Jacinda Ardern
premier australiana
dimissionatasi perchè uman
Jacinda Ardern, 43 anni, premier neozelandese, laburista, origini mormoni rifiutate, ha stupito il mondo comunicando le proprie dimissioni per … esaurimento! Una www.adnkronos.com › del 19 gennaio 2023 ha reso pubblico il suo abbandono dall’incarico di primo ministro. Testualmente "Sono umana. I politici sono umani" – "Diamo tutto ciò che possiamo il più a lungo possibile, e poi è il momento" (“I am human. Politicians are human” – " "We give all that we can for as long as we can, and then it's time." https://t.co/rLg6z9alAH.) Persona limpida, corretta, altruista fin da bambina. Vita normale, molto studio, poco riposo, qualche spinello e tanta politica, fino alla nausea, insieme a moltissime responsabilità. Patria dei fieri “Maori” polinesiani, di tennisti famosi e soprattutto dei leggendari old blacks, la Nuova Zelanda, è un’Italia rovesciata, agli antipodi. Così m’insegnava il maestro Morselli delle “Pascoli”, a Bologna, in anni lontanissimi, indicandomela con la bacchetta di bambù sulla carta geografica appesa al muro, dall’altra parte del mondo. Lo stesso bastoncino che finiva sul groppone dei “somari” per punizione, i due compagni sempre all’ultimo banco … da lì a poco sarebbe iniziata la criminale tragedia delle cosiddette “leggi razziali”.
La stanchezza, dunque, per il ruolo istituzionale che ricopre sarebbe la causa di forza maggiore ma c’è chi sospetta che le minacce alla sua persona, associate a volgari insulti sessisti, siano diventate numerose, diuturne e terribili, tali da indurre la Ardern a cambiare vita. Stare con la figlia Neve, trovare il tempo per sposarsi col marito Clarke Gayford, 46 anni, popolare giornalista TV conduttore del programma ambientalista marino “Il pesce del giorno” ("Fish of the day"), fare belle vacanze senza dover più correre a confortare le vittime di sciagure, disastri o di eccidi terribili, come quella volta del massacro di Port Arthur in Tasmania. Fortunatamente allora la Ardern aveva appena 15 anni, pur essendo già profondamente democratica e laburista. Quella volta, un efebico minus habens (QI: 66) di 29 anni, con un fucile tra le braccia, per richiamare l’attenzione sulla sua persona, uccise 35 persone e ne ferì altre 23, girovagando per la cittadina, sede di un antico penitenziario (1996). Si trattò di uno dei più micidiali massacri compiuti da un singolo individuo con un’arma da fuoco. Era però al governo quando Brenton Tarrant un bieco neonazista islamofobo di 28 anni, sedicente cristiano, causò la strage di Christchurch, nella Regione di Canterbury, sparando sui fedeli riuniti in due differenti moschee per la preghiera del venerdì, risultato: 50 morti e altrettanti feriti (15 marzo 2019). La Ardern in quella occasione indossò l’hijab e disse ai neozelandesi di fede islamica che non li avrebbe lasciati soli.
Al contrario di parlamentari dell’opposizione che hanno sostenuto che la premier “sia stata cacciata dall’incarico per la sua debolezza” (www.agi.it › Estero 19/08/2023), ad appoggiare e condividere la sua decisione, è stata Helen Clark, l'ex primo ministro che l’aveva preceduta (la prima donna eletta in Nuova Zelanda nella funzione di leader). La Clark ha affermato che “le pressioni sui primi ministri sono sempre grandi, ma in quest'era di social media, click, bit e talk 24 ore su 24, 7 giorni su 7, Jacinda ha affrontato un livello di odio al vetriolo che nella mia esperienza non ha precedenti nel nostro Paese" … “La nostra società potrebbe ora riflettere … se vuole continuare a tollerare l'eccessiva polarizzazione che sta rendendo la politica una vocazione sempre meno attraente” (ilglobo.com › News › World News). Secondo quanto riferito dalla polizia neozelandese nel 2022, le minacce contro la Ardern sarebbero triplicate negli ultimi tre anni. Non è ben chiaro il motivo di ogni singola minaccia, ma due sono i temi prevalenti il sentimento “no-vax”, dominante nella destra estrema con l’idiozia di rivendicare libertà assoluta e una ottusa quanto feroce opposizione verso qualunque legge tesa a regolamentare e limitare l’uso armi da fuoco, dopo la strage di Christchurch.
La premier neozelandese anticonformista, coraggiosa e tenace, quella che aveva commosso il mondo, tenendo un memorabile discorso all’ONU con la figlia Neve dentro il marsupio, aveva sopportato fin troppo la destra volgare e sessista sotto ogni latitudine, sempre pronta a brandire il fuoco incendiario sotto il cappuccio del Ku Klux Klan. Tutto però ha un limite invalicabile. I cronisti avevano annotato i primi scricchiolii. «Il mese scorso la Ardern si è lasciata sfuggire a un microfono parlamentare la definizione poco carina di “coglione arrogante” per il collega di destra David Seymour, per poi scusarsi di fronte al paese» (vvv esquire.com > Italia 19/01/2023 Davide Piacenza). La rinuncia all’incarico per una vita “normale”, non da super-wooman, la logica conseguenza.
