Perché i singoli depressi, pur con la stessa gravità apparente della sintomatologia, rispondono in modo così diverso al trattamento antidepressivo? Ad un estremo si colloca la persona che pare essere stata colpita da tutte le possibili sventure (anziano, vedovo, abbandonato dai figli, pieno d’acciacchi, povero) per cui, però, bastano un trattamento farmacologico neppure troppo intenso ed alcuni colloqui per fargli recuperare un’esistenza abbastanza vivibile. All’estremo opposto si colloca la persona oggettivamente fortunata (giovane, bello, ricco, intelligente, amato dagli amici e dalle donne) che, tuttavia, non risponde neppure ad un trattamento farmaco-psicoterapico intensivo; e sono descritti anche, purtroppo, casi di suicidio. Sicuramente contano la maggiore o minore fragilità costituzionale, una predisposizione su base genetica e l’assetto neurobiologico che ne consegue. Tuttavia sarebbe uno sbaglio ignorare quelle risorse della mente (talora nascoste) che, se riattivate, sono in grado di retroagire sul loro substrato biologico, correggendone le alterazioni e restituendo al paziente una vita abbastanza degna d’essere vissuta. Come sempre, i grandi Artisti, con il loro linguaggio, sanno anticipare quel che l’indagine clinica accerterà anche dopo secoli. Shakespeare, nel sonetto XXII, ci offre una splendida illustrazione della preziosa risorsa interiore alla base del riguardo per se stessi. Ne cito alcuni versi:
For all that beauty that doth cover thee,
Is but the seemly raiment of my heart,
Which in thy breast doth live, as thine in me,
How can I then be elder than thou art?
O therefore love be of thyself so wary
As I not for myself, but for thee will,
Bearing thy heart which I will keep so chary
As tender nurse her babe from faring ill…
(Poiché tutta la bellezza esteriore che ti ricopre / non è che la veste adatta del mio cuore, / il quale vive in petto a te così come il tuo in me; / come dunque potrei essere più anziano di te? / Abbi perciò riguardo verso te stesso, amore mio, / come io, per amor tuo – e non per me – ne avrò / custodendo il tuo cuore con la stessa cura /che la tenera nutrice usa per il suo bimbo, proteggendolo dal male)
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