‘Greta lo fa per narcisismo’. ‘Greta è al soldo di qualche lobby’. ‘Greta ci marcia’.
E’ talmente fitto il fuoco verso il corpo, la postura e i movimenti della suddetta da far passare in secondo piano il messaggio che va veicolando.
Perché oggi il valore simbolico di alcune azioni ha perso di efficacia e credibilità, e i portatori di tali messaggi sono spesso tratteggiati come micragnosi omuncoli preda di interessi particolari? Sembra che un cinismo di massa sia impadronito dell’opinione pubblica, sempre piu’ orientata a scorgere nell’animo di ogni uomo, anche il piu’ adamantino, un tornaconto personale , un doppio fine nelle cose che fa e dice. Questa prospettiva, cinica, è propria dell’analisi. E’ infatti sul lettino che il virtuoso ammette il suo desiderio inconfessabile di fama, di potere, appagato dall’adorazione o dal ritorno personale che alcune sue battaglie gli procurano. L’uomo puro dunque non esiste. Ma questo non giustifica un abbattimento radicale della simbologia dei gesti e delle azioni. Senza il simbolico, l’uomo non è che, celinianamente, ‘ una trippa calda che cammina’.
Che il Generale, noto per i suoi accorati discorsi patriottici, amasse avere le folle del paese ai suoi piedi, che il parroco coltivasse un alcova di amanti, o che il vicesindaco fosse solito non pagare il conto, erano cose risapute anche diverse generazioni fa. Erano quei segreti conosciuti da pochi, celati a piu’, per poter permettere alla funzione che quegli uomini, deboli e fallaci , incarnavano, di poter continuare ad esistere.
La pruderie nello scovare i vizi privati era avvertita come una minaccia al mantenimento dello status quo sociale, per questo il figlio minore si beccava la sberla se, a tavola, osava dire ciò che alcuni già sapevano ( il maestro palpeggia la bidella!). Come maestro era portatore di messaggi che dovevano orientare gli alunni. Il politico invece sosteneva idee di pace sociale e carità cristiana che smorzavano gli animi nei periodi di carestia. La loro funzione simbolica , pubbliche virtu’, veniva tutelata dai loro vizi privati.
Oggi invece tutto è sfrondato, ogni foglia è gettata a terra.
La progressiva depauperizzazzione, il drastico calo del potere di acquisto, il lavoro ormai divenuto un bene temporaneo, ha creato una condizione per la quale esprimere, dare forma, sondare un desiderio può comportare la rabbia altrui. Molti uomini e donne si trovano immersi in una dimensione coercitiva del lavoro per il lavoro, del prodotto per il prodotto, incatenati ad una condizione che si guardano bene dal mettere in discussione, pena la strada, la fame, la fine delle rate, della casa , dell’abbigliamento del bambino. Il capitalismo attuale si sostiene su una dimensione di riduzione del desiderio del singolo per alimentare il profitto della struttura. No ferie, no pausa bagno, stipendi ridotti all’osso, delocalizzazione come arma per irretire ogni possibile insubordinazione.
Dopo aver accettato la custodia che queste strutture garantiscono, i soggetti iniziano a pensare alla loro vita. Avere un figlio, programmare l’acquisto di una casa, sognare una vita nella quale si possa dare forma alla creatività, ai propri desideri profondi.
Questo è il momento della rabbia, della frustrazione, della disperante consapevolezza di esser chiusi in una gabbia nella quale non è possibile desiderare.
Questa condizione è all’origine di quella che, specie nei social vediamo agire, vale a dire la distruzione del desiderio altrui che passa per un denudamento delle bassezze, vere o presunte, di chi si fa portatore di un sogno che trascenda la quotidianità. Una ferocia trasversale porta a inondare di odio qualunque barlume desiderante faccia la sua comparsa, in una mortifera tendenza all’azzeramento.
‘ Ma chi glie lo ha fatto fare? SI arrangi!
‘Peggio per lui, poteva starsene a casa!’
‘ Meglio ! Un cretino in meno in giro ‘
Per chi abita in un campo bruciato, ogni filo d’erba che sorge nei terreni vicini deve essere raso al suolo. La rete ha avuto il merito di avvicinare coloro i quali erano, un tempo, abitanti di luoghi ritenuti inavvicinabili: politici, star televisive. Intellettuali. Oggi è ‘ possibile seguirli passo passo nella loro quotidianità, nei loro acquisti. Sapere cosa mangiano, cosa indossano. Dove dormono. Questa reductio ad una condizione di vicino li ha spogliati di qualsiasi valenza simbolica, riducendoli solo ed esclusivamente a rivali una perenne battaglia per la vita.
Pochi giorni fa, un importante dirigente politico mi raccontava come anni fa il suo arrivo ai comizi in limousine era quasi un obbligo, un sembiante che la gente si aspettava . ‘Se fossi arrivato senza auto blue e cravatta, avrei deluso le loro aspettative. Oggi, il solo passare con una berlina media, significa sopportare le feroci critiche, dal vivo e sui social, di chi immediatamente chiede quanto quell’auto costi al contribuente, se io la usi per fare la spesa con la mia famiglia, o se, come appartenete alla casta, non si riuscito ad averla a prezzi di favore ‘
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