Certo che pensando a tutta la nostra letteratura più deteriore, tipo l’adagio andreottiano che «Il potere logora chi non ce l’ha», il super-divo Giulio che corteggiava l’amata Livia Danese tra le tombe monumentali dell’antico Verano, il detto dei mafiosi «megghiu comannari che futtere» o anche il semplice ammonimento più elegante di Massimo D’Azeglio «Se le navi vanno generalmente meglio degli Stati, ciò accade per la sola ragione che in esse ognuno accetta la parte che gli compete, mentre negli Stati meno se ne sa, più s'ha la smania di comandare» (“I miei ricordi”, 1867, postumo), viene una grande tristezza. Se poi ascolto “Gianni” il giornalaio che mi dice “Professo’, oggi, un posto al parlamento, è meijo che vince’ al totocalcio!”, allora mi cascano proprio le braccia, perché non è ancora cessato il fragore dello scandalo corruttivo delle banconote sequestrate dai poliziotti su ordine dei magistrati di Bruxelles ai parlamentari europei.
Malgrado il baccano insensato di Kiev per correre dietro ai “Leopard 2” (a qualunque prezzo, anche a peso d’oro, tanto il denaro non fa mai difetto per le cose luride) la corruzione al Parlamento Europeo, per lo scandalo “Qatar-gate”, tiene il cartellone da tempo. Arresti eccellenti di delegati italiani con moglie, figli, segretari e commercialisti, di vicepresidentesse greche con attaché per portaborse ed altri svaghi, rei confessi che raccontano, vuotano il sacco, fanno nomi, indicano luoghi, importi, circostanze, ricordano tutto pur di uscire a rivedere il sole pieno. Paragonato all’impegno di Jacinda Ardern, questi politici del parlamento europeo fanno nausea. Tanti socialisti democratici, niente laburisti. Lusso, sfarzo, vacanze in resort da sogno, euro di taglio consistente a sacchi e valigie, purché di colore intonato. Traffico d’influenze, compravendita di niente, patenti farlocche di rispetto dei diritti umani, addirittura superiori a quelli degli ateniesi, meglio ancora di civiltà mesopotamiche ed oltre, parola di parlamentare europeo! Lavoro? Tutelato da contratti giusti e tutelati da sindacati integerrimi. Questioni di genere? Parità assoluta! Anzi, donne un passo avanti, uomini un passo dietro, in deferente rispetto (senza oggetti contundenti, nè fruste, nè revolver).
Naturalmente, per ogni dove, gli alti lai degli avvocati e dei sodali, difensori d’ufficio, sulla profanazione della sacralità delle guarentigie parlamentari europee, insidiate da giudici manettari. Sembra che dietro l’intreccio malvagio tra Qatar e Marocco, stia spuntando anche la Mauritania e diversi altri collegati per trame curruttive stiano col fiato sospeso. Michel Claise, il magistrato belga titolare delle indagini sul “Qatar-gate” è preoccupato per la tenuta della democrazia europea. Certamente. Dove c’è corruzione non può esserci democrazia. «Quando si toccano le mazzette e i colletti bianchi, le persone si trasformano in bestie feroci», ha dichiarato il giudice Claise (F. Q. | 7 GENNAIO 2023) aggiungendo «Siamo divorati dalla politica incompetente e corrotta» (Caso Qatar-Ue, Michel Claise: www.ilfattoquotidiano.it › 2023/01/16). Quanto a corruzione parlamentare e criminalità economica, noi Italiani, nel nostro piccolo, possiamo scegliere abbondantemente.
La «‘ndrangheta» calabrese, è in grande spolvero per movimentazione di contante da capogiro, in tutto il mondo. C’è una serie di saggi lucidissimi di Nicola Gratteri, Procuratore della Repubblica al Tribunale di Catanzaro, scritti a quattro mani con Antonio Nicaso [01] che ci raccontano come dalle «'ndrine di Reggio Calabria», si arrivi in Europa e si possa girare in tutto il mondo. La «cosa nostra» siciliana, attualmente in fase calante, dopo i fasti collusivi della “Trattativa con lo Stato”, per via dell’arresto del “padrino” degli stragisti, “u siccu di Castelvetrano”, tutto firmato da capo a piedi, che non doveva essere arrestato per nessun motivo … fino a contrordine, che evidentemente è finalmente arrivato, per ora tace. La «camorra» napoletana, nuova, vecchia, più o meno “organizzata”, in senso cutoliano, con o senza “patto di Secondigliano”, “scissionista” o meno è sempre in agguato, anche se per il momento nel casertano il Comando Provinciale dei Carabinieri ha arrestato una quarantina di soggetti del “Clan dei Casalesi” (fazioni Schiavone & Bidognetti) ed è emerso qualche elemento di sofferenza rispetto ai calabresi nel basso Lazio pontino e sulla costa anziate nettunense. La «sacra corona unita» salentina collabora con le altre mafie, anche se la sua originalità consiste nel privilegiare alleanze con organizzazioni criminali dell'est Europa. La quarta mafia della Capitanata, nelle sue varie sottospecie: la «Società Foggiana», la «Mafia Garganica», la «Malavita Cerignolana», i «Gruppi del Tavoliere», finisce spesso sui media per fatti di sangue. I criminali romani del «mondo di mezzo», epigoni della “banda della Magliana”, giudicati meno pericolosi con sentenza del tribunale, perchè le loro malefatte erano condotte “senza metodo mafioso”, si sono ricompattate da poco e aspettano il PNRR.
A questi niente burn out? In fondo, parafrasando Clausewitz, la corruzione criminale, una variante di guerra ibrida, è un modo di far politica con altri mezzi.
Note.
01. Si segnala l’ultimo: Nicola Gratteri Antonio Nicaso “Fuori dai confini”, Collana Strade blu, Mondadori, 2022.
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