Fra poco, le pianure ucraine dei cereali biondi, getteranno le spighe, come tutti gli anni, come sempre, ma non si può raccogliere tra le bombe, le tombe profanate, i morti ammazzati vilipesi, i profughi … Sono 44 giorni che continua una guerra insensata, totalmente sbagliata, crudele come tutte le guerre. La vera indecenza, come dice anche Papa Bergoglio (azzannato dal NYT del 18 marzo perchè ossessionato dalla pace), è che questa follia non solo non accenni a cessare (per cui lui prega e implora), ma a proseguire indefinitamente, come si usa fare coi prodotti a lunga conservazione che si tengono nel frigo. Questa si che non si era mai sentita. Dev’essere una pensata robotica, una roba extraumana, da algoritmo!
Gli europei, sono sgomenti, increduli e frastornati, dalle notizie di guerra che giungono dall’Ucraina. Difficile orientarsi, capire il senso, ragionare con un minimo di raziocinio. Per lo meno per quelli che c’erano, alla seconda guerra mondiale, anche se non l’hanno “fatta”, come chi scrive. L’ultima guerra mondiale, la seconda del “secolo breve”, ma feroce, quella finita col suicidio nel bunker di Berlino (30 aprile 1945), in Europa. E conclusa con le atomiche su Hiroshima (6 agosto 1945) e Nagasaki (9 agosto 1945), in Oriente. Quelli che non se la possono dimenticare, perché l’hanno dichiarata (loro malgrado), l’hanno perduta fra tragedie epocali, e sono stati diffidati (giustamente) dal riarmarsi. Dopo processi esemplari, ormai 77 anni fa (Norimberga 1945-1946) e 61 per condannare “La banalità del male” (Gerusalemme 1961).
Ai confini dell’Ucraina era cominciato tutto come una esercitazione muscolare, come una grande parata nel centro dell’Europa. Poi tutti sanno che è stato aperto il fuoco, ma nessuno sa ancora perché, nè come si deve chiamare, se “operazione speciale”, guerra, conflitto armato, disputa coi cannoni. Dettaglio assolutamente inutile quando ci sono le stragi, i morti, le città distrutte dai missili e da mercenari di vario tipo e provenienza, arruolati per conto terzi, convenuti sul posto, l’Ucraina, il paese, la terra del grano. Niente è chiaro. Tutto è confuso e confondente. Soprattutto le scene esplicite, rappresentate in TV, nella bolgia, delle propagande incrociate che, in Italia, vengono passate unilateralmente, diverse volte al giorno fino alla nausea, con cadaveri anonimi profanati in brutta evidenza, nelle reti televisive, tutte di B., anche le tre nazionali. Perfettamente inutile, anzi ridicolo e blasfemo il commento “scusateci non vorremmo, ma ce lo ordina l’indignazione”. Qualcun altro che non si può dire no? Obbedienza pronta cieca assoluta, si diceva una volta! A qualsiasi rete essi appartengano, il primo quarto d’ora dei Tg italiani, che in televisione è un tempo lunghissimo, è dedicato ai cadaveri ucraini uccisi dai Russi e alle macerie delle case ucraine distrutte dai Russi di Vladimir Putin. Il che non vuole dire che gli uni e le altre non esistano e non siano da compiangere, ma non sono le uniche cose da sbattere in prima pagina (insistentemente) che accadono nel mondo esecrabile del presente. Se questo succede non solo sulle reti commerciali ma anche sulle generaliste per cui paghiamo il canone obbligatorio, qualcosa non va, anzi va contro l’interesse di chi guarda e ascolta, purtroppo! Non parliamo poi della carta stampata. Quelli che non si chiamano Putin, ma anch’essi governano la politica del mondo come lui, che fabbricano e vendono armi come lui, non è che siano esenti da colpe perchè dicono di essere democratici da esportazione. Vogliamo incominciare veramente a premere sul pedale del negoziato, anziché passare le giornate all’obitorio? Ce l’ha ordinato qualcuno? L’Europa? L’America? Il medico?
