.
La forza propulsiva per espellerlo un conato.
Batteri per poter scoppiare.
Scoppiare di dolore e di rabbia, pulire la zona circostante.
Non so se riesco ad andare avanti così in questa centrifuga di pensieri, Dottoressa!
Disinfettare dolcemente attraverso la traduzione unica risposta ad una domanda straziante.
Un corpo estraneo, un corpo per forza tenuto nel grembo.
Corpo che parla quello di un bambino andato a male, liquefatto nel mare del silenzio.
Dottore traduci il corpo che non parla, il corpo confuso.
La bambina' muta parla con il gesto, con l'atto.
All'uscita del corpo il corpo e' estraneo a se stesso.
Prima corpo nel corpo, corpo del corpo.
Poi, forse il corpo ti appartiene.
Fare corpo di brandelli stracciati dalla lama lucida della follia adulta, talvolta il nostro mestiere.
Non sono mai stato così solo,
una buona condizione per innamorarsi o perdersi.
Mi sono innamorato,
non della prima, dell'isola,
ma della sorella, sedici anni,
Spaventosa di volontà e bellezza.
Aveva mani spellate da un malanno, il solo che ho amato.
Veneravo quelle dita screpolate, rosse, indolenzite,
non l'ha creduto mai.
Fosse stata lebbra gliel'avrei leccata per appiccicarmela alla lingua,
fosse stata morte l'avrei voluta io.
Meno di questo, l'amore non è niente.
"Il contrario di uno" di Erri De Luca
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