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Mulattini 3- Luigi Gedda genetista cattolico

1 Ago 22

A cura di Luigi Benevelli

Luigi Gedda, Angelo Serio, Adriana Mercuri,  Il meticciato di guerra e altri casi, Edizioni Istituto Gregorio Mendel, Roma, 1960.
Il volume di quasi 400 pagine contiene i risultati dello studio di 44 casi di “meticciato di guerra”, incroci tra “razze pure”, mulatti nati dalle unioni di donne italiane con soldati americani di colore, vere e proprie “tragedie domestiche”. Di ciascuno sono raccolti i dati circa storia, gruppo sanguigno, statura, peso, misure del cranio e antropometriche, colore della cute, degli occhi e dei capelli, tipo di capelli, forma di naso, labbra, orecchie ed esame della dentatura.
Nell’Introduzione, dopo aver criticato il razzismo che non fu né buona scienza, né buona politica,  si afferma l’utilità e l’importanza delle ricerche sulle razze umane e sulla genetica delle popolazioni.  Quanto allo studio proposto, il meticciato di guerra ha il vantaggio di consentire lo studio della prima generazione; questo a differenza di altri meticciati quali quello confinario, quello schiavistico e quello coloniale.
Di seguito è riportata la letteratura sui precedenti delle guerre coloniali europee, nelle quali però la situazione era rovesciata trattandosi degli esiti delle relazioni fra donne di colore e coloni bianchi:

  • i nati da donne ottentotte e coloni boeri, i cosiddetti “bastardi di Rehoboth”, dal nome del villaggio della Namibia in cui furono confinati e studiati da Fischer nel 1913 che constatò che il colore degli occhi, della pelle e dei capelli, la forma del naso  e della fronte seguono le leggi mendeliane
  • i meticci nati da donne tahitiane e dai marinai inglesi ammutinati del Bounty (1790) sbarcati sull’isola di Pitcairn nell’Oceano Pacifico, oggetto di vari studi nel 1917, 1929, 1935, 1936
  • gli incroci fra europidi e negridi in Africa Settentrionale, fra europidi e mongolidi in Lapponia, fra indidi, mongolidi e negridi in India. È segnalata come area di particolare interesse l’isola di Mauritius nella quale una popolazione complessiva di 500.000 persone è costituita da 10,000 europidi, 20.000 cinesi, 200.000 indidi e 250.000 aborigeni di colore
  • il meticciato legato alla tratta degli schiavi studiato da Davenport (1913 e seguenti). Negli Stati Uniti il meticciato è ostacolato (v. segregazione razziale, divieto matrimoni fra individui di razze diverse). Diversa la situazione in Centro e Sud America
  • i nati in Renania dopo la prima guerra mondiale da militari marocchini ed annamiti dell’Esercito francese di occupazione, studiati da Abel (1937) che riscontrava aumento della morbilità e scarso profitto scolastico
  • i Soldaten kinder del secondo dopoguerra (anni ’50) da 552 madri, 32,8% da relazioni della durata di alcuni mesi, il 23,90 % da relazioni della durata di oltre un anno
  • in Giappone, dove uno studio del 1954 evidenziava come “ognuna delle differenze razziali studiate dipenda per la sua espressione da un numero molto piccolo di geni”
  • gli studi di Piro a Napoli su 130 mulattini.

Gedda, genetista, presidente dell’Azione Cattolica Italiana, afferma che il meticciato di guerra, nel quale si conosce solamente la razza della donna, sia da distinguere dal meticciato ordinario, quello in tempo di pace, nel quale si conoscono le razze di ambedue i genitori.
Il meticciato di guerra
La “diagnosi di razza”- Ipotesi diagnostiche:
gruppo NB  meticci da probabile incrocio di padre negride e madre europide (33)
gruppo IB  meticci da probabile incrocio di padre indide e madre europide (6)
gruppo misto (3)

