Proprietà Antipsicotiche
La ricerca sia negli animali che nell'uomo indica che il cannabidiolo (CBD) ha proprietà antipsicotiche. Gli autori hanno valutato la sicurezza e l'efficacia della CBD in pazienti con schizofrenia. In uno studio in doppio cieco a gruppi paralleli, ai pazienti con schizofrenia veniva somministrato CBD (1000 mg / die, N = 43) o placebo (N = 45). I partecipanti sono stati valutati prima e dopo il trattamento utilizzando la Positive and Negative Syndrome Scale (PANSS), la Brief Assessment of Cognition in Schizophrenia (BACS), la Global Assessment of Functioning scale (GAF), e la improvement and severity scales della Clinical Global Impressions Scale (CGI-I and CGI-S). Dopo 6 settimane di trattamento, rispetto al gruppo placebo, il gruppo che aveva assunto CBD presentava livelli più bassi di sintomi psicotici, un miglioramento globale nelle scale ed anche mostrato maggiori miglioramenti rispetto al gruppo di controllo nelle performance cognitive. IL CBD (cannabidiolo) era ben tollerato e il tasso di eventi avversi era simile al gruppo che aveva assunto il placebo. Questi risultati suggeriscono che il CBD ha effetti benefici nei pazienti con schizofrenia. Poiché gli effetti del CBD non sembrano dipendere dall'antagonismo del recettore della dopamina, questo componente può rappresentare una nuova classe di trattamento per il disturbo.
(McGuire, P., Robson, P., Cubala, W. J., Vasile, D., Morrison, P. D., Barron, R., Taylor, A.,… Wright, S. (March 01, 2018). Cannabidiol (CBD) as an Adjunctive Therapy in Schizophrenia: A Multicenter Randomized Controlled Trial. American Journal of Psychiatry, 175, 3, 225-231.)
Effetti Neurologici, neuroprotettivi e anticonvulsionanti
Il cannabidiolo (CBD) è uno dei principali metaboliti secondari della cannabis privo degli effetti psicoattivi del THC (delta-9-tetra-hydrocannabinol). È un composto che ha un ampio spettro di potenziali proprietà terapeutiche, tra cui effetti neuroprotettivi in numerose condizioni patologiche. La neuroprotezione del CBD è dovuta alle sue attività antiossidanti e antinfiammatorie e alla modulazione di un gran numero di bersagli biologici del cervello (recettori, canali) coinvolti nello sviluppo e nel mantenimento di malattie neurodegenerative. Sono stati esaminati studi clinici e di laboratorio sul ruolo potenziale della CBD nel morbo di Parkinson (PD), nella malattia di Alzheimer (AD), nella sclerosi multipla (SM), nella malattia di Huntington (HD), nella sclerosi laterale amiotrofica (SLA), nell'ischemia cerebrale. Le evidenze pre-cliniche dimostrano in gran parte che il CBD può produrre effetti benefici nei pazienti con AD, PD e SM, ma il suo impiego per questi disturbi necessita di ulteriori conferme da studi clinici ben strutturati. La dimostrazione del CBD con attività antiepilettica è supportata da recenti studi clinici su soggetti epilettici resistenti a farmaci antiepilettici standard. Mostra quindi il suo potenziale utilizzo in bambini e giovani adulti affetti da epilessia refrattaria al trattamento. In conclusione sembra che il cannabidiolo riesca a dimezzare le crisi convulsive mensili. Nei pazienti con epilessia resistente al trattamento, l'aggiunta di cannabidiolo (CBD) a un regime farmacologico antiepilettico di routine è un'opzione terapeutica favorevole ed efficace. Sono anche questi i risultati di un'analisi di un programma di trattamento ad accesso allargato (Expanded Access Program, EAP) pubblicata sulla rivista Epilepsia.
