Percorso: Home 9 LA VOCE DELL'INDICIBILE 9 Da un ruscello può nascere un fiume. I suggerimenti al clinico del “Canone di Pachelbel” di Bach

Da un ruscello può nascere un fiume. I suggerimenti al clinico del “Canone di Pachelbel” di Bach

25 Set 23

A cura di Sabino Nanni

Come può la musica offrire utili suggerimenti a chi vuole comprendere i propri simili? Prendiamo, ad esempio, il “Canone di Pachelbel”, rielaborato da Bach. Credo che, originariamente, consistesse in una singola frase musicale, semplice e scarna, fatta di solo otto note. Bach vi affiancò sue elaborazioni, sempre più ricche man mano che tale frase viene ripetuta e la musica procede. Ne emerse quello che, personalmente ritengo un grande capolavoro.
Il terapeuta (o, in generale, la persona sensibile), segue a volte il modello di Bach senza rendersene conto: il suo interlocutore può essere persona che si esprime con una comunicazione apparentemente povera di contenuti e, talora, ripetitiva. Chi la ascolta vi aggiunge mentalmente sue associazioni che, man mano, arricchiscono di significati quanto ripetuto dall’altro.
Tale accostamento è un po’ più che una metafora: spesso l’eco interiore che il terapeuta avverte ha, in un primo momento, carattere “musicale” (Ogden parla di “musica” della seduta). Questo avviene quando il curante sente , ma non capisce ancora, quel che prova il paziente. Questo significa che, fra i vari livelli di funzionamento mentale che, stratificandosi, coesistono nella mente, viene “toccato” innanzi tutto quello più antico, caratterizzato da linguaggio pre-verbale.
Una precisazione: sempre Ogden ci mette in guardia dai pericoli di interpretazioni precipitose e premature: il tipo suddetto di comunicazione del paziente rappresenta un compromesso fra il desiderio di esporsi e quello di non farlo in un momento in cui il malato non è ancora del tutto in grado di accettare il curante come persona separata. Entrare troppo presto e troppo esplicitamente nel suo mondo interno con un’interpretazione rappresenterebbe una forma d’intrusione inaccettabile. E’ importante far capire al paziente in modo indiretto (coi cambiamenti dell’espressione del volto, del tono della voce, del modo di muoversi, ecc.) che ci si è messi in sintonia con lui. A volte basta sentire quel che sente lui, basta la musica.

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