Gli USA (ex “gendarmi del mondo” in affanno e distratti dal confronto con la Cina sull’area Indo-Pacifica) guidano la fila dell’Occidente europeo anti-russo, soffiano sul fuoco della guerra, inviando dollari e armi, emanando sanzioni e avvitando la manovella della “garrota” NATO. Insultano, accusano e fanno accusare Vladimir Putin, non certo un giglio di campo, di ogni nefandezza e follia. Secondo gli americani, che parlano per bocca degli atlantisti guidati da Stoltenberg, un norvegese di Oslo (un ex-banchiere tipo Draghi, capo della predetta NATO-garrota), Putin è, un dittatore criminale e perverso, malato, prepotente, cinico, violento, improvvisamente impazzito (per troppi anabolizzanti), che strapazza i suoi generali inetti, colpevoli di elaborare piani sbagliati (e cretini), minaccia i suoi agenti segreti, tremebondi al solo vederlo, di non informarlo abbastanza, apostrofa i suoi soldati di leva, imbelli e mammoni, che piangono invece di sparare, e via di questo passo … Notizie e commenti, non solo inverosimili e partigiani, ma anche stupidi, come lo sono tutte le propagande, da qualsiasi parte provengano, per denigrare la parte opposta e contraria, com’è sempre stato da che mondo è mondo. Chi scrive, non ancora decenne, ne fece una indigestione col “Corrierino dei Piccoli”, “Il Balilla”, “L’avventuroso”, puntati dalla propaganda fascista contro la perfida Albione, i comunisti russi mangiabambini, gli americani zoppi.
«Re Giorgietto d'Inghilterra / per paura della guerra / chiede aiuto e protezione al Ministro Ciurcillone»
«Il terribile Stalino / l'orco rosso del Cremlino»
«Rusveltaccio trottapiano / presidente americano / che ubbidisce alla signora / la terribile Eleonora»
e via andare, per non guardare le macchiette di casa nostra.
Qualcuno che orecchia la storia inutilmente, ha voluto paragonare Putin a Hitler. Esercitazione senza costrutto e del tutto improponibile. Adolf Hitler andò al potere vincendo le elezioni del 5 marzo 1933. Da quel momento in Germania cambiò tutto. Il Führer, grazie anche all'abile macchina di propaganda del ministro Goebbels, prese il controllo delle istituzioni statali, dei media e di molte organizzazioni sociali. Gli aveva detto “si” una Germania avvilita che aveva perso la “Grande Guerra”, depressa per l’umiliazione di Versailles, stremata dall’inflazione, sciamanizzata dalla stupefacente abilità oratoria del Führer. Si noti che Hitler, tra l’altro, non era neppure tedesco ma austriaco, da Braunau am Inn. Comunque, il 30 aprile 1945, esattamente 12 anni dopo, era tutto finito. L’Europa bastonata e distrutta doveva ricominciare. Prima di tutto leccandosi le ferite.
Vladimir Putin, invece, divenne primo ministro il 9 agosto 1999 dopo la caduta del precedente governo guidato da Sergej Stepašin, durato appena tre mesi. Era stato nominato primo deputato, carica che gli permise quello stesso giorno, di essere designato dal presidente Boris Eltsin, Primo ministro della Federazione Russa. Ora, c’è da chiedersi, com’è stato possibile che per ben 23 anni sia stato amico, socio finanziatore e compagnone di tutti i più importanti politici della terra, dei personaggi più famosi del jet set internazionale, senza che nessuno si sia mai accorto della sua personalità anomala e criminale, tale da ordinare le più abominevoli atrocità che oggi gli vengono addebitate. Da molti, ma non da tutti come diceva una reclame. Francesco Bergoglio, il Papa, ha detto che la guerra in Ucraina era preparata da tempo. Bene, anzi male. Quali erano i protagonisti? Cosa volevano? Perchè non si sono voluti mettere c’accordo? C’era forse qualcuno che mirava lungo? Che prevedeva l’isolamento della Russia nella seduta del 7 aprile 2022 all’ONU, che l’ha gettata fuori dal Consiglio dei diritti umani? [01]. Crepi l’astrologo! Ma nel senso del film “The heavenly body”, USA, 1944.
È del tutto scontato che le cose non stiano come ce le raccontano o come ce le vogliono far credere, Biden e Putin, ma questo succede sempre con “il colto pubblico e l’inclita guarnigione”, come dicevano un tempo gl’imbonitori alle fiere e continua a succedere nel presente, anche senza fiere. Quella delle armi, più che fiera, è sempre un florido mercato, fa affari d’oro, in ogni parte del mondo e purtroppo prospera anche in Ucraina. In quelle grandi distese georgiche, invece, non si sa bene perchè, e soprattutto per ordine di chi, la guerra, dovrebbe continuare, “surgelata”, come s’è detto all’inizio, mentre in altri teatri, di cui non si parla, come Yemen, Camerun, Ruanda, Burundi, per esempio, le guerre sono solo dimenticate. Allora, in attesa della mietitura del grano e degli altri cereali, che tutti aspettano trepidanti, più del 9 maggio, giorno della parata militare moscovita sulla Piazza Rossa, per celebrare la vittoria dell'armata rossa, tocca arrangiarsi con la propria mente filtrando, soppesando, valutando accuratamente le notizie. Tutte le notizie, anche quelle sfacciatamente da “velina del MINCULPOP”, perché si riesce quasi sempre a scoprire l’intenzione e lo scopo dei bugiardi. Anche se certe cose non te le vengono certamente a dire a te, come per esempio la “soffiata” del WSJ, rivelata a posteriori che “A febbraio Scholz offrì l’intesa, ma Zelensky rifiutò” [02].