  • Colore di cute, iride, capelli → scala di colore
  • Forme capelli, naso (classificazione di Broca, labbra
  • Caratteri antropometrici → statura, peso, perimetro toracico, altezza vertebro-ischiatica e indice schelico, grande apertura, lunghezza mano e piede, misure cefaliche, caratteri dell’orecchio, caratteri quantitativi del naso
  • Caratteri auxologici
  • Età dentaria
  • Variabilità di caratteri funzionali (sensibilità gustativa, glicemia)
  • Variabilità dei caratteri ematologici (emoglobina, numero dei globuli ossi e bianchi, formula leucocitaria; diametro dei globuli rossi, gruppi sanguigni)
  •  Variabilità dei caratteri psichici (pp. 199-225) sono citati studi tedeschi che avrebbero evidenziato un livello intellettuale dei meticci di guerra corrispondente a quello dei coetanei tedeschi, la vivacità del temperamento, un ritmo di sviluppo “piuttosto irregolare” diverso da quello dei tedeschi, uno sviluppo tardivo della ragione, e poi quelli italiani:
  1. Studio di Mattioli Foggia (1956) (v. Mulattini 1)
  2. Studio di Sergio Piro e Serra(1957) (v. Mulattini 2)
  3.        “          “               e Barbiero[1] (1958) su 61 soggetti – vi si evidenziava la grande frequenza di elementi conflittuali famigliari, risposte di angoscia e un 37,7% di risposte in cui si manifesta un senso di inferiorità raziale (sic!)
  4. Ancora Sergio Piro[2] si èra occupato delle condizioni di vita di 130 mulatti, figli della guerra dei quali il 67% era riconosciuto solo dalla madre, l’1,5% abbandonati, 9% adottati, 7,69% riconosciuti dal padre naturale, 2,3% in affidamento famigliare. Studiato il ritardo scolastico (solo il 4,72 % non aveva evidenziato ritardo; , il 30% il ritardo di 1 anno, il 23,6% il ritardo d 4 anni; dei 73 sottoposti a esami medico-psicologici, 8 risultarono normali, 46 nevrotici, 9 caratteropatici, 10 oligofrenici.
  5. Gli studi soprattutto nordamericani della prima metà del secolo sull’intelligenza del “negro “ e degli ibridi che “sembrano accennare ad una prevalenza mentale dei mulatti rispetto ai negridi”, dato che potrebbe essere attribuito al fatto che i negri con la pelle più chiara godrebbero di un “prestigio sociale superiore”.  Citato Jean Eon, missionario nell’isola Mauritius, dove grandi erano il numero e la varietà degli ibridi, che riferiva che “le persone di razza bianca considerano i meticci di colore come degli esseri inferiori; perciò in questi si stabilisce un sentimento di rancore e talvolta di disprezzo che essi manifestano con ostentazione”. A loro volta, “i meticci trascinano inconsciamente e ovunque il loro complesso di inferiorità, falsando tutti i loro rapporti con loro simili. […]il meticcio non ha che un desiderio: di evadere da una situazione intermedia che egli non accetta. Collocati fra due o più razze delle quali non fanno parte, i meticci non possono che giudicare inferiore la loro situazione e desiderare di uscirne”. Viene citata l’esperienza coloniale portoghese che aveva favorito le unioni con donne indigene dando vita a un diffuso meticciato i cui risultati dopo quattro secoli erano positivi dimostrando i meticci di non essere inferiori dal punto di vista intellettuale. Così pure nelle Filippine.

Quanto al campione studiato dagli AA., esso era composto da minori in “accrescimento” quindi in uno status psichico ben lontano da potersi considerare definito” (p. 212). Si  doveva poi tenere conto dell’ambiente sfavorevole in cui vivevano i meticci di guerra: quello della “razza parentale materna”  che “tende a giudicare sfavorevolmente la madre bianca dal punto di vista etico” e quello dei “coetanei di razza bianca  a scuola, nel gioco e altrove, data la ben nota tendenza dei ragazzi alla crudeltà mentale”.
Altro dato era che i minori meticci erano in collegi dedicati al ricovero di meticci di guerra. Si trattava quindi di senza famiglia o senza una famiglia capace di occuparsene. Il ricovero in istituti esclusivi come quelli dell’Ente Nazionale Protezione Morale del Fanciullo, secondo gli AA, proteggeva dal danneggiamento psichico che sarebbe derivato dal contatto col mondo “leucodermico”.
Dei 44 soggetti di 8-12 anni, 34 maschi accolti  nell’Istituto SS. Cuori di Anzio  e 10 femmine ricoverate nell’Istituto S. Cuore della Borgata del Trullo di Roma, sono raccolti e ordinati i dati circa

