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Enrico Zanalda nuovo Presidente della SIP

18 Ott 18

Di Redazione Psychiatry On Line Italia
ENRICO ZANALDA SUCCEDE A BERNARDO CARPINIELLO COME PRESIDENTE DELLA SIP
Ecco le sue prime parole

“Tutto è avvenuto nel segno della continuità progettuale, pur in uno scenario politico completamente mutato e probabilmente non destinato a restare tale. Uno scenario nel quale il confronto dovrà essere serrato per cercare di portare le risorse da dedicare alla psichiatria a livello di quelle previste in altri paesi europei. L’Italia, infatti, investe solo il 3,5% delle risorse sanitarie in questo ambito rispetto al 15% degli altri Paesi europei. Il futuro della psichiatria italiana si incanala comunque su 5 binari principali: mantenere la natura della SIP come società scientifica di incontro e confronto tra psichiatri operanti in tutti i diversi settori della psichiatria, difendere il ruolo sanitario dello psichiatra rispetto alla richiesta di controllo sociale, migliorare e definire i termini di utilizzo dei TSO, aiutare tutti gli psichiatri a ridurre la distanza che separa i risultati della ricerca clinica dalla pratica terapeutica, intervenire nei processi decisionali delle politiche sanitarie, lottare contro le fake news che in psichiatria sono ormai cosi diffuse da rasentare un pericolosissimo ritorno al passato. Resta aperto il tema delle risorse che la sanità pubblica destina alla psichiatria, enormemente inferiori ad altri Paesi Europei, pur di fronte ad un costante aumento del numero e delle tipologie delle patologie psichiatriche, destinate ad aumentare fino a salire al primo posto del podio nel prossimo decennio, spodestando quelle cardiovascolari. Risorse che anche il ministro Giulia Grillo, in aperura di congresso, ha definito insufficienti.

In questi 40 anni è stata creata in Italia una vasta e capillare rete di strutture psichiatriche, articolata in 163 Dipartimenti di Salute Mentale, 1460 strutture territoriali, 2284 Strutture residenziali che ospitano oltre 30 mila persone, 899 strutture semiresidenziali, 285 Servizi Psichiatrici di Diagnosi e Cura Ospedalieri, per un totale di 3623 posti letto con altre 22 Unità ospedaliere accreditate per ulteriori 1148 posti letto. Questo sistema garantisce ogni anno assistenza a oltre 800 mila persone grazie all’impegno e alla dedizione di circa trentamila operatori, che troppo spesso vengono lasciati soli di fronte all’immane e crescente onere di responsabilità e impegno che grava su di essi, talora anche al prezzo di notevoli rischi personali. Tutto questo nonostante in Italia si investa solo un misero 3,5% del budget della sanità per il settore della salute mentale, a fronte di medie del 10-15% di altri grandi paesi europei come Francia, Germania, Spagna, Regno Unito. Questo significa lasciare sguarniti di personale i servizi, che attualmente hanno un deficit di operatori che va dal 25 al 75% in meno dello standard previsto di 1 operatore ogni 1500 abitanti in 14 regioni/province autonome su 21. Operatori che sono spesso vittime di aggressioni e violenze che spesso nulla hanno a che fare con le malattie mentali, perché commesse da persone con precedenti penali e sotto effetto di sostanze, portati di peso all’attenzione dello psichiatra nei pronto soccorso.
 
Nel nostro ambito facilmente circolano convinzioni palesemente errate, espresse improvvidamente anche da soggetti con ruoli istituzionali di primo piano. Come già avvenuto, è compito della Società di Psichiatria intervenire nel dibattito pubblico dove possa essere fraintesa la professionalità degli psichiatri o vengano sostenute posizioni scientificamente infondate sulle patologie mentali. 
 
Non è infrequente che persone fermate per aver commesso dei reati vengano accompagnate in pronto soccorso per essere ‘controllate’ dallo psichiatra, invece di essere affidate alle forze deputate all’ordine pubblico e al rispetto delle leggi come la Polizia e la magistratura. Inoltre, le stazioni di Polizia o dei Carabinieri segnalano sempre più frequentemente ai servizi di psichiatria territoriale situazioni di anomalie comportamentali che ‘ad un loro approssimativo parere’ potrebbero essere di nostra competenza. Troppo sovente ci si dimentica che il comportamento delle persone solo in alcuni specifici casi viene condizionato dalla malattia mentale. Sul comportamento delle persone influiscono, infatti, maggiormente il carattere, l’educazione, le circostanze ambientali e soprattutto la volontà del soggetto a perseguire il fine che si prefigge. Comprendere questo è compito di periti del tribunale e non certamente dell’uomo della strada o del funzionario di pubblica sicurezza che, probabilmente anche in buona fede, attribuisce delle competenze improprie agli psichiatri”

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