Franco Lorenzoni, un autore-editore contemporaneo che mi garba molto, dice che leggere è più importante che scrivere, che sui fatti bisogna “sostare”, testualmente, girarci intorno, leggere ancora e ragionare, anche per paradossi! Io per esempio mi sto ancora chiedendo come mai Marc Innaro, il corrispondente ufficiale Rai da Mosca del Tg3, accusato di filoputinismo, sia stato cacciato sui due piedi e da 1 mese è scomparso. Continuando a riflettere sulle notizie che ci giungono ogni giorno dai media puntati H24 sull’Ucraina, c’è questo nuovo fatto gravissimo della strage di Bucha, con gente uccisa e lasciata per strada. Io, per mio conto, sono portato a pensare che soldati di leva siano incapaci di torturare, seviziare, stuprare donne uccider bambini saccheggiare le case povere dei villaggi. Natalia, la domestica ucraina, che sta sempre al telefono coi suoi, mi dice di si, che è tutto vero. Siamo noi che non vogliamo credere.
– “Signor Sergio, entrano in case, rompono porte, rubano tutto, chiedono telefono a familia, cosa vuoi tu porto? Quì c’è scarpe per sport, vuoi io spedire per Pavlo? C’è anche ciabatte per nonno io prendo e mando. Ve lo giuro, signor Sergio!” –
Gianni, il giornalaio di Viale Parioli, dice di aver parlato con una un generale in pensione che va da lui a prendere il giornale e gli ha assicurato per esperienza che la guerra è un brutta bestia e incarognisce chiunque. Sono sinceri. Chi può sapere come stanno le cose, quando tutto è falsificabile. I morti non possono dire chi li ha uccisi e non possono resuscitare, bisogna invece smettere di fare la guerra. Mandare per tutto il giorno su ogni rete televisiva cadaveri in diverse pose di morte, indugiando su bambini abbracciati alle loro mamme nell’ultimo spasimo coi volti sfregiati è sadismo puro, non informazione. Incita all’odio, spinge alla vendetta, non si elabora il lutto, non si pensa al negoziato per far cessare le ostilità. Non ci possono essere vincitori nè vinti. Solo la terza guerra mondiale che distruggerà tutto e tutti. Eppoi vien sempre da tornare a chiedersi, se Vladimir Putin non è riuscito a far uccidere Volodymyr Zelensky dai suoi invincibili sgherri dei servizi segreti, non si può pretendere che l’Ucraina e tutto l’Occidente si trasformino in killer (come par di capire sotto, sotto, dagli atlantisti) per andare ad uccidere il presidente dei Russi in carica dal 1999 ossia da 23 anni, o in alternativa, di augurargli un colpo apoplettico?
Monito di chi a chi? Chi si vuol fare rabbrividire? Fatte salve le persone aggredite che reagiscono inferocite dall’esasperazione, gli eserciti regolari e i loro comandanti, chi combatte in Ucraina? Chi sono i soldati di ventura che lottano ferocemente nelle città del paese del grano e uccidono barbaramente i civili? Da dove viene codesta feccia umana? Una prima considerazione sconfortante è che le guerre sono purtroppo ancora tante, troppe e frequenti, rispetto alla manovalanza disponibile sul mercato dei legionari. Dunque aumenta la cattiveria e si diversifica la dottrina bastarda dello “Shock and Awe” [03], perché il controllo delle aree conquistate è impossibile per l’estensione delle medesime e per la distribuzione nel mondo degli interessi e dei fini più biechi. Tutto ciò è già molto illegale e per nulla patriottico, come, quasi un secolo fa, apparve palese nella Spagna dell’”alzamiento” franchista che condusse alla guerra civile spagnola, dove si combatterono anche brigate internazionali comuniste e fasciste di appoggio ai franchisti (1936-1938). I nazisti, non negarono il loro contributo “dall’alto”, massacrando “a tappeto” soprattutto la popolazione civile di Guernica (26 aprile 1937), che ispirò il famoso quadro di Picasso.
