Difficile prevedere quale potrà essere il futuro dell’e-learning nel mondo e, nello specifico, in Italia. Come afferma Robby Ronson è un po’ come guardare nella sfera magica.
Osservando la situazione americana, oltre a quella di alcuni Paesi europei, si possono ipotizzare delle linee di tendenza.
Computer Based Training (CBA): Tendenze attuali e prospettive future
Secondo Mock Turtle, siamo reduci dall’esperienza, di certo non incoraggiante, degli anni ‘80, in cui il Computer Based Training (CBA) doveva rappresentare per le aziende un modo economico di addestrare il personale, senza farlo uscire dall’ufficio. In realtà, esso si presentava come una proposta di formazione scarsamente interattiva e coinvolgente e faceva apprendere ben poco a chi ne faceva uso. Inoltre, le presentazioni in PowerPoint, di per sé, trasferite su Cd-Rom, non erano in grado di offrire quel training che si pensava potessero fornire.
Attualmente, sembra che si stia uscendo da questa situazione di empasse, grazie anche allo sviluppo di numerosi strumenti di collaborazione come, ad esempio, i sistemi di videoconferenza, che consentono un contatto più stretto con il docente, nonché con i pari, ed una maggiore diffusione della banda larga, che, verosimilmente, consentirà una più ampia ricchezza e profondità delle esperienze di e-learning.
La Rete, infatti, non viene più considerata solo un mezzo di trasmissione dei contenuti, ma anche e soprattutto un mezzo di azione e di inter-azione tra tutti protagonisti del corso, docenti, discenti, tutor e tecnici.
Sembra, inoltre, che vi siano anche dei cambiamenti in termini di tipo di contenuti richiesti.
I primi corsi, così come il CBA, si sono focalizzati prevalentemente su questioni relative alle tecnologie informatiche. Attualmente, però, il mercato sta incominciando a richiedere anche una formazione di ‘soft skills’, che permettano di relazionarsi e interagire in modo efficace con gli altri.
Ancora sottoutilizzato? Una ricerca in Gran Bretagna
Una recente ricerca condotta da THINQ (www.thinq.com) in Gran Bretagna ha evidenziato che l’e-learning è ancora poco utilizzato nelle aziende (il 65% non ne fa uso), in particolare in quelle di piccole dimensioni (78%). Sembra che la ragione principale di tale mancato utilizzo sia costituita dal fatto che i dipendenti, in particolare delle piccole realtà aziendali,preferiscono la formazione tradizionale in aula.
I manager, in particolare nelle aziende di piccole dimensioni, dal canto loro, ritengono che uno degli ostacoli maggiori sia rappresentato dalle ristrettezze economiche,. Non si tratta, tuttavia, di un mancato ROI (Return On Investment), né di difficoltà legate alla familiarizzazione e all’utilizzo delle nuove tecnologie.
Chi non utilizza l’e-learning lo concepisce come qualcosa di aggiuntivo, rispetto alla formazione e all’addestramento tradizionali, mentre chi se ne avvale lo considera parte integrante del proprio modello educativo. Questi ultimi sono in grado di creare un percorso formativo ad hoc e veicolabile on site, in tempi brevi, che consente anche un risparmio di risorse, in termini di tempi di apprendimento più contratti.
E’ verosimile che, sulla base degli ottimi risultati conseguiti da numerose aziende statunitensi, un numero sempre maggiore di quelle britanniche seguiranno tale modello.
Le prospettive in tal senso sono incoraggianti. Ad esempio, un’altra ricerca condotta in Gran Bretagna dalla International Data Corp, IDC, (www.idc.com) fa prevedere che lo sviluppo dell’e-learning in tale Stato sarà il più rapido d’Europa, seguito immediatamente dopo dall’Olanda e dalla Svezia, grazie ad una elevata diffusione di Internet e della lingua inglese.
Quello che sicuramente sarà centrale nella formazione online saranno i contenuti, da non intendersi, però, nel senso tradizionale. Nell’e-learning, infatti, i contenuti sono oggetti di apprendimento di piccole dimensioni, strutturati in moduli, che possono sussistere in modo relativamente indipendente, oppure essere parte di unità di apprendimento più ampie.
La creazione, la gestione e la distribuzione di tali oggetti di apprendimento saranno di fondamentale importanza nell’e-learning.
