"Altro uso della storia: la dissociazione sistematica della nostra identità. Poiché questa identità, pur debole, che cerchiamo di assicurare e di raccogliere sotto una maschera, non è che una parodia: il plurale la abita, anime innumerevoli vi si disputano; i sistemi s’incrociano e si dominano gli uni gli altri"
M. Foucault, Nietzsche, la genealogia, la storia
"Uscendo dalla stanza udii le stridule urla delle madri in attesa. Erano tutte uguali, tutte vestite come delle ventenni succinte. Le avevo viste migliaia di volte, mentre strattonavano i loro figli, alti poco più di un metro, semplicemente perché piangevano."
[Margherita Ferrari, L’acido del tuo stomaco può fare un buco, in Loredana Lipperini (a cura di), La Notte dei Blogger , Einaudi, To 2004, p.136]
Per carità, potrebbe protestare qualcuno, non si dica in giro che si tratta di mamme vere! Le madri urlanti, vestite come ventenni succinte, che strattonano bambini in lacrime, nella sala d’attesa del dentista, sono madri inventate, immaginate, finte… e occupano giusto poche righe. Poche e marginali righe di un racconto onirico, ironico ed estremo, scritto da Margherita Ferrari, 17 anni, vicentina, e pubblicato da Einaudi nell’antologia curata da Loredana Lipparini La Notte dei Blogger (http://www.lanottedeiblogger.com/) che raccoglie diciotto racconti scritti da alcuni tra i più gettonati giovani autori — dai diciassettenni ai trentenni- di blog (diari di bordo) italiani.
Per inciso, dopo la curatela Einaudi, Loredana Lipparini ha chiuso il 2004 aprendo il suo blog. Un diario sempre aggiornato, ricco di news e di letteratura, anzi, per dirla con lei, di Lipperatura (http://www.kataweb.it/kwblog/page/CLIP/). Una veterana della blogosfera, è, invece, Margherita Ferrari che imperversa in rete da ben due anni con Underbreath (http://underbreath.splinder.com/), un blog pieno zeppo di paginette e foto in cui, tra l’altro, la giovane vicentina confessa "rapporti conflittuali con i suoi denti e con la massa adolescenziale". All’attivo ha già anche numerosi manuali tra i quali l’inedita "guida pratica per adolescenti introversi ovvero 17 modi per ottenere l’affetto dei vostri coetanei" (http://underbreath.splinder.com/1080587375#1726159 ).
Non sono vere quelle mamme, per carità!, visto che prendono forma e spessore all’interno di un testo narrativo; ma sono, comunque,immaginate. Sono così come può vederle e pensarle un’adolescente: sono lo sguardo di una giovane sul mondo adulto.
Il testo citato potrebbe essere pensato come uno dei tanti luoghi in cui il gioco dei ruoli generazionali si rovescia: non il pianeta saggi che plana sulla palude adolescenti e post adolescenti per radiografarne vizi e virtù, dipendenze e fragilità, per mettersi in ascolto e raccogliere, così, altri dati, per giudicare, per somministrare sondaggi e veicolare, perché no?, consumi… ma il contrario: uno spazio che fornisce pensieri e sembianze umane, testa e cuore, ad adolescenti che hanno voce e mezzi per dire la loro. Piaccia o non piaccia.
Dal luogo letterario di un racconto, il gioco del guardarsi, noi adulti, riflessi nello specchio in cui i gli adolescenti ci vedono, ci descrivono o ci leggono, può continuare. Basta aprire una delle tante pagine della giovane generazione di scrittori americani. Quegli stessi scrittori che, guarda caso, si incontrano in rete, prima di sbarcare in libreria e diventare autori cult per le giovani generazioni. In rete, l’appuntamento è ogni giorno da "McSweeney’s" (http://www.mcsweeneys.net/) l’ormai leggendaria rivista fondata da Dave Eggers che, tra l’altro, nel 2002, ha aperto a San Francisco un laboratorio di scrittura creativa per bambini e adolescenti dove lui stesso insegna: il laboratorio 826Valencia (http://www.826valencia.org/).
