A nome dei redattori del Manifesto della Salute Mentale e di coloro che vi aderiscono, è stata lanciata una petizione al cui successo spero che contribuiscano tutti coloro che hanno a cuore un approccio pluralistico, multidisciplinare alla sofferenza psichica nell’ambito del servizio pubblico.
Vogliamo valorizzare il lavoro dell’equipe territoriale, luogo di cura, di ricerca e di formazione permanente, partendo dal principio che la persona che soffre deve essere presa in carico nel luogo in cui vive.
Vogliamo la soggettivazione, umanizzazione della cura attraverso l’integrazione del contenimento farmacologico del dolore, della sua elaborazione mediante la psicoterapia e del reinserimento culturale, sociale e lavorativo dei sofferenti nella loro comunità.
Il processo di cura deve restituire la persona presa in carico a una qualità decente dì vita e ai suoi diritti reali, non formali di cittadino.
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