La percezione è la funzione attraverso cui l’Uomo ottiene informazioni dall’ambiente che lo circonda, tramite gli organi di senso ad essa preposti. (vista, udito, olfatto, tatto e gusto)
I disturbi della percezione sono di diverso tipo e di diversa rilevanza psicopatologica: si distinguono in disturbi quantitativi e qualitativi.
L’alterazione percettiva può riguardare infatti la quantità della stessa o la qualità. Particolari stati emotivi, come l’ansia o alcune patologie psichiatriche possono essere causa dei disturbi quantitativi.
Per esempio un paziente con tono timico depresso può riferire un ridotta percezione dei colori, o del sapore dei cibi, cosi’ come un soggetto normale, che si trovi una situazione di ansia, può percepire banali rumori, come uno schricchiolio, amplificati. Si parla infatti di iper- o ipoestesia.
Tali esempi evidenziano l’importanza della partecipazione emozionale al fenomeno percettivo. In alcune situazioni si può verificare, al contrario, un "estraneamento" dal mondo delle percezioni. Il soggetto riferisce di percepire come "attraverso un filtro, un velo".
Per quanto riguarda i disturbi qualitativi, questi si distinguono in alterazioni non allucinatorie ed allucinatorie.
Schematicamente, si riconoscono tre tipi principali di alterazioni percettive non allucinatorie:
-illusioni
-allucinosi
-pseudoallucinazioni
Le illusioni sono fenomeni in cui una percezione reale viene trasformata per la combinazione di elementi non reali. Possono verificarsi quando il dato percettivo è incompleto o non strutturato a sufficienza (illusioni fisiologiche integrative): tale è il caso del completamento automatico di un messaggio verbale – o scritto – che si presenti non chiaro o mancante in alcune parti. Per esempio nelle paraeidolie l’immagine di una nuvola può essere percepita come un animale o altra forma significativa.
Caratteristica delle illusioni è la possibilità di correzione più o meno immediata dell’errore percepito.
Le illusioni affettive, poi, si verificano in condizioni di particolare stato emotivo del soggetto (per es. situazioni di pericolo o minaccia). Anche in questo caso, tanto più è incompleto e poco strutturato il dato sensoriale percepito, tanto più facile sarà la comparsa di fenomeni illusori. Un bambino spaventato dal buio può facilmente scambiare uno straccio appeso per un mostro minaccioso.
Nelle illusioni affettive il significato che caratterizza l’illusione è normalemente collegato e comprensibile in base alla condizione emotive di base del soggetto.
I fenomeni sopradescritti sono facilmente riscontrabili in soggetti normali e non sono, di per sè, indice di alterazione psichica.
Anche l’allucinosi, pur non essendo un fenomeno di frequenza rilevante, è quasi sempre indice di una alterazione patologica generalmente organica.
Come l’allucinazione, consiste nella manifestazione di una percezione in assenza di oggetto. L’elemento che la distingue è la conservazione della capacità da parte del soggetto di riconoscerne la natura abnorme. Si nota nei soggetti schizofrenici cronici, in cui il fenomeno dispercettivo viene riconosciuto come non reale. Diverso è il caso dell’allucinosi alcolica, in cui in stato di intossicazione come di astinenza da alcol (delirium tremens), si verificano contemporaneamente diversi fenomeni dispercettivi.
La pseudoallucinazione, da ultimo, si può definire come una forma particolarmente vivida e intensificata di rappresentazione mentale. È riferita allo spazio interno del soggetto, che può descrivere di percepire "il proprio stomaco di vetro", oppure descrive voci interne, immagini interne. Tale fenomeno si verifica tipicamente in situazioni emozionali intense (per es. lutto), ma anche in disturbi affettivi o psicotici.
Più importanti, per la loro stretta correlazione con la presenza di patologie psichiatriche, di cui sono spesso i sintomi più facilmente obiettivabili, sono le allucinazioni.
Si definisce allucinazione una percezione che avvenga in assenza di oggetto. Proprio per tale motivo sono tra i sintomi psichiatrici più facilmente indagabili, in quanto la presenza o l’assenza dell’oggetto percepito è immediatamente verificabile da un osservatore esterno.
Una delle caratteristiche costitutive delle allucinazioni, che le differenzia dalle allucinosi, è la non correggibilità. Il soggetto è convinto della realtà delle proprie percezioni e non può essere convinto con il normale vaglio della critica del contrario.La percezione allucinatoria ha caratteristiche analoghe a quelle di una percezione reale, nella fisicità, nella struttura.