Per tornare a noi e scendere nel concreto, basterà rammentare un po’ di voci circolanti. A fianco dell’esercito regolare russo di leva, diciamo i “putiniani”, combattono truppe caucasiche gli “Specnaz” (corpi speciali dell’ex Unione Sovietica) del “GRU” (servizio segreto militare), i ceceni-lealisti musulmani di Ramzan Kadyrov (che ambisce succedere a Putin) circondato dai famigerati “kadyrovtsy”, i suoi miliziani, reduci del Daghestan, anni Novanta e decennio successivo del secolo passato. la Brigata Wagner, i nazisti putiniani. La Brigata internazionale “Prizrak”, i comunisti leninisti ortodossi, per i quali è morto Edy Ongaro («Bozambo»,, ultras del Venezia, il primo italiano, che si è gettato su una bomba ucraina scagliata in trincea per salvare i compagni sul fronte del Donbass. Dall’altra parte, diciamo quella degli zelenskyani, che hanno tassativamente vietato di lasciare il paese ai maschi adulti, accanto all’esercito regolare di leva ucraina, ci sono “Forze di difesa territoriale”, i volontari autoctoni (circa 100.000), la Brigata Internazionale Straniera Ucraina "A Kiev per la libertà" (mercenari, foreign fighter, ultras, fanatici, circa 20mila accorsi da una cinquantina di paesi), il battaglione neonazista “Azov”, che gira i proiettili nel lardo per non fare andare in paradiso i musulmani ceceni che sparano per Putin, e altri strani soggetti. Mi pare tutto molto confuso e illegale, a quanto se ne riesce a capire, ma la tregua, la cessazione del fuoco, serve come il pane! Il grano sta crescendo!
E ancora, com’è possibile che il presidente ucraino, da quando è in carica, sia sfuggito a tutti gli attentati degli infallibili killer di Putin, che pur li aveva ordinati. Eppure ha girato per tutti i parlamenti occidentali in video-conferenza, ha chiesto armi, “No-fly zone”, tenuto discorsi all’ONU, ne stiamo vedendo anche la serie televisiva che lo ha reso famoso. Per carità! Siamo contentissimi per lui e dispiaciuti per Abramovic (ex patron del Chelsea) che si è salvato per un pelo, perchè la dose era solo di avvertimento, mentre è stato ucciso Denis Kireev, l’ucraino della prima delegazione delle trattative a Gomel. Perchè sono stati chiamati in causa gli “SBU”, i servizi segreti ucraini? Era una spia russa, s’è detto. Ma, come si fa a distinguere tra spie buone (ucraine) e spie cattive (russe)?
Cosa pensare ancora, ragionevolmente. Russi e Ucraini – diversi da noi e lontani anni luce dall’Europa come dice Chiara, mia figlia, l’antropologa – sono due popoli che per ben documentate ragioni storiche intendono perfettamente lo stesso linguaggio e lo parlano anche. Spesso, anzi quasi sempre, durante il dominio del georgiano Stalin alla guida dell’ex URSS, ciascuno dei due ha dissimulato, nel parlato, la vera origine identitaria, secondo necessità. È arcinoto che il dittatore-satrapo di cui sopra, ha sempre favorito la politica dell’apparentamento, facendoli sposare gli uni con gli altri, come i Romani antichi, senza ratto delle Sabine.
L’Europa ha perso la seconda guerra mondiale, dalla medesima dichiarata a tutto l’orbe terraqueo tramite Hitler, Mussolini e collaborazionisti vari, se si esclude la Spagna che avevano già dato e il Portogallo, fin quasi alla fine. La Francia, ha fatto come l’Italia, col generale Pétain, però, essendo la Francia del Re Sole, della ghigliottina e di Napoleone, si è attovagliata al tavolo dei vincitori col generale De Gaulle. Il Regno Unito non è mai stata Europa fin dal tempo in cui andavo alle elementari e quando guardavo le carte geografiche appese al muro dal lato opposto a quello dove c’era l’Italia, vedevo quella del Regno Unito con su scritto in bella evidenza a caratteri scuri “PAESI EXTRAEUROPEI” e ancora mi domando perché. Ma forse ogni tanto se lo domandano anche loro, perché con la Brexit ci escono e ci entrano come nelle porte girevoli dei Grand Hotel.
