Autore: Nawal Al-Sa'Dawi
Traduttore: Stefania Dell'Anna
Editore: Fandango Libri
Pagine: 106
Prezzo: 14,00 Euro
Nawal Al-Sa'Dawi, donna, medico, psichiatra, è una figura di spicco del femminismo arabo e una penna fra le più celebri del mondo. E' nata 88 anni fa in un piccolo paese non distante dal Cairo in una tipica famiglia egiziana del secolo scorso: nove figli (lei è la secondogenita), stampo fortemente patriarcale, rigide regole vecchie di secoli, assoluta preminenza della figura maschile. Nessuna di queste premesse avrebbe lasciato presagire una laurea in medicina, un incarico come Direttore della Sanità Pubblica al Cairo e la pubblicazione di oltre 40 libri che, nel corso degli anni, sono stati tradotti in 20 lingue.
"Memorie di una donna medico" è il racconto retrospettivo della sua vita. La testimonianza di una ribellione portata avanti senza indugi e a qualunque costo.
" E imparai che la paura condanna alla sconfitta, mentre la vittoria si ottiene solo con il coraggio".
L'autrice da voce alla sua rabbia di bambina che sperimenta l'emarginazione e la diversità, racconta le prime opposizioni, le prime manifestazioni di una volontà che non avrebbe mai piegato.
"Sono entrata in conflitto con la mia femminilità molto presto, prima ancora di diventare una donna, prima ancora di scoprire qualcosa su di me, sul mio sesso e sulle mie origini"
"Allora sapevo soltanto che ero una bambina, come mia madre ripeteva tutto il santo giorno. E la parola bambina pree me significava una sola cosa: che non ero un bambino, non ero come mio fratello".
Il libro assume le caratteristiche del memoriale quando L'Autrice racconta la sua esperienza soggettiva, gli episodi più significativi della sua vita, ma sembra diventare un'opera critica, un saggio, quando la scrittrice si apre ad ampie riflessioni sull'assetto sociale evidenziandone le criticità e le ipocrisie.
"La società che diffondeva canzoni d'amore e passione non era la stessa società che allestiva la forca per tutti coloro che cedevano all'amore e alla passione? Che pena mi facevano, tutti quanti: erano al contempo vittime e carnefici".
Con una prosa incisiva, dura, rabbiosa, spietata ma anche profonda e delicata, Nawal Al-Sa'Dawi regala ai lettori un documento di grande valore storico e sociale, un documento imperdibile sui concetti universali di libertà e uguaglianza.
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