(Mannucci, C., Navarra, M., Calapai, F., Spagnolo, E. V., Busardò, F. P., Cas, R. D., Ippolito, F. M.,… Calapai, G. (January 01, 2017). Neurological Aspects of Medical Use of Cannabidiol. Cns & Neurological Disorders Drug Targets, 16, 5, 541-553. – Szaflarski JP et al. Long-term safety and treatment effects of cannabidiol in children and adults with treatment-resistant epilepsies: Expanded access program results. Epilepsia. 2018 Aug;59(8):1540-1548.)
Effetti Ansiolitici
Il Cannabidiolo (CBD), un costituente della Cannabis sativa, è una sostanza farmacologicamente ad ampio spettro che negli ultimi tempi anni ha attratto l'interesse crescente come trattamento per una vasta gamma di disturbi psichiatrici. Lo scopo della revisione attuale è determinare il potenziale del CBD come trattamento per disturbi ansiosi, valutando le prove da studi preclinici, sperimentali, clinici ed epidemiologici. Abbiamo trovato che le prove precliniche esistenti sostengono fortemente il CBD come trattamento per il disturbo d'ansia generalizzato, disturbo di panico, disturbo d'ansia sociale, ossessivo-compulsivo e disturbo da stress post-traumatico se somministrato in acuto. La ricerca ha studiato in totale 49 studi elettivi ricavandoli da MEDLINE (PubMed), PsycINFO, Web of Science Scopus e il database Cochrane Library pubblicati fino al 1 ° gennaio 2015, utilizzando il termine principale di ricerca cannabidiolo associato ad ansia, panico, disturbo ossessivo compulsivo, fobia sociale e disturbo post traumatico da stress. La CBD ha un ampio spettro farmacologico, comprese le interazioni con diversi recettori noti per regolare la paura e comportamenti ansiogeni, in particolare il recettore cannabinoide CB1 e il recettore della serotonina 5-HT1A. I fattori ambientali stressanti e traumatici hanno una grande importanza per la slatentizzazione dei disturbi d’ansia e per lo sviluppo del disturbo post traumatico da stress. Il CBD se somministrato per via sistemica riduce gli aumenti acuti della frequenza cardiaca e della pressione arteriosa indotta da situazioni stressanti. Questo effetto ansiolitico perdurava anche fino alle 24 ore. Il CBD ha addirittura dimostrato di essere in grado di estinguere i condizionamenti comportamentali e situazionali correlati alla paura. Nel complesso, le prove precliniche esistenti in questa metanalisi sostengono fortemente il potenziale del CBD come trattamento per i disturbi d'ansia avendo effetti rilevanti e terapeutici con azione ansiolitica anche a lungo termine, aggiungendo effetti contro l’ossessività e la compulsività, riduzione dell'arousal, riduzione della pressione arteriosa e la diminuzione della paura condizionata favorendone la sua estinzione.
(Blessing, E. M., Steenkamp, M. M., Manzanares, J., & Marmar, C. R. (October 01, 2015). Cannabidiol as a Potential Treatment for Anxiety Disorders. Neurotherapeutics: the Journal of the American Society for Experimental Neurotherapeutics, 12, 4, 825-836.)
Sicuramente le evidenze scientifiche attuali sono importanti e devono essere confermate da futuri e rigorosi studi aggiuntivi. Quello che non deve sviarci dagli utilizzi clinici è il fattore legalità. Le autorizzazioni dei vari Stati non c’entrano nulla con l’efficacia o la pericolosità di qualunque sostanza. Tutto deve essere ponderato in scienza e coscienza e sempre nel rispetto della salute dei nostri pazienti e delle linee guida nazionali. L’evidence-based ed il metodo scientifico devono essere le nostre priorità con fatti e misurazioni oggettive. Le opinioni rimangono appunto opinioni. In fine, la stretta collaborazione di psicologi per la terapia psicologica e psichiatri per la terapia farmacologica possono dare sicuramente il miglior risultato possibile per il benessere e la salute dei pazienti.
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