Tutto è iniziato nel febbraio 2020, quando l'Italia ha sofferto di una sofferenza che mi ha toccato profondamente come essere umano e in modo particolarmente emotivo.
Bene, sono brasiliana e il mio cuore ha nella sua memoria affettiva la lingua, gli profumi e la storia dell'Italia che è stata fornita da mia madre e dai miei nonni materni nati a Lucca, in Toscana.
Ho seguito da vicino la pandemia italiana, attraverso i miei cugini e zii nati e residenti in Italia, alcuni amici e giornali.
Oggi, penso che il momento peggiore sia felicemente passato.
Le prime notizie sul Covid sono iniziate in Brasile e a seguito di un significativo aumento del contagio. I voli sono stati cancellati, di conseguenza, anche il mio viaggio a New York.
Subito dopo, il terrore, le previsioni, i morti, gli ospedali affollati. Insieme a questo, la frase di vulnerabilità dei meno favoriti.
Allo stesso tempo, stiamo vivendo una destabilizzazione politica in Brasile. Il nostro presidente, Jair Bolsonaro, in contrasto con i ministri, sottolinea l'importanza dell'economia. Ministri che se ne vanno, ministri che entrano nel governo. Disaccordi politici che descrivono un momento doppiamente drammatico.
Nel tentativo di mantenere la crescita dei contagi, i sindaci e i governatori si organizzano per riaprire gli affari in base alla regione, vale a dire quelli più colpiti dalla crescita del contagio e meno colpiti. Il governo ha stabilito le regole di apertura per regione e per impresa in base al grado di necessità della popolazione.
A Manaus, in Amazon, la mancanza di servizi igienico-sanitari di base e medici, innescata da Convid, ha provocato un colasso del sistema sanitario pubblico. Un dramma pietoso per il nostro paese.
Nel mezzo della situazione, il governo fornisce aiuti trascurabili ai meno fortunati, prestiti a commercianti e imprenditori. Il tentativo ora è di contenere la pandemia e riaprire l'economia.
C'è chi può stare a casa. Ma c'è una parte della popolazione che vive precariamente in regioni ad alto rischio, con cattive condizioni sanitarie, come favelas, posti indigeni, spesso trascurati dal governo e dalla popolazione. Ora stiamo esaurendo il tempo e in modo diseguale, perché chiunque può stare a casa.
Per quanto riguarda la necessità di essere a casa e la salute mentale, noi psicologi, psicoanalisti e psicoterapeuti stiamo affrontando la controversia fra la presença física del paziente e la presenza online. La differenza fra presenza fisica e quella on line pone il problema della difficoltà di instaurare un rapporto di transfert efficace.
Tuttavia, l'esperienza online ha dimostrato che, il rapporto di tranfert avviene durante il processo terapeutico.
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