Se il gioco continuasse, si scoprirebbe, allora, che, rispetto alle madri finte, l’approdare tra quelle urlanti e succinte che imperversano negli studi dentistici non sarebbe poi così male. Non significherebbe, quantomeno, sprofondare tra le pagine delle mamme rifatte, le mamme con quell’ "espressione […] sempre follemente spaventata" che sono passate sotto i ferri di un chirurgo plastico incapace. Madri altrettanto finte, queste, uscite dalla penna di David Foster Wallace, autore cult, pure lui, per i giovani. Anche in Italia. (La filosofia e lo specchio della natura in Oblio, Einaudi Stile Libero, Torino 2004, p.217 http://www.einaudi.it/einaudi/ita/catalogo/scheda.jsp?isbn=978880617186&ed=87. Si veda anche l’interessante Speciale David Foster Wallace messo in rete da Minimum Faxhttp://www.minimumfax.com/Persona.asp?Personaid=84)
Lo scambio di ruoli, quindi. Leggere quello che scrivono (e leggono) gli adolescenti e intuire quale sia il loro sguardo sul mondo adulto, su di noi, visto che, a dispetto di molti luoghi comuni, anche gli adolescenti italiani scrivono (e leggono). Scrivono non solo messaggini coi kè e i 6, ma riempiono con fiumi di parole i loro diari on line, i loro blog. Scrivono sentendosi ovviamente osservati e facendo perciò emergere sia istanze narcisistiche che soglie di autocensura… ma comunque scrivono. E scrivono in un ambiente virtuale, la blogosfera,utilizzano un’ interfaccia che per loro è familiare, ospitale, naturale e che facilita la loro modalità di apprendimento, di comunicazione, di creazione di senso. Interfaccia nel senso indicato da Roberto Maragliano che definisce le macchine tecnologiche "psicotecnologie: cioè congegni che attivano e strutturano elementi profondi della conoscenza, del senso di sé, che ampliano e danno sostanza e articolazione alla soggettività dell’individuo e del gruppo" (Nuovo manuale di didattica multimediale, Laterza, Bari 1999, p.39-41. In rete il suoLaboratorio di Tecnologie Audiovisive http://host.uniroma3.it/laboratori/LTAonline/ . Si veda anche l’ormai classico saggio di Sherry Turkle La vita sullo schermo. Nuove identità e relazioni sociali nell’epoca di Interne, Apogeo, Milano 1997).
Scrivono, insomma, in uno dei luoghi che hanno, oggi, a disposizione per esprimersi. Un luogo dal quale, una volta spento il computer, tornano, cambiati, a vivere il loro quotidiano.
Un luogo in cui si discute. Un ambiente dove, fin dall’inizio della storia dei blog in Italia, si pubblicano inchieste autogestite comel’autoanalisi dei blog ospitata nel diario di Ludik (http://web.tiscali.it/ludik/spblog2.htm). E già allora, tra i big della blog community italiana,La Pizia osservava:
"Quando scrivi sul blog sei praticamente certo che qualcuno lo leggerà e non c'e' giustificazione che tenga, questo dato incide sulla tua scrittura. Ma non e' vero che sul blog si scrive per gli altri; sarebbe come dire che nei romanzi non c'è verità perché ogni scrittore sa che verrà pubblicato. Invece la verità c'e', ma e' "romanzata".
Sicuramente il diario e' più vero, perché non ci sono filtri. Ma a chi interessa la cruda verità? Chi non si annoierebbe a leggere pagine e pagine di un diario qualsiasi?"
Un giro per blog, quindi. Da dove partire? Basta entrare in un qualunque blog e, come noto, non se ne esce più.
Consigliamo, ma la scelta è opinabile perché la blogosfera non ha un punto di partenza, quello di Giuseppe Granieri (www.bookcafe.net/blog).
Una volta varcata la soglia di un diario di bordo, è sufficiente navigare liberamente usando il blogroll (la lista dei siti amici segnalati dal titolare del blog). Ogni blog rinvia ad altri, in una sorta di sequenza senza limiti e senza confini. Alla fine, tutti insieme, quotidianamente, aggiornano un ipertesto sempre più in espansione, con rimandi e rinvii continui. Una ragnatela in cui lo scambio di informazioni è immediato e trasversale. I blogger più noti e più linkati diventano punti di riferimento del tutto privi di pretese prescrittive. Lo spazio blog diventa comunque un nuovo luogo di incontro e di comunicazione generazionale. E Blog Generation, come anticipa lo stesso Granieri nel suo diario, è il titolo Laterza che sarà in libreria a marzo.
La forza della blogosfera sta nell’essere un media non controllabile; l’informazione che vi circola è assolutamente libera da controlli e vive del confronto continuo tra punti di vista diversi. Viene da pensare, a fronte di un’informazione tv e su carta stampata spesso "fotocopia" e "ingessata" che la vera informazione viaggi, ormai, solo in rete. Molti blogger e molti loro lettori lo sanno.
Sanno che il blog è uno strumento che consente di pubblicare in tempo reale commenti da parte degli altri utenti ai propri post (cioè ai contenuti pubblicati) e, attraverso i commenti, di ricevere, perciò, consensi ma anche critiche spesso feroci, opinioni diverse, indicazioni e stimoli.
E come dice il già citato Giuseppe Granieri, "non potrei smettere, per dirla con una frase di Paolo Valdemarin (www.paolo.evectors.it/italian) di guardare il mondo attraverso gli occhi di persone che stimo. E non potrei smettere di discuterne con loro" (Prefazione a Sergio Maistrello Come si fa un blog (www.comesifaunblog.it) Tecniche Nuove, Milano, 2004, p.X)
Lo sanno pure i giovanissimi. I giovanissimi che bloggano e sono tanti. E tra questi non manca all’appello il blog di Melissa P. (http://www.melissap.org/), al secolo Melissa Panariello, la ragazza siciliana che con il suo "Cento colpi di spazzola prima di andare a dormire" (Fazi, 2003) ha fatto parlare di sé e che, ogni giorno, continua, nel suo diario, a scrivere di sé. In rete.