Le diversità sono altrove. l’Ucraina coltiva il grano, alleva scrittori, poeti, artisti, pensatori, mentre la Russia è un coacervo di popoli euroasiatici di etnie tradizioni e religioni le più diverse. Una entità geografica di immense ricchezze naturali, tenuta insieme (con le buone o con le cattive) dal governo imperiale degli Zar (parola equivalente a "Caesar") di tutte le Russie, titolo introdotto la prima volta da Ivan IV (1547-1584), detto “il terribile”, il quale intendeva affermare la trasformazione della sua monarchia (Principato di Moscovia), in Impero, e dunque la continuità storica, con quello bizantino. Si stabiliva altresì che Mosca, diveniva la capitale dell’Impero, quindi erede di Costantinopoli. Una volta trucidati i Romanov, a seguito delle vicende a tutti note, subentrava Stalin al comando di “Sovietzkj Soiuz” ed ora da Putin a quello della “Federazione Russa”. Qualcosa non va? La storia non è né illegittima, né illegale, meno ancora “maestra di vita”. Va solo studiata bene!
L’Ucraina, purtroppo, è solo un tragico pretesto per ridisegnare i nuovi equilibri delle potenze mondiali a distanza di 77 anni dal volo di “enola gay”. L’Europa si è ricostruita ed è stata in pace, ma il mondo è cambiato. Cina e India sono le nuove realtà importanti. In attesa delle “rinnovabili”, chi ha combustibili fossili (carbone, petrolio e gas naturale.) è importante. Lo sono la Russia, gli USA, gli emirati, il Venezuela e conteranno finché ne avranno da bruciare, ammenoché non si muoia tutti prima per CO2. L’economia governata dal dollaro scricchiola, affacciata sul barato del crollo inaspettato, come nel 1929. Quando, come, dove, da chi, sarà discussa la nuova Yalta, sempre a distanza di 77 anni, nessuno lo sa. Tutti gli obsoleti pianomarshalisti, atlantisti, maccartisti cortinadiferristi, si sono accodati al pifferaio magico Volodymyr Zelensky (dire a nuora perché suocera intenda). Simbolo di un mondo superato, questo presidente eletto dell’Ucraina, suona, sui cadaveri e le rovine della propria terra, l’unica melodia che lo interessi: l’idea folle di trascinare un altro presidente eletto, quello della Russia, Vladimir Putin, al tribunale internazionale dell’Aja. Anche l’ONU, quello dei veti incrociati dei vincitori dell’ultima guerra mondiale, forse va rammodernato, sempre a distanza di 77 anni. Ragionare sulla pace, come necessità urgente, assoluta, indifferibile, a cominciare da quella in Ucraina, va fatto non solo per smettere di produrre morti, ma anche perchè il grano sta maturando in uno storico e antico paese e non si vorrebbe una seconda morte per fame anche in altri paesi. Bisogna pensare seriamente di finirla, questa guerra, perché c’è da lavorare parecchio. Ricostruire il paese, la pace, le relazioni. Sgombrare il campo dai morti, dalle mine antiuomo, dalle bombe inesplose, dall’odio forsennato generato da 44 giorni di guerra forsennata, rimpatriare milioni di profughi. Il grano sta crescendo, la spiga fiorirà, bisognerà dedicargli tutto il tempo residuo dell’anno in corso. La gente, molta gente, attende il raccolto del granaio d’Europa, per mangiare. La gente ha fame e la guerra non ha mai saziato nessuno.
Nella parabola del seme che germoglia da solo Gesù diceva «Il regno di Dio è come un uomo che getta il seme nella terra; dorma o vegli, di notte o di giorno, il seme germoglia e cresce; come, egli stesso non lo sa. Poiché la terra produce spontaneamente, prima lo stelo, poi la spiga, poi il chicco pieno nella spiga. Quando il frutto è pronto, subito si mette mano alla falce, perché è venuta la mietitura». Marco (4,26-29)
Note
01. L'esclusione è stata votata dall'Assemblea generale a New York nella seduta del 7 aprile 2022 con 93 voti a favore contro 24 e 58 astensioni, che non hanno valore. La Cina contraria con l’India.
02. Cosimo Caridi da Berlino. “Lo scoop del Wall Street Journal – Cinque giorni prima del conflitto il Cancelliere tedesco propose all’Ucraina un accordo con la Russia (che avrebbero siglato Biden e Putin). Il Fatto Quotidiano 5 aprile 2022, Esteri, p. 4.
03. Tattica militare del "dominio rapido" (Shock and Awe) insegnata da Ullman e Wade 1996, due docenti della “National Defense University” statunitense, che avevano messo per iscritto e teorizzato tutte le Aggressioni USA poi evolutesi nella variante “forza decisiva”, con tanto di “bugiardino” dove sono dettagliatamente specificati: scopi, obiettivi, tecnica di aggressione, impiego della forza, entità della medesima, velocità dell’azione, anche vittime civili e distruzione delle infrastrutture.
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