Si prevede che i contenuti maggiormente richiesti saranno relativi alla information technology, al settore commerciale, al marketing e alla leadership.
In tutti questi casi, comunque, si presume che verranno seguite due linee di tendenza principali: la personalizzazione dei contenuti e la modalità di erogazione dei servizi cosiddetti ‘all inclusive’, oppure tramite alleanze tra coloro che forniscono i contenuti e coloro che gestiscono gli aspetti tecnologici. La prima soluzione consente di offrire una ampia gamma di prodotti con contenuti altamente specialistici, la seconda permette di raggiungere un target molto ampio.
Un panacea per tutti? Pro e contro della formazione online
L’e-elearning consente un notevole risparmio economico e permette di ridurre gli spostamenti necessari per recarsi nelle sedi adibite alla formazione. Inoltre, in tale forma di insegnamento si può apprendere secondo i tempi e i luoghi di maggiore comodità.
L’e-learning, tuttavia, non rappresenta sempre la soluzione ottimale. Vi sono casi in cui la formazione tradizionale è preferibile:
- quando il numero degli allievi è assai ridotto, in quanto sarebbe antieconomica e richiederebbe investimenti di tempo eccessivi;
- quando si devono creare le condizioni per un solido teambuilding, che richieda un senso di fiducia tanto forte da non essere sempre raggiungibile via Internet;
- quando si deve effettuare un personal coaching, in cui la fiducia ed il rispetto per un feedback costante e produttivo sono meglio instaurabili faccia a faccia;
- quando si deve costruire non solo una forte partecipazione al lavoro di gruppo, ma anche una vera e propria cultura di gruppo, con idee e valori condivisi.
D’altra parte, l’e-learning può fornire dei valori aggiunti, se integrata con la formazione tradizionale in classe:
- può rendere l’apprendimento un continuum, favorendo l’approfondimento spontaneo, individuale o collettivo, di temi di proprio interesse;
- può favorire la costruzione collettiva e la distribuzione della conoscenza tra i partecipanti;
- può favorire un rapido sviluppo delle abilità immediatamente spendibili sul mercato.
In questo senso, ci si può aspettare una integrazione dell’apprendimento online con quello tradizionale in aula, più che una sua completa sostituzione. Inoltre, si ipotizza non solo una sempre maggiore personalizzazione dei contenuti, ma una vera e propria costruzione dei percorsi formativi in cui lo stesso allievo sarà chiamato a giocare un ruolo attivo in tale processo, in virtù sia dei propri personali interessi, sia della immediata spendibilità di quanto appreso in ambito lavorativo.
L’evoluzione dell’insegnamento e dell’apprendimento online
Cambiando gli obiettivi e i contenuti formativi, si modificano necessariamente anche il modo di insegnare e quello di apprendere.
Gli eventi formativi online saranno sempre più brevi, attualmente ve ne sono anche di pochi minuti, in quanto online non è possibile mantenere una attenzione elevata costante, necessaria per l’apprendimento, per periodi eccessivamente prolungati di tempo.
Le attività formative online, in particolare quelle ‘live’, non potranno essere considerate alla stregua di lezioni socratiche, nelle quali il discente ascolta passivamente. Avranno un maggiore valore formativo, invece, gli studi del caso, le simulazioni e altre forme di apprendimento maggiormente attive e coinvolgenti per i partecipanti.
Sarà auspicabile, in tal senso, utilizzare tutti gli espedienti digitali che la realtà virtuale mette a disposizione.
Sarà necessario attrezzarsi per tempo a maggiori richieste di assistenza da parte dei discenti, che si sentiranno maggiormente in ‘diritto’ di chiederla, sia perché ritengono di averla acquistata, sia perché possono essere meno inibiti dalla presenza dei pari.
L’offerta formativa sarà sempre più personalizzata e per compiere ciò sarà necessaria una preventiva accurata analisi della domanda.
Infine, si dovrà familiarizzare con microfoni e telecamere.
La tecnica dell’infusione
Le esperienze formative online di maggiore successo sono state all’insegna di quella che Elliott Masie definisce la ‘tecnica dell’infusione’ (infusion technique), piuttosto che la creazione di un modello rivoluzionario. Per avere un esempio, è sufficiente osservare quanto avviene nei college del nord America. In essi l’insegnamento online rappresenta una estensione di quanto viene trasmesso nelle aule tradizionali e quasi tutti i corsi hanno il loro rispettivo sito Web.
