Belli da vedere e da toccare, multimediali, economici, leggeri. Sono i nuovi cellulari giapponesi NTT DoCoMo, che anticipano al meglio i servizi dei futuri terminali Umts
Introduzione
Sfruttano la tecnologia W-Cdma a cristalli liquidi i nuovi telefonini della giapponese Ntt DoCoMo, che anticipano in questo modo di almeno un anno i terminali di terza generazione europei (Umts). Il loro schermo a cristalli liquidi da 65 mila colori occupa l’intera metà superiore, mentre il tastierino numerico con il "pad", i quattro tasti di navigazione, si trova in quella inferiore. In Giappone sono già in vendita ad un prezzo che varia dai 300 ai 500 euro. Il peso è di circa 100 grammi e qualche modello incorpora una video camera digitale. La loro velocità di trasmissione dati arriva fino a 384 Kb/s ed è 40 volte superiore a quella di un Gsm e 10 volte superiore rispetto alle velocità garantite da un Gprs. Così si possono trasmettere suoni e immagini integrati nello stesso Sms. Quasi tutti questi telefoni dispongono di un lettore Mp3 incorporato, per ascoltare la musica scaricata da Internet. Queste sono le caratteristiche principali della piattaforma Foma (Freedom of Mobile Multimedia Access), che permette di operare transazioni bancarie, mandare messaggi multimediali e guardare filmati, mentre si esegue una telefonata. La grande fortuna dei servizi di Ntt DoCoMo si basa sul binomio facilità d’uso — economicità. Il costo fisso mensile per accedere ai servizi multimediali è di circa 3 euro, mentre spedire un messaggio di 500 caratteri costa meno di mezzo ventesimo di euro. Foto, filmati e musica, invece, si scaricano gratis da migliaia di siti legati alle comunità virtuali. Inoltre, gli sviluppatori di contenuti più abili possono vendere al pubblico in modo autonomo i soli prodotti, incrementando così il circolo virtuoso dell’m.content (i contenuti per cellulari). Fantascienza?
Forse per noi occidentali, ma certamente no per i sette milioni di utenti della NTT DoCoMo che hanno scelto di usare il sistema i-mode, che altro non è che la tanto sospirata convergenza fra Internet e telefonia mobile. La NTT DoCoMo il 22 febbraio 1999, con l'attivazione dei servizi i-mode, ha dato la possibilità ai suoi utenti (29 milioni attualmente), di accedere ad Internet direttamente attraverso il proprio telefonino. Da allora gli utenti che hanno sottoscritto questo nuovo servizio sono ben 7.200.000, con un ritmo di crescita che ha raggiunto anche le 25/30.000 unità al giorno. Un tale successo va ben oltre ogni pur rosea previsione, tanto che a marzo del 2000 il sistema è andato più volte in tilt a causa dei continui sovraccarichi. Questo ha determinato la necessità di sospendere o quanto meno frenare le nuove sottoscrizioni, per dar modo alla società nipponica di potenziare i suoi apparati. Solo da poche settimane il servizio è tornato ad essere pienamente operativo, pronto ad accogliere nuovi utenti. Se questi sono i numeri che caratterizzano l'i-mode, vediamo ora di capire come sia stato possibile tutto ciò.
Infrastruttura
Per prima cosa quello che era necessario era dotarsi di una rete che supportasse la commutazione a pacchetto, per poter introdurre un sistema di tariffazione basato sul volume di traffico e non sulla durata delle connessioni. Ciò fu fatto partendo dalla rete mobile digitale giapponese PDC, che offre una connessione dati a circuito a 9600 bps. Da questo punto di vista il GSM si trova esattamente nella stessa condizione, ma, mentre la NTT DoCoMo decise di introdurre la commutazione di pacchetto accontentandosi dei 9600 bps, in Europa si è deciso di incrementare anche la velocità con l'introduzione del GPRS. Il risultato dell'evoluzione della rete PDC prende il nome di PDC Packet Network (PDC-P) e si basa sull'introduzione di due nuovi elementi di rete: PGW e PPM. Il primo, Packet Gateway transfer processing equipment, assume il fondamentale ruolo di gateway (ovvero di connessione) fra la rete mobile e le reti esterne tipo Internet. Il PPM (Packet local processing Module), invece, si occupa della gestione dei pacchetti scambiati fra il PGM e le Base Station. Quando un utente vuole iniziare una comunicazione, spedisce un primo pacchetto al PPM, il quale notifica l'evento al M-SCP che invia il profilo dell'utente. Sulla base di questo viene attivata la procedura di autenticazione, e solo dopo esito positivo si abilita la comunicazione fra mobile e PGW. In caso di conclusione della comunicazione si attivano procedure analoghe, in cui il PPM si occupa di notificare il tutto al M-SCP e al PGW. Se la rete PDC-P introduce il trasferimento a pacchetti, il servizio i-mode, con il suo insieme di server, gateway e database, può essere visto come una interfaccia fra utente radiomobile e Internet. La vera forza del sistema i-mode è che il colloquio fra terminale e server Internet avviene attraverso l'usuale protocollo http (che è lo stesso protocollo che usaimo per la connessione ad Internet dal nostro computer), e inoltre i file che arrivano sul telefonino sono scritti utilizzando il Compact-HTML, in pratica un HTML ristretto. La semplicità di questo approccio si può facilmente comprendere. Il terminale mobile, oltre ad essere compatibile con la rete PDC-P, deve essere dotato di un apposito browser sviluppato dalla stessa NTT. Il primo telefonino commercializzato dalla DoCoMo per il lancio di i-mode, fu il F501i della Fujitsu.
