Per misurare efficacemente un quadro psicopatologico è necessario che gli item ne esplorino i diversi aspetti e siano quindi coerenti tra loro; se questa coerenza manca, è probabile che essi misurino cose diverse e non contribuiscano perciò alla misurazione del fenomeno in studio. Questa coerenza tra gli item è la consistenza interna, che può essere valutata mediante analisi statistiche che misurano il grado di correlazione tra le variabili; fra quelle più largamente impiegate ricordiamo il coefficiente alfa di Cronbach (un valore di alfa superiore a .80 indica generalmente una buona consistenza interna), il test di Kuder-Richarson, particolarmente indicato per gli strumenti con item dicotomi, e la split-half reliability, generalmente usata per le scale di autovalutazione e che consiste nel calcolare la correlazione fra una metà degli item con l'altra metà, scegliendo variamente come suddividere gli item in due gruppi (la prima metà contro la seconda, quelli pari contro quelli dispari, creando due gruppi mediante assegnazione randomizzata, eccetera). Un'elevata consistenza interna indica che gli item esplorano le diverse facce di uno stesso fenomeno o che sono modalità diverse di descriverlo.

 

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CAPITOLO 29 - Gli effetti indesiderati dei trattamenti psicofarmacologici