— Perdersi
A tratti mi ritrovo spaesato. Internet? Certo. Virtualità? Bene. Ma in questa nuova dimensione l'inconsistente a volte prende il sopravvento. E allora sembra di galleggiare su un territorio dove gli incontri sono solo virtuali e dove la solitudine acquista un peso e uno spessore ancora più opprimente.
Non è che manca qualcosa? Di concreto, di tangibile? Manca forse una progettualità reale? Un fare e un toccare? Un sentire e un odorare? Manca il faccia a faccia?
Ho parlato con varie persone. E a loro ho chiesto cosa pensassero delle Comunità virtuali.
Tutte, o quasi, si sono dette convinte dell'importanza delle Comunità. Tutte si sono dimostrate certe del loro successo. Della loro crescita e sviluppo. Del loro futuro.
Ma la realtà qual'è?
Molte Comunità Virtuali sono dei luoghi dove gli interventi sono occasionali. Dove le relazioni sono occasionali. Dove gli interventi si fermano di fronte alla "frontiera" dei bits.
"Pensavamo di nasconderci in un universo dorato e in un Nuovo Mondo. Ci ritroviamo più soli e sconsolati".
— Imparare ad orientarsi
"Ho parlato con varie persone…"
Certo. Ma tanti mi avevano avvertito. La virtualità è solo complementare alla realtà. Un nuovo supporto. Un nuovo strumento. Non un mondo a parte. Un territorio da attraversare. Non da abitare per sempre. Una zona di passaggio. In cui transitare a bisogno.
In cui eventualmente rifugiarsi, come in un buon libro, ma per riprendere fiato e fiducia prima di rientrare nel mondo del face to face. Uno strumento notevole per allargare la cerchia delle nostre possibilità di vivere e incontrare realmente.
— Una Comunità Virtuale
http://www.vicinities.com/umanamente
— Prima apertura
La Comunità di UmanaMente apre inizialmente il 22 ottobre 1999. Lento l'arrivo dei partecipanti.
Tutti coloro che entrano nella Comunità sono stati invitati a farlo. Pochi quelli che arrivano spontaneamente. A fine Dicembre 1999 la Comunità conta 43 partecipanti. Ma lo scambio di opinioni e di informazioni è praticamente inesistente. Tanto che qualcuno, per stimolare la conversazione, avanza l' ipotesi che si tratti di una "dead community".
A niente pare servire la decisione di investire tutto il gruppo dei partecipanti dei poteri di Amministratore e Moderatore della Comunità.
Con l'inizio dell'anno decido allora di rimettere tutti i partecipanti nella possibilità di scegliere se rientrare o meno nella Comunità.
1 gennaio 2000: UmanaMente riparte da zero.
— Secondo tentativo
UmanaMente è una Comunità Aperta. Accessibile a tutti. UmanaMente è uno spazio di Informazione Autogestito. Fuori da ogni schema commerciale.
Un luogo dove condividere News, Links e Informazioni particolarmente interessanti. Un luogo dove discuterne. Un luogo dove progettare, pensare soluzioni alternative.
Ad oggi ( 11 gennaio 2000) la Comunità di UmanaMente conta 16 partecipanti. C'è un discreto numero di interventi.
Vicinities mette a disposizione un ambiente relativamente complesso, dove le possibilità di personalizzazione sono notevoli.
— Resoconto
Difficile per me fare un resoconto di questo tentativo. Posso provare a tracciare delle linee guida per un possibile e futuro resoconto. Redigere una bozza. Insistere con le domande.
-Non ho dubbi sulla possibilità che nascano e si sviluppino Comunità dove interessi concreti e economici accomunino i partecipanti. Ma è possibile una comunità come spazio di informazione?
Una informazione che si svincoli dai mediatori usuali.
Che sia in grado di tracciare dei percorsi informativi originali e autonomi.
Seguendo quelli che sono gli interessi dei singoli e le loro attuali esigenze.
-Lo spazio delle Comunità virtuali è uno spazio in gran parte ancora da esplorare.
Ma è un territorio impervio. Al limite della sopravvivenza virtuale. Come affrontarlo?
-Reale e virtuale. Elementi indissolubili? Il face to face come sbocco obbligato per la virtualità?
-Alcuni consigli di Howard Rheingold:
1. Think for yourself
2. Act together with others, and don't leave decisions about your life to distant institutions
3. Neither politics nor technology are deterministic: How we use tools and how we respond to our governments matters
-Bey:
"At this moment in the evolution of the Web, and considering our demands for the "face-to-face" and the sensual, we must consider the Web primarily as a support system, capable of carrying information from one TAZ to another, of defending the TAZ, rendering it "invisible" or giving it teeth, as the situation might demand. But more than that: If the TAZ is a nomad camp, then the Web helps provide the epics, songs, genealogies and legends of the tribe; it provides the secret caravan routes and raiding trails which make up the flowlines of tribal economy; it even contains some of the very roads they will follow, some of the very dreams they will experience as signs and portents."
-Alcune osservazioni di Heather Duggan:
"For myself, I found that I had to spend one year offline to catch up with what I had learned in my previous five years online. "
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