Un altro elemento che normalmente contraddistingue le allucinazioni è il carattere autocentrico: le voci udite parlano al paziente, è lui che insultano, a lui danno ordini.
Dal punto di vista semeiotico, si possono distinguere diverse allucinazioni a seconda dell’area sensoriale interessata: ciascuno dei cinque sensi può essere interessato da fenomeni allucinatori. La prevalenza massima è tuttavia indubbiamente delle allucinazioni uditive. Si tratta frequentemente di voci udite dal paziente, generalmente esse hanno caratteristiche minacciose e allusive verso il paziente stesso, fino ad imporgli di compiere determinate azioni (allucinazioni imperative) con pericolo in alcuni casi di suicidio. Più raramente le voci udite conversano tra loro (colloquio di voci), senza rivolgersi al paziente. Il soggetto, raramente, può riferire direttamente tale percezione, come più frequentemente può risultare distratto durante un colloquio, allontanare lo sguardo dall’interlocutore nella ricerca della fonte di provenienza di ciò che sta sentendo.
Le allucinazioni uditive sono presenti in una grande percentuale di soggetti affetti da schizofrenia.
Seconde alle allucinazioni uditive in quanto a frequenza sono quelle visive. Sono spesso caratterizzate da elementi percettivi più semplici, rispetto alle precedenti e si presentano prevalentemente in psicosi acute o in psicosi organiche. Infine le dispercezioni allucinatorie tattili e cenestesiche, anch’esse presenti in pazienti schizofrenici, ma con frequenza ridotta rispetto a quelle uditive, possono manifestarsi in modo piuttosto dirompente; il paziente può descrivere di aver subito un rapporto sessuale, o sentire di essere toccata o punto sul corpo. Per le allucinazioni olfattive e gustative vale la pena notare che esse sono frequentemente indice di un danno organico a livello delle corrispondenti aree cerebrali.
Le caratteristiche sensoriali sono anch’esse variabili. Nelle allucinazioni semplici il soggetto percepisce, per es., un suono, o un lampo di luce. La struttura si può invece arricchire e, nelle allucinazioni complesse, il dato sensoriale allucinatorio può essere costituito da colloqui di voci e da scene piuttosto articolate.
Normalmente il tipo ed i contenuti delle allucinazioni tendono ad essere piuttosto ripetitive nello stesso paziente nel corso del tempo ed anche in pazienti diversi si osserva la tendenza ad una certa stereotipia di tale fenomeno.
Se la schizofrenia è quasi costantemente caratterizzata dalla presenza di allucinazioni, non è però la sola patologia in cui esse si manifestino. Pazienti con disturbi dell’umore possono presentare allucinazioni, normalmente in associazione a disturbi del pensiero (deliri).
Fenomeni dispercettivi possono esordire con modalità piuttosto dirompenti in caso di abuso di sostanze, siano esse farmaci usati a scopo terapeutico che sostanze di abuso.
Esiste poi la possibilità che l’allucinazione si presenti in caso di patologie organiche cerebrali, quali il disturbo epilettico o neoplasie.
Infine occorre ricordare che in condizioni di alterazioni della stato di coscienza, quali il delirium o le bouffées deliranti acute, la comparsa improvvisa ed acuta di allucinazioni può essere uno dei primi sintomi rilevabili e come tale cruciale nel riconoscimento di tali gravi patologie.
Quale che sia la condizione morbosa sottostante, l’allucinazione rappresenta per il soggetto un fenomeno assai rilevante.
L’impatto emozionale di un’allucinazione è tanto più intenso quanto più improvvisa e inattesa è la comparsa del fenomeno. È di cruciale importanza comprendere il grado di angoscia, paura, terrore che il paziente sperimenta a causa delle allucinazioni: un’angoscia spesso solo rilevata dall’operatore dall’atteggiamento del paziente, che tende a non comunicare direttamente la distorsione della percezione, ma rimane ad esempio in una "posizione di ascolto", o si copre le orecchie con le mani o nei casi più scompaginanti batte la testa contro il muro.
Il ruolo dell’operatore è quello di contenere l’angoscia del paziente attraverso una vicinanza emotiva e fisica, ma anche attraverso tecniche di coping che prevedano la distrazione e il coinvolgimento in attività pratiche.
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