Servizi offerti
Ora che conosciamo qual’è l'infrastruttura di cui dispone, sarà interessante scoprire come la società nipponica se ne è servita per conquistare 7.000.000 di giapponesi.
Per prima cosa NTT DoCoMo ha offerto ai suoi clienti una struttura tariffaria molto allettante: 300 Yen (5.700 lire) di abbonamento mensile, più 0,3 Yen (6 lire) per ogni pacchetto di 128 byte trasmesso. Inoltre ha creato un proprio portale diviso in quattro grandi aree (Transaction, Information, Database, Entertainment), che ha popolato attraverso accordi con società fornitrici di contenuti e servizi: inizialmente erano 67, ora sono più di 480. Una adesione tanto massiccia è dovuta al fatto che la NTT DoCoMo, oltre che intermediario tecnologico fra utente e content provider, assume anche il compito di fatturare i servizi consumati dagli utenti facendoli pagare attraverso la loro bolletta. In questo modo una società che voglia diventare partner della NTT DoCoMo nella fornitura di contenuti, appoggiandosi al "billing system" dell'operatore nipponico, può partecipare ad una parte dei ricavi derivanti dalle bollette, e allo stesso tempo concentrarsi solo sul suo ruolo primario. Normalmente l'attivazione di uno di questi servizi è subordinata al pagamento di un abbonamento, e circa la metà degli utenti i-mode ne ha sottoscritto almeno uno. Certamente non poteva mancare uno dei mezzi di comunicazione più usati e più legati ad Internet: l'e-mail. In questo caso è la stessa NTT DoCoMo ad offrirla.
Tutti gli abbonati possono gestire una casella di posta elettronica personale con indirizzo: numero_telefono@docomo.ne.jp. Ma il mondo i-mode non finisce qui. Si può anche uscire da questo portale digitando semplicemente l'URL che ci interessa e intraprendere la navigazione vera e propria su Internet. Ovviamente i documenti così raggiunti debbono essere scritti con il Compact-HTML, ma questo non sembra un problema: il 22 febbraio 1999 erano 398 i siti compatibili, oggi se ne contano più di 10.000 (compresi 20 motori di ricerca). Ecco cosa offre complessivamente la NTT DoCoMo ai suoi clienti. Il traffico generato dai sette milioni di utenti è così ripartito: 40% verso servizi di entertainment, 20 % news e previsioni del tempo, 10-15 % servizi finanziari, 10 % database e 10-15 % verso siti esterni al portale. I servizi più gettonati sono quelli offerti da Giga Networks e Bandai, che, con il pagamento di un canone di 100 Yen (1900 lire) al mese, consentono di scaricare, rispettivamente, melodie da usare come suonerie e immagini di personaggi dei cartoni animati come screensaver. Non a caso i servizi i-mode hanno conquistato soprattutto i più giovani.
