Oggi, domenica 7 luglio 2019, sulle edizioni locali di due quotidiani (Genova e Lecce) sono pubblicate due interviste ad altrettanti volontari di Avvocato di Strada (http://www.avvocatodistrada.it), a seguito di due episodi di cronaca: a Genova la sanzione di 200 euro ad un senzatetto che dormiva in strada, a Lecce la sentenza (l’ultima della serie) del Tribunale che ordina l’iscrizione all’Anagrafe dei residenti di uno straniero richiedente protezione internazionale munito di permesso soggiorno, smontando così ancora una volta il Decreto Sicurezza salviniano.
Questa sera, al TG3, intervista al Presidente e fondatore di Avvocato di Strada, l’Avv. Antonio Mumolo, sulla battaglia per la residenza.
Sono settimane che accade che uno o più volontari Avvocati di Avvocato di Strada vengono intervistati sui quotidiani, alle radio, in TV, nelle varie città grandi e piccole dove l’Associazione è presente.
Si potrebbe dire che è un grande successo per una associazione che oramai conta 54 sportelli aperti in altrettante città grandi e piccole, che nel 2018 ha curato gratuitamente 3945 pratiche legali, che ha impugnato più volte vittoriosamente odiosi provvedimenti delle Amministrazioni locali che proibivano la sosta o l’accattonaggio non molesto, provvedimenti che avrebbero reso illegale, fosse stato ancora vivo, l’elemosina richiesta da San Francesco stesso.
Ed è sicuramente così, è la testimonianza di una formula associativa e solidaristica, quella di Avvocato di Strada, vincente e (purtroppo) necessaria.
Ma c’è appunto il drammatico rovescio della medaglia. Tranne poche eccezioni (la decisione del Comune di Padova di disapplicare il Decreto Sicurezza nella parte relativa all’iscrizione anagrafica dei richiedenti protezione, ad esempio), Avvocato di Strada viene citata a causa dell’assurda guerra ai poveri promossa da molte amministrazioni locali. Che non si preoccupano della povertà, ma solo di nasconderla, allontanarla dai veri o pretesi salotti buoni delle città, di colpire con divieti, sanzioni, allontanamenti forzati i senza dimora. In triste coerenza con una politica nazionale che elargisce salari e pensioni di cittadinanza per pochi, tra i quali non sono presenti, perché privi di residenza, i senza dimora. Una politica che si occupa di confiscare navi, erigere muri, gettare nella clandestinità migliaia di migranti, di far torturare in Africa del nord ed affogare nel mediterraneo sempre più persone, riempiendo le prime pagine dei media, senza occuparsi ed anzi volendo nascondere la povertà che cresce, l’esercito dei nuovi senzatetto che ancora non dormono in strada, ma presto lo faranno. Che non si occupa degli ultimi, ma nemmeno di chi una casa ed un lavoro ce l’ha ancora, o sta per perderlo, né di chi una volta era per definizione un benestante ed un privilegiato (il professionista, il commerciante, l’artigiano) ed oggi arranca tra le scadenze fiscali e le necessità di ogni giorno. Una politica che – notizia fresca – non solo non investe a sufficienza in cultura e ricerca, ma che addirittura taglia (ancora) i fondi per la sanità, per l’istruzione e per il sostegno agli scolari disabili.
Questo a livello governativo. A livello locale, con qualche eccezione, i senza dimora (e insieme a loro, molti altri con molte altre esigenze: minori, disabili, anziani) scompaiono in conseguenza di una politica passata di tagli ed errori, miope nel ragionare solo in termini di “qui ed ora” e nell’ignorare le buone prassi laddove c’erano ieri, altrettanto miope nel minacciarle oggi.
Una politica miope che oramai degenera in cecità vera e propria e che senza un cambio, pagheranno caro non solo i senza dimora, ma pagheremo carissimo tutti noi. Una politica in cui non hanno voce i senza dimora, ma almeno l’hanno i loro Avvocati. Quelli che difendono diritti. I diritti di tutti.
Qui di seguito, l’intervista pubblicata oggi 7 luglio su La Repubblica, Edizione di Genova.
CRONACA
L’intervista
Emilio Robotti Avvocato di strada: “È fumo negli occhi intanto i nuovi poveri dormono a casa di parenti o amici”
«Siamo pronti a presentare ricorso contro questa sanzione che, come tante altre dello stesso tipo in Italia, è illegittima»: Emilio Robotti, coordinatore dello Sportello genovese Avvocati di Strada, ha deciso di mettere la sua professione, con altri colleghi, al servizio delle persone senza fissa dimora.
Avvocato Robotti, può il Comune multare una persona che dorme in una piazza perchè non ha una casa?
«Quel regolamento di Polizia urbana lo consente. Un regolamento che getta fumo negli occhi ai cittadini e costituisce un’operazione contro i poveri. Ai tempi dell’approvazione del Regolamento avevamo verificato se l’impianto avesse profili di illegittimità. Alla fine abbiamo deciso di impugnare ogni provvedimento derivato dal regolamento, come questa multa».
A Genova esiste un’emergenza per i senza dimora?
«No, i senza fissa dimora non sono moltissimi. Sta aumentando vertiginosamente invece il numero dei senza dimora che la dimora, però, ce l’hanno. Ovvero: persone che non possono più permettersi una casa, un affitto e vengono ospitati da un amico, o un parente. Che però non gli fa prendere la residenza presso di lui, perchè altrimenti gli fa saltare il modello Isee. Chi non ha residenza, ad esempio, non può avere il reddito di cittadinanza».
Quante persone senza casa seguite ogni anno?
«A Genova seguiamo all’anno circa 80 casi, il trend in crescita riguarda i senza dimora con dimora e gli stranieri, che passano dal 40% al 50% del totale dei senza dimora».
Impugnerà la sanzione di Piccapietra?
«Se la persona o San Marcellino ce lo chiederanno, certamente. Abbiamo vinto in casi analoghi. Come Avvocato di strada abbiamo impugnato ordinanze anti accattonaggio in provincia di Bologna e, recentemente, a Carmagnola: le sentenze ci hanno dato ragione. Le sanzioni contro l’accattonaggio sono illegittime».
Al clochard è stato contestato il divieto di bivacco in zone di pregio o private ad uso pubblico.
Piccapietra rientra in questo tipo di fattispecie?
«Dormiva in una zona non monumentale e non creava alcun disagio. Non ha il minimo senso dare una multa a chi dorme per strada, perchè una casa non ce l’ha o non c’è posto nei dormitori oppure perchè nei dormitori non vuole andare.
Multa insensata come quelle in bus».
Multe che nessuno paga?
«Chi è senza casa e senza denaro non può comprare il biglietto. A che serve dargli la multa? Avevamo già proposto al Comune, con le associazioni, come San Marcellino, di comprare abbonamenti calmierati, a 30 euro all’anno, per fornirli a queste persone. In questo modo Amt avrebbe un introito e si eviterebbe di dare multe che nessuno può pagare».
— michela bompani
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