Neuroscienze, psicoanalisi e fenomenologia : verso una teoria comprensiva della mente e della relazione?
30 Maggio , ore 20.30 -22 .30 diretta su canale You tube di Pol-it e in differita dopo la fine della diretta
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RAZIONALE
La biologia è veramente un campo dalle possibilità illimitate
dal quale ci dobbiamo attendere le più sorprendenti delucidazioni.
(SIGMUND FREUD – AL DI LA' DEL PRINCIPIO DEL PIACERE 1920)
dal quale ci dobbiamo attendere le più sorprendenti delucidazioni.
(SIGMUND FREUD – AL DI LA' DEL PRINCIPIO DEL PIACERE 1920)
La psichiatria moderna nasce , nel XIX secolo , con l’affermazione di una teoria pratica della follia interpretata come il risultato della disregolazione delle passioni e di una diminuita capacità morale del Sé che giustificò un trattamento morale , appunto, che Pinel ed Esquirol ritennero efficace per tutti quei casi in cui la follia non era la diretta conseguenza di una lesione del cervello.
La questione della conciliazione dell’organo -cervello e della sua funzione , la mente, attraversa la psichiatria , specie nella sua aspirazione alla annessione alla medicina e alla clinica, animando i dibattiti sull’isteria prima , poi sulle nevrosi , infine sulla schizofrenia , sulla depressione e sulla follia “circolare”. Dentro questi ambiti si definisce , nel XX secolo la separazione fra neurologia e psichiatria la prima ancorata alla dimensione dell’organo e di quanto sia spiegabile con le sue lesioni ispezionate a livello sempre più microscopico, la seconda a un ambito di una nosografia, ancora mai completamente svincolata dalla definizione del normale e del patologico, e delle sue conseguenze, pratiche, sul piano sociale.
Il percorso disgiunto fra le due discipline, una pienamente occupata dall’ “oggetto” cervello e l’altra inevitabilmente connessa alla dimensione sociale, nella prima metà del XX secolo ha avuto ulteriori elementi di differenziazione nel dibattito fra strutturale e funzionale , fra deficit e conflitto, fra organico e psichico, che ha caratterizzato in particolar modo la psicoanalisi ma anche , in parte, molti approcci di tipo psicologico e, ovviamente, tutti gli orientamenti di tipo biologico. A partire dagli anni 60, però, questa tendenza sembra essersi invertita con una messa da parte la questione della “causa” , perlomeno per la maggior parte dei problemi mentali, e con il consolidarsi di diversi approcci al funzionamento mentale, non solo appartenenti all’ambito psicoanalitico ma, anche a quello fenomenologico e della psicologia, in generale , che hanno, costantemente, ridefinito la questione del mentale e della esperienza personale.
Con il XXI secolo questa convergenza sembra essersi accelerata, non tanto per l’affermarsi di un approccio “organicista” , per usare terminologie del secolo precedente, ma per la progressiva valorizzazione della integrazioni di metodi e linguaggi per lo studio del fenomeno del sé , della coscienza, e della natura più profonda della esperienza normale e patologica dell’essere persona. Nozioni come quella di inconscio sono diventate di interesse e uso non esclusivamente psicoanalitico e il tema della relazione una premessa imprescindibile a ogni lettura del Se’ e dei fenomeni concernenti.
Obbiettivo dell’incontro è di potere permettere a tre approcci e tre linguaggi che hanno radici diverse, tutte ben identificabili, di mostrarsi le reciproche connessioni e le importanti potenzialità che da queste nascono.
La questione della conciliazione dell’organo -cervello e della sua funzione , la mente, attraversa la psichiatria , specie nella sua aspirazione alla annessione alla medicina e alla clinica, animando i dibattiti sull’isteria prima , poi sulle nevrosi , infine sulla schizofrenia , sulla depressione e sulla follia “circolare”. Dentro questi ambiti si definisce , nel XX secolo la separazione fra neurologia e psichiatria la prima ancorata alla dimensione dell’organo e di quanto sia spiegabile con le sue lesioni ispezionate a livello sempre più microscopico, la seconda a un ambito di una nosografia, ancora mai completamente svincolata dalla definizione del normale e del patologico, e delle sue conseguenze, pratiche, sul piano sociale.
Il percorso disgiunto fra le due discipline, una pienamente occupata dall’ “oggetto” cervello e l’altra inevitabilmente connessa alla dimensione sociale, nella prima metà del XX secolo ha avuto ulteriori elementi di differenziazione nel dibattito fra strutturale e funzionale , fra deficit e conflitto, fra organico e psichico, che ha caratterizzato in particolar modo la psicoanalisi ma anche , in parte, molti approcci di tipo psicologico e, ovviamente, tutti gli orientamenti di tipo biologico. A partire dagli anni 60, però, questa tendenza sembra essersi invertita con una messa da parte la questione della “causa” , perlomeno per la maggior parte dei problemi mentali, e con il consolidarsi di diversi approcci al funzionamento mentale, non solo appartenenti all’ambito psicoanalitico ma, anche a quello fenomenologico e della psicologia, in generale , che hanno, costantemente, ridefinito la questione del mentale e della esperienza personale.
Con il XXI secolo questa convergenza sembra essersi accelerata, non tanto per l’affermarsi di un approccio “organicista” , per usare terminologie del secolo precedente, ma per la progressiva valorizzazione della integrazioni di metodi e linguaggi per lo studio del fenomeno del sé , della coscienza, e della natura più profonda della esperienza normale e patologica dell’essere persona. Nozioni come quella di inconscio sono diventate di interesse e uso non esclusivamente psicoanalitico e il tema della relazione una premessa imprescindibile a ogni lettura del Se’ e dei fenomeni concernenti.
Obbiettivo dell’incontro è di potere permettere a tre approcci e tre linguaggi che hanno radici diverse, tutte ben identificabili, di mostrarsi le reciproche connessioni e le importanti potenzialità che da queste nascono.
Conducono :
- Gerardo Favaretto, psichiatra , referente del Coordinamento Veneto per la salute mentale , Professore a contratto di Psichiatria , Corso di Laurea in medicina e chirurgia , Università di Padova .
- Francesco Bollorino, psichiatra ed editor di POL-it
Partecipano :
- Stefano Bolognini, psicoanalista, Past President della International Psychoanalitic Association
- Vittorio Gallese Professore ordinario di Psicobiologia e Psicologia Fisiologica, Dipartimento di Medicina e Chirurgia, Unità di Neuroscienze, Università di Parma.
- Giovanni Stanghellini Professore ordinario di Psicologia dinamica Università “D’Annunzio” – Chieti e Direttore della Scuola di Psicoterapia Fenomenologico-dinamica – Firenze
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