Evitare a coloro che non sono portatori di disturbi psichici ma appartengono alla criminalità organizzata di approfittare dei percorsi sanitari alternativi previsti nel percorso di superamento degli Ospedali Psichiatrici Giudiziari (Opg). Un rischio concreto, che potrebbe insinuarsi tra le pieghe delle applicazioni della nuova normativa per il superamento degli Opg.
Un allarme della Società Italiana di Psichiatria lanciato preventivamente, dal momento che già il 10 giugno, con l’incontro a Roma del Gruppo Interregionale della Salute Mentale (Gism) con il Gruppo Interregionale della Sanità Penitenziaria (Gispe), inizieranno una serie di scadenze molto rigide che porteranno, il 31 marzo 2015, alla conclusione del processo di superamento degli Ospedali Psichiatrici Giudiziari (Opg) e alla loro chiusura definitiva.
“La Società Italiana di Psichiatria – spiega il presidente Sip, Emilio Sacchetti, che dirige anche il Dipartimento di Salute Mentale degli Spedali Civili di Brescia – segue da molto tempo e con attenzione questo delicato percorso e intende partecipare a pieno titolo al coordinamento nazionale previsto nel Dl n 52/2014, per il contribuito tecnico-scientifico e operativo dei propri soci psichiatri, impegnati a tutti i livelli nel percorso di dimissione e di accoglienza delle persone malate di mente e autori di reato.
Recentemente è stata anche redatta una “carta per il superamento delle logiche manicomiali” per un percorso di valutazione clinica e medico legale delle necessità assistenziali delle persone da dimettere, in modo da poter individuare le situazioni territoriali esterne più idonee alla loro assistenza. Si ritiene, infatti, fondamentale evitare che, non coloro che sono realmente portatori di disturbi psichici, ma personaggi appartenenti alla criminalità organizzata, attraverso la simulazione e consulenti compiacenti, approfittino dei percorsi sanitari alternativi previsti dalla riforma: a questo proposito è indispensabile una collaborazione tra la Magistratura e gli operatori sanitari. Gli psichiatri – conclude il prof. Sacchetti – hanno un ruolo primario soprattutto quando incaricati del ruolo di perito o consulente tecnico nel procedimento penale”
(Agi, 9 giugno 2014)
CG
0 commenti