Direttore Generale della ASL n. 2 di Potenza
Da quando è nata la legge n. 180 ho seguito un po' tutta la vicenda perché ero coordinatore al dipartimento sicurezza sociale ed ero commissario presso l'ospedale di Matera. Quindi ho dovuto affrontare in prima persona la prima applicazione della legge n. 180.
La legge n. 180 è frutto di una stagione di grande riforme legislative in campo sociale. Infatti, gli anni '70 sono stati testimoni dell'incontro di più culture, il cosiddetto compromesso storico, che ha portato ad alcune grandissime innovazioni. Naturalmente, all'inizio queste innovazioni non erano completamente mature ed io ricordo che, quando ero Commissario all'Ospedale di Matera, la competenza della legge n. 180 era esclusivamente della Provincia; per cui, come Azienda Ospedaliera, non potevamo assumere personale. Quindi abbiamo messo a disposizione solo il cosiddetto spazio psichiatrico che oggi è ormai superato dal servizio di diagnosi e cura.
Evidentemente i tempi non erano maturi. Anche se la legge era frutto di esperienze precedenti, c'è voluto del tempo perchè maturasse un'adeguata sensibilità culturale e, soprattutto, una decisa volontà politica per attuarla. Questa volontà politica si è avuta a livello nazionale con le leggi finanziarie del 1997 e del 1998 che hanno posto degli ultimatum alle Regioni per l'attuazione di questo disegno riformatore; ma questo non era sufficiente in una realtà, come quella della Basilicata, che vedeva la presenza di una grande struttura privata manicomiale.
Orbene, la fortuna di questa regione è stata quella di avere avuto, come Assessore al ramo il dott. Bubbico che ha posto fra le priorità la realizzazione del nuovo modello per la salute mentale. Questa volontà decisa della Regione è stata condivisa dalle Unità Sanitarie Locali che, ciascuno per la parte di competenza, stanno cercando di realizzare appieno il dettato legislativo.
0 commenti