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la visita di Zelensky a Roma: Per tutto il tempo che sarà necessario, anche oltre!

15 Mag 23

Di Sergio-Mellina

Le guerre sono sempre crudeli e per giunta stupide che offendono persone ragionevoli oltre ad ucciderle. Le giustificazioni mediatiche risultano ancor più miserevoli e propagandistiche proprio perché sono a senso unico, forse pagate un tanto al chilo. Ma anche senza neppure bisogno di corrompere chi sta lodando chi fa la guerra. Naturalmente i laudatores lo fanno per ingraziarsi il più forte del momento, in apparenza, salvo poi abbandonarlo non appena abbia a prevalere il nemico. Lo si è sempre fatto da che mondo è mondo  e prima ancora che l’essere umano divenisse “Sapiens”. I Romani antichi usavano la locuzione «Si vis pacem para bellum» attribuita a Vegezio “se vuoi la pace prepara la guerra”, ma poi, come al solito col latino, non se ne è mai chiarito il senso, tanto che Sallustio nello stesso proposito bellico/pacifico, associava quello di «metus hostilis», vale a dire la «paura del nemico» come coesione nazionale. Il medesimo che la destra rigenerata nel XXI sec. dal Blocco Occidentale ed Europeo, diffonde verso lo straniero/immigrato, per alzare il ponte levatoio.  

 

Quando però, non si può accendere la televisione, non quella dichiaratamente commerciale, ma quella per cui ti ritrovi il canone nella bolletta della luce come per il gas e il telefono [01] senza venire tramortiti ad ogni pie’ sospinto da qualcuno che ti vuole spiegare la differenza tra “aggrediti” e “aggressori”, e qualcun altro che non è un buon samaritano ma il solito esperto di studi strategici internazionali, che dovrebbe essere persona autorevole, ma poi ti spiega come e qualmente il diritto internazionale t’impone di armare l’aggredito contro l’aggressore, cominci a perdere la pazienza, oltre a quella che una volta si chiamava la trebisonda. Se però, perfino il nostro primo ministro donna riceve il capo militare dell’Ucraina in maglioncino di guerra con il distintivo delle sue forze armate (una croce di ferro equilatera diritta con lati divergenti, ma con le estremità che si espandono all’esterno) che a me ricorda tanto il “fascio littorio”, resti ammutolito. 

 

È sempre di gran moda, va su tutto. È sceso da un aereo bianco marchiato Aeronautica Italiana, viene scarrozzato in una Roma blindata con un corteo lunghissimo di Alfa Romeo “Tonale” blindate, che lo scortano fino a Palazzo Chigi (dopo il Quirinale), in pompa magna, tutto a spese nostre, per passare in rassegna un reparto di Lancieri di Montebello, con la banda dei Granatieri di Sardegna coi colbacchi, che intonano l’inno nazionale. La nostra premier, che fa gli onori di casa, dopo aver preso l’ospite per mano, visibilmente frastornato da tanto fasto, per metterlo dal lato giusto in favore di cinepresa, salita alla pedana del microfono, gli dice stentoreamente e solennemente nel discorso ufficiale, che Lei, l’Italia  sosterrà l’aggredita Ucraina dalla vile aggressione russa «a trecentosessanta gradi per tutto il tempo che sarà necessario … e oltre!»  

 

Ecco, devi prendere fiato, bere un sorso d’acqua, riavvolgere il nastro. Di grazia, se già non sai quanto sarà il tempo di guerra necessario – che di per sé è inelegante, arruffone, borgataro – perchè precisare a “trecentosessanta gradi”? Qualcuno di meno, noo? Tra tanta gente che c’è nella Nato, poi, «quarche d’uno s’intruppa», direbbero alla Garbatella. E aggiungere anche quel “e oltre”. Ben sapendo che potrebbe essere anche il tempo inutile, quello dannoso, perfino nocivo? Di solito al quartiere suo, “‘a Garbante”, quando uno diventa pressante, reagiscono immediatamente: – «Ma che fai? Spigni?» 

 

Col Papa Francesco, invece Zelensky ha proprio sbagliato tutto. Sempre col solito maglioncino di guerra era fuori posto. Ha sbagliato teatro e ha steccato la parte. Un elefantino nella cristalleria dell’alta diplomazia, che si mette subito seduto, prima dell’illustre ospite, tirandosi avanti la sedia con le mani sotto il cavallo dei pantaloni. Al Papa non fa impressione ne ha visto di tutti i colori in Argentina. Il piccolo soldatino, sembrava voler dire che è lui il guerriero, e farà la pace “giusta” dopo che avrà vinto l’ultima battaglia. Sempre alla Garbatella gli avrebbero detto «Ma ce sei venuto o te c’hanno mandato?». Forse si è montato la testa, dopo che tutti lo hanno ricevuto dappertutto in tutte le parti del mondo. Forse si crede di essere il vero e unico erede dell’antica Rus di Kiev, una questione di lana caprina per cui sarebbe una popolazione vichinga svedese, del IX sec. slava ma non russa (Nestor di Pečerska). Neppure Stalin è mai stato tanto sciocco, quando, sornione, domandava lisciandosi i baffi, «Quante divisioni ha il papa?» Ma forse il tapino non può andare oltre una tragica e sanguinosa guerra per conto terzi. Ormai è chiaro, il prezzo di sangue,  che lui paga per le armi che chiede, e che il cosiddetto blocco Occidentale gli manda, anche se non è più tempo di blocchi. 

 

Ma forse è tempo che qualcuno cominci a svegliarsi. Inizi a pensare che il non detto di questa sporca guerra spacciata come vicenda tra Zelensky e Putin sia proprio un gesto criminale di esseri disumani. «Va bene io ci metto i morti! Le armi, le munizioni e i soldi, chi? Fate la colletta?». In Occidente nessuno parla. Qualche voce dissidente trapela dal campo opposto. Lo chef di Putin  che insulta i generali russi incapaci. Prigozhin minaccia Putin: “Le munizioni subito, o dirò la verità sulla guerra” (www.quotidiano.net › Esteri 9 maggio 2023). Papa Francesco – «Il problema principale sembra la produzione di armi, mentre c’è la fame nel mondo» (16/02/2023) – che viene frainteso: aspetta diplomatici e riceve militari in divisa da lavoro. Il ministro degli esteri ucraino, quel tal Dmytro Kuleba, c’era, ma si è nascosto per la vergogna. Temeva si ricordassero di quella volta che rivolse una nota di protesta al Vaticano. Il Bergoglio, era stato “equidistante” tra aggrediti e aggressori (sic!), commemorando la “povera” Darya Dugina saltata in aria con l’automobile, minato dall’Intelligence ucraina, mentre aspettava il padre. La figlia dell’ideologo di Putin, Alexander, teorico dell'eurasiatismo contemporaneo, se l’era cercata! Più o meno, la tesi di Kuleba. Noi non lo abbiamo dimenticato, anzi l’abbiamo riconosciuto tra gl’imboscati dal Santo Padre [02]. 

 

Note 

01. Secondo la legge di stabilità 2016, il canone Rai deve essere addebitato nella bolletta dell'energia elettrica dell’abitazione di residenza. 

02. Kuleba – protervia o ignoranza diplomatica? di Sergio Mellina. 9 settembre, 2022 – 06:42 POL.it Psychiatry on line ITALIA, Genova. 

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