Terminali
Questi giapponesi hanno pensato proprio a tutto. Un sistema così ben congeniato non avrebbe avuto alcun valore senza gli strumenti adatti affinché gli utenti potessero beneficiarne. I terminali i-mode compatibili sono stati sviluppati dalla stessa NTT DoCoMo in collaborazione con alcuni dei più grandi produttori di telefonini. La prima serie viene identificata con la sigla 501i, mentre una lettera iniziale indica il produttore: F per Fujitsu, N per Nec, D per Mitsubishi e P per Panasonic. Ecco i modelli disponibili. Hanno tutti un display piuttosto generoso (fino a 160×120 pixel per il N501i), peso non superiore ai 100 grammi e, cosa non meno importante, un prezzo contenuto e di poco superiore ai cellulari convenzionali. Le suonerie possono essere personalizzate scaricandole dalla rete in formato MIDI. Attualmente è disponibile la seconda serie di telefonini i-mode (502i) la cui peculiare caratteristica è uno schermo a 256 colori.
Fujitsu F502i |
Mitsubishi D502i |
Già si sta pensando alla terza serie (503i) che sarà compatibile con java, con la possibilità di scaricare dalla rete veri e propri programmi arricchendo, così, le potenzialità dei servizi che verranno offerti.
Compact-HTML
Abbiamo già detto che uno dei punti di forza dell'i-mode è l'adozione del C-HTML che altro non è che un HTML prima maniera. Infatti, per la prima serie di terminali (501i), viene utilizzato l'HTML convenzionale versione 1.0, con la possibilità di visualizzare immagini gif statiche di dimensione massima pari a 94×72 pixel. Con l'uscita della serie 502i si è passati ad adottare la versione 2.0 con l'estensione anche a gif animate. Per rendere ancora più agevole la scrittura di pagine i-mode compatibili e per promuovere il proprio prodotto, la NTT DoCoMo offre sul suo sito uno spazio ricco di consigli e avvertenze per poter implementare documenti in C-HTML, questo è l'indirizzo: http://www.nttdocomo.com/ser2.htm. Per esempio, per ogni tag utilizzabile, viene riportata la corretta sintassi con un'immagine che mostra l'effetto sul display del telefonino. Inoltre viene offerto un archivio di 166 icone da poter inserire nelle proprie pagine.
Inoltre…
Il mercato giapponese è molto interessante e tenuto strettamente sotto controllo non solo perché i-mode è il primo esempio di wireless Internet, ma anche perché non è l'unico. L'operatore DDI gestisce una rete basata sul sistema cdmaOne, con un servizio di trasmissione a pacchetti a 64 kpbs, ed offre soluzioni wireless Internet attraverso il suo portale Ezweb. Anche J-Phone, forte della sua rete PDC, propone i suoi servizi attraverso il portale wireless J-sky. La DDI ha sviluppato i suoi servizi impiegando lo standard WAP, allestendo un proprio gateway (EZServer) e usando un proprio browser (EZbrowser) per navigare tra le pagine scritte in HDML. La J-Phone, invece, ha puntato sul MML (Mobile Markup Language).
Conclusioni
La cosa veramente sorprendente è che tutto questo successo è stato costruito sfruttando una velocità di appena 9600 bps, alla faccia di quanti sostengono che solo con le reti future sarà possibile offrire Internet sul cellulare. A questo punto diventerà veramente interessante osservare il mercato giapponese quando entrerà in funzione il primo esempio di rete radiomobile di terza generazione, conforme alle specifiche IMT-2000 e basata sulla tecnologia W-CDMA. A questo punto molti si chiederanno cosa stiamo ancora a perder tempo dietro al WAP, quando con l'i-mode tutti i nostri desideri potrebbero subito realizzarsi. Purtroppo non è così semplice. Una prima fondamentale differenza è che l'i-mode è una tecnologia proprietaria della NTT DoCoMo pensata e sviluppata per operare sulla loro rete PDC, mentre il WAP nasce come standard universale, indipendente dalla rete su cui si appoggia e dal terminale che si utilizza. In un primo momento i dirigenti nipponici avevano pensato di considerare le specifiche WAP, ma presto cambiarono idea per non rallentare lo sviluppo del loro progetto. Questo rese la vita dell'i-mode enormemente più facile, in quanto la NTT DoCoMo con il suo peso nel mercato giapponese poté facilmente imporre il suo sistema. Il percorso del WAP, viceversa, è più lungo perché rappresenta il compromesso fra numerose aziende impegnate in campi diversi, ma alla fine risulterà premiante. Nonostante tutto i rapporti fra l'operatore nipponico e il WAP Forum sono rimasti buoni, tanto che è in atto una collaborazione fra i due per mettere a punto una strategia comune per i sistemi di terza generazione. Il punto più delicato risulterà la scelta del linguaggio da utilizzare, che probabilmente sarà il XHTML (eXtensible HyperText Markup Language).
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