Ma i più interessanti sono certamente i tanti giovani che, sfruttando il più delle volte la possibilità dell’anonimato, scrivono, scrivono e scrivono…
E leggono.
Leggono i blogger loro coetanei ma anche, ovviamente, tutti gli altri blogger accessibili. E tra questi voglio ricordare, oltre a quelli già citati, in ordine sparso e senza gerarchie di merito:
Personalità Confusa (www.personalitaconfusa.splinder.com),
Giulia Blasi (www.saitenereunsegreto.com)
Eloisa Di Rocco (http://www.lapizia.net/),
Manila Benedetto Principess Proserpina (www.pproserpina.net)
il fumettista Paolo Alighieri (www.eriadan.it)
Violetta Bellocchio (http://sestaserasonoqui.splinder.com)
Chiara Fumagalli (http://www.arkmode.com/blogger/nocturnus.html)
Roberta Jannuzzi (www.robba.blogspot.com)
Chiara Li Volti/Lo (http://paroladellalo.blogspot.com/)
Roberto Moroni (www.thepetunias.net
Gianluca Neri ((http://www.macchianera.net/)
Chiara Papaccio ((http://zaziealbinario17.blogspot.com)
Simone Storci ((http://sviluppina.co.uk/)
Emiliano Colasanti (http://shoegazer.splinder.com/)
Simone Cefaro Tolomelli (www.sasakifujika.net)
Massimiliano Pancioni (http://agomitolo.splinder.com/)
Per saperne di più vale la pena leggersi due dossier dedicati da Internet News ai blogger: Il gusto dei blog per la letteraturahttp://www.internetnews.it/interna.asp?sez=35&info=607)
Blog nuove voci nella rete (http://www.internetnews.it/interna.asp?sez=49&info=579)
Liberi di esprimersi, comunicativi, finalmente tutti scrittori e lettori? Cos’è la blogosfera? Il nuovo paradiso terrestre?
Andiamoci piano: una delle stroncature più feroci dei cosiddetti diaristi, arriva proprio da un blogger. Dallo scrittore veneziano Tiziano Scarpa il cui nome è legato, anzitutto, all’esperimento di mettere in rete il blog collettivo Nazione Indiana(http://www.nazioneindiana.com/).
Ed è da Nazione Indiana che – benedetta blogosfera dove si può dire tutto ciò che si pensa! – Tiziano Scarpa non le manda a dire ai blogger suoi vicini di rete.
Ha fatto il giro del web un suo ben pensato post dall’esplicito titolo di "Bloggers, siete peggio di Liala!" (http://www.nazioneindiana.com/archives/000089.html) in cui scrive, tra l’altro:
"Perché solo spiritosaggini, resoconti di seratine, episodietti, aneddoti? Perché sempre e solo cazzeggio? Miei cari blogger, datevi una scossa. E’ arrivato il momento di fare un salto di qualità, di intensità. Perché non mi raccontate qualcosa che vi costi vergogna, e dolore?Perché vi fermate sempre sulla soglia della camera da letto, come Liala? […] Vi fermate sempre sulla soglia di qualcosa! Perché non mi raccontate i vostri conflitti duri, sul lavoro, in famiglia a scuola?".
Seguono, in Nazione Indiana, nell’archivio di giugno 2003, trentadue commenti al Siete peggio di Liala!
Sarebbe come se, tanto per rimanere a casa propria (e non finire a parlare delle solite Tv blindate o dei giornali fotocopia), per restare, appunto, nel nostro sito, in Pol-it (www.Pol-it.org) ci sentissimo liberi di dire e criticare, di replicare e commentare ogni nuovo articolo che il nostro Francesco Bollorino mette in rete. E non solo ci sentissimo liberi. Non condizionati. Ma arrivassimo anche al punto di aprire il pce, come fosse la cosa più naturale del mondo, ci mettessimo a postare commenti, critiche o altro. Senza che nessuno si offenda o si senta offeso. Qualunque cosa venga detta, da qualunque persona.
Beh, forse dai blogger qualcosa da imparare lo abbiamo. Noi adulti, ai quali non farebbe male scendere, laggiù, nella blogosfera: regredire, ogni tanto, fino all’adolescenza e riaccendere il pc con occhi diversi.
Sarebbe come ritrovarsi tra blogger. Tra scriventi e lettori. Tra persone che comunicano. Realmente, non per finta.
Viene in mente, per concludere, Pierre Lévy:
"Si può sostenere che le cosiddette comunità virtuali compiano di fatto un’autentica attualizzazione (nel senso di una effettiva messa in contatto) di gruppi umani che, prima dell’avvento del cyberspazio, erano sono potenziali. L’espressione comunità attualesarebbe in fondo molto più adatta dell’espressione comunità virtuale per descrivere i fenomeni di comunicazione collettiva nel cyberspazio"
(Pierre Lévy, Cybercultura, Feltrinelli, Milano 1999, p.126)
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