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L'identificazione esistenziale delle persone LGBTI (lesbiche, gay, bisex, transgender, intersessuali) implica ancora oggi dei vissuti discriminatori fino al vero e proprio bullismo. Le difficoltà percepite da chi si identifica come LGBTI pongono queste persone in una condizione sfavorevole che compromette il benessere psicofisico personale e sociale, con ripercussioni in termini di qualità e stili di vita fino alla compromissione della longevità. In adolescenza si osserva l'apice di questi meccanismi fino alla maggiore incidenza di comportamenti autolesivi o anticonservativi.
Nella pratica clinica capire la differenza tra identità di genere e orientamento sessuale è importante, ma anche avere una maggiore sensibilità e comprendere le differenze di rischi, rispetto ai maltrattamenti familiari e sociali, di chi ha un’espressione di genere più marcata.
Capire la complessità del percorso soggettivo e storico che porta alla questione del Coming Out di quelle persone LGBTI il cui comportamento di genere resta conforme alla maggioranza della popolazione.
Dichiarare in pubblico la propria condizione esistenziale, come normalità, come gesto politico o per mille altre motivazioni è sempre anche l'effetto di un percorso di uscita dall’oppressione di un contesto familiare o sociale che pretende siano nascoste tutte le identità non conformi al binarismo maschio/femmina.
Le conseguenze del Coming Out sono sempre positive, con ricadute anche in campo sanitario, grazie alla riduzione degli stili di vita non conservativi.
Conduce: Francesco Bollorino, Psichiatra ed Editor di POL it
Ne parlano :
1) da San Francisco Andrea Crapanzano, psicoterapeuta e professore universitario di psicoterapia con persone LGBTI (LGBTI Affermative Therapy in americano);
2) Ester di Giacomo, ricercatrice del gruppo di Milano-Bicocca e Psichiatra del dipartimento di Monza;
3) Manlio Converti, redattore di Pol.it con una sua rubrica su questi temi, Presidente di AMIGAY
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