Tale tendenza è dimostrata anche dal fatto che la maggior parte dei Course Management System, come, ad esempio, Blackboard (www.blackboard.com) e WebCT (www.wbct.com), nella maggior parte dei casi, supportano corsi universitari, più che eventi formativi a distanza basati sul Web.
L’utilizzo della tecnica della infusione è stata, per lo più, una tendenza naturale, più che una scelta deliberata, al fine di sfruttare al meglio le applicazioni tecnologiche disponibili in ambito educativo.
Tale tecnica, inoltre, viene utilizzata in quelle aziende che adottano il modello del cosiddetto ‘blended learning’ [1], in cui l’apprendimento online rappresenta una estensione o una aggiunta all’apprendimento tradizionale in aula.
L’infusione si può trovare anche nell’utilizzo degli strumenti di incontro virtuale, in cui, ad esempio, i sistemi di audio e video conferenza rappresentano una estensione di processi già esistenti offline, come, ad esempio, delle riunioni faccia a faccia. L’obiettivo, in questo senso, è di introdurre la tecnologia come un aspetto naturale del lavoro, piuttosto che come rivoluzione.
Questa tecnica ha il grande vantaggio di permettere a coloro che ne faranno uso di familiarizzare con le nuove tecnologie, di integrarle con le modalità formative utilizzate fino a quel momento, nonché di abbassare le difese che, spesso, si ergono contro le novità, e che fanno permanere aggrappati alle antiche tradizioni.
In questo senso, alcuni suggerimenti potrebbero rivelarsi utili per dei programmi di e-learning:
- iniziare ad utilizzare gli strumenti di e-learning in occasione di incontri in presenza;
- fare ricorso all’e-learning in una fase anticipatoria del corso vero e proprio (ad es. per un pre-test, per la registrazione, ecc.);
- utilizzare l’e-learning come estensione e/o completamento del programma affrontato in presenza;
- creare un calendario ben preciso delle attività online, in modo da consentire una migliore organizzazione individuale di esse;
- aiutare gli allievi a ridimensionare le loro aspettative ad un livello maggiormente realistico, rispetto a quanto spesso veicolato dalle informazioni di mercato.
L’educazione dei discenti: la cultura dell’e-learning
Secondo Elliott Masie non è sufficiente creare i contenuti, i sistemi e le tecnologie per l’e-learning, ma è necessario anche costituire una vera e propria cultura dell’e-learning.
Si tratta quindi, di creare degli ‘e-learners’ con alcuni passi fondamentali:
- fare attenzione alla qualità dei contenuti, in quanto le prime impressioni sono fondamentali per giudicare l’offerta formativa;
- valutare anche la possibilità di eventuali manuali cartacei, per integrare i contenuti veicolati via Internet;
- essere molto chiari nel presentare l’offerta formativa, per evitare di indurre aspettative non realizzabili;
- utilizzare il modello didattico del ‘blended learning’, per permettere ai discenti di familiarizzare con una modalità didattica innovativa;
- tenere presente che il modo di insegnare e di apprendere online sono differenti, pertanto non è possibile una pura e semplice trasposizione dei contenuti da offline a online, ma sono necessari opportune modifiche;
- valutare l’impatto che l’e-learning ha nel contesto educativo non solo a livello tecnologico, ma anche relazionale e affettivo .
Note
[1]. La soluzione ‘blended’ è la migliore?
Uno studio condotto da Thomas Learning, avviato nel 1999 e durato due anni, ha messo in evidenza che su tre gruppi addestrati all’utilizzo di Microsoft Excel, uno tramite esercitazioni e contenuti trasmessi sia online, sia in aula, uno solo online, un altro di controllo, non sottoposto ad alcuna forma di addestramento, le migliori performance sono state eseguite proprio dagli studenti che hanno seguito il percorso misto, online e offline.
Alcuni elementi hanno reso particolarmente efficace questo modello educativo:
- la possibilità di contattare i mentori durante le sessioni online;
- la valutazione basata su compiti che ricreavano quelli effettivamente eseguiti nella realtà;
- l’utilizzo precoce durante l’addestramento del software in oggetto;
- l’integrazione degli oggetti didattici con scenari reali.
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