Laruelle M
Q J Nucl Med 1998 Sep;42(3):211-21
Negli ultimi dieci anni, mediante le tecniche PET (tomografia ad emissione di positroni) e SPECT (tomografia computerizzata ad emissione di fotone singolo) sono stati effettuati molti studi sul sistema dopaminergico in pazienti affetti da schizofrenia, per verificare l'ipotesi secondo cui l'iperattivita' dopaminergica sia associata a questo disturbo psichiatrico. In questo lavoro abbiamo preso in considerazione i risultati di 15 studi di brain imaging funzionale confrontando gli indici di legame della DA in pazienti drug-naive o drug-free affetti da malattia schizofrenica e in contolli sani: 13 studi si sono occupati della misurazione della densita' dei recettori D2 della dopamina (DA), 2 studi hanno confrontato il rilascio di DA indotto dall'amfetamina e 2 studi hanno valutato l'attivita' della DOPA-decarbossilasi, enzima coinvolto nella sintesi della DA. Abbiamo svolto una meta-analisi degli studi che si sono accupati della misurazione dei parametri di densita' recettoriale, assumendo che tutti i traccianti marcassero la stessa popolazione di recettori D2. Questa analisi ha evidenziato che i pazienti affetti da schizofrenia, confrontati con i controlli sani, presentano un lieve ma significativo aumento dei valori di densita' dei recettori D2 ed una significativa maggiore variabilita' di questi indici. Non abbiamo rilevato alcuna evidenza statistica per cui gli studi effettuati mediante butirrofenoni radiomarcati mostrassero un maggior aumento dei valori di densita' dei recettori D2 rispetto agli studi effettuati con altri radioligandi, come le benzamidi. Gli studi sull'attivita' presinaptica hanno messo in evidenza un aumento della trasmissione dopaminergica in risposta allo stimolo amfetaminico ed un aumento dell'attivita' della DOPA -decarbossilasi. Tutti questi dati sono compatibili con alterazioni sia pre che post-sinaptiche della trasmissione dopaminergica in corso di schizofrenia. Gli studi futuri dovrebbero essere diretti ad individuare una miglior caratterizzazione di queste alterazioni ed a definire il loro ruolo nella patofisiologia di questo disturbo.
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