(da Il sole 24 ore sanità dell'11-17 aprile 2000)
Segreto professionale in arrivo anche pergli assistenti sociali: a prevederlo sono quattro proposte di legge (C4927, Battaglia, C 4940, D'Amico, C 5076, Prestigiacomo e C 5113, Servodio)dal contenuto sostanzialmente identico e attualmente all'esame della commissioneAffari sociali della Camera.
Le norme prevedono l'introduzione per tuttigli assistenti sociali – sia dipendenti che in regime di libera professione- dell'obbligo del segreto professionale su tutto ciò di che sonovenuti a conoscenza nel corso della propria attività. Condizionerealizzata estendendo a questi operatori le relative norme contenute neicodici di procedura penale e di procedura civile.
Nel corso dell'esame il relatore, il diessinoLuigi Giacco, ha ricordato che in un recente passato quando il serviziosociale operava soprattutto per categorie assistibili e attraverso prestazioniben definite, il problema della riservatezza si poneva in termini relativamentefacili mentre attualmente la questione si pone in termini più complessi.
La tutela della riservatezza riguarda infattila conversazione, la trasmissione dei dati, l'organizzazione dei servizi,la loro sistemazione logistica, gli strumenti di lavoro, i protocolli diintesa fra i vari organismi istituzionali e le organizzazioni sociali coinvoltein un progetto comune di intervento.
Secondo Giacco manca per gli assistentisociali la possibilità giuridica, riconosciuta ad altre categorieprofessionali, di eccepire il segreto e la riservatezza professionale innanzial giudice civile e penale in relazione a quanto hanno conosciuto nell'eserciziodella loro professione.
Per questo si rivela necessario estendereagli assistenti sociali gli art.249 del codice di procedura civile e 200del codice di procedura penale che esonerano alcune categorie professionalidalle eventuali deposizioni.
(F.Gian.)
0 commenti