  • Sesso
  •  l’età cronologica (in mesi)
  • Età mentale (test “mosaico” di Gille)
  • Quoziente intellettivo – l’84% ha valori da 0,80 a 1,09 – ambito dei valori medio normali con spostamento verso i medi-mediocri.

Quindi: il livello mentale dei meticci  non si discosta sensibilmente dai valori medi.
I meticci da padre negride (35 casi) hanno risultati mediamente inferiori rispetto ai meticci da padre indide (6 casi). Poi 1 meticcio da padre di “razza neozelandese”, 1 da padre amerindio e 1 da padre di razza sconosciuta.                                                                                                                                               
Lo studio è importante perché riguarda minori cresciuti nello stesso ambiente (l’Istituto Mendel) insieme a coetanei bianchi
Quanto agli aspetti dell’affettività e caratterologici, scontando le incertezze dovute all’impreparazione scientifica della “psicologia raziale comparata”, i negri sia maschi che femmine sono risultati dei “chiacchieroni”. Questo porta a concludere  che le condotte istintive non siano frutto delle influenze ambientali, ma che “ le propensioni umane siano in parte notevole espresse dal genotipo pur essendo plastiche”. Ancora, “la precoce assunzione di responsabilità del ragazzo negro” sarebbe collegata “ al suo comportamento istintivo che rende il negro e il mulatto più dinamici nel confronto dei coetanei di razza bianca od indide ed ai meticci di queste razze” (p. 225)
Seguono:

  • lo Studio di una coppia di Gemelle Mulatte Dizigotiche nate da madre di colore e padre bianco, una con impronta più europide e l’altra con impronta più negride
  • lo Studio di una Mulatta e della sorella uterina di Razza Bianca

e la discussione sui tipi di meticciato,  sull’eredità dei caratteri nel meticciato (forma dei capelli, colore dei capelli, del naso, delle labbra, reperti ematologici, diametro degli eritrociti, glicemia, colore della cute, misure cefaliche, forma del padiglione dell’orecchio, statura.
Segue il capitolo che riguarda i “caratteri psichici del meticcio di guerra”:

  • non è provata una”  inferiorità biologica per quanto riguarda […] in particolare lo sviluppo mentale dei soggetti meticci rispetto a quelli appartenenti ad una delle razze di derivazione”
  • l’ibridazione raziale ha presumibilmente determinato una maggiore variabilità delle caratteristiche psichiche nei soggetti meticci  (i dati dei Q I. si avvicinano a quelli delle medie dei soggetti bianchi)
  • alla variabilità avrebbero contribuito fattori “quali il rifiuto da parte dell’ambiente familiare e sociale, lo stato di disagio psicologico e l’abbandono scolastico”.

In conclusione, il meticciato, quello di guerra in particolare, determinerebbe “complessi problemi di ordine sociale per i pregiudizi raziali tuttora esistenti e per l’origine illegittima del meticcio di guerra che lo pone di fronte a un giudizio etico sfavorevole da parte dell’ambiente sociale”.
 
Luigi Benevelli ( a cura di)
 
Mantova, 1 agosto 2022
 
 



[1] Barbiero M. C., Piro, S., Il metodo delle favole di Düss in un gruppo di soggetti mulatti, Acta neurologica , vol. XIII, 3, 201-208 (1958).
[2] Piro Sergio, Studio psicologico e psicopatologico sui fanciulli mulatti, Acta neurologica , vol. XIII, 3, 220-261 (1958).

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