Momento opportuno per un confronto, magari anche serrato, su una relazione, il prendersi cura, mai tanto discussa. È assolutamente legittimo chiedersi chi sia a curare chi, mentre le cronache quotidiano narrano di scambi, talvolta repentini, talaltra continuativi, di responsabilità, di assunzioni di responsabilità, di postura, di modi di intendersi e comunicare tra figlio/a e genitore, di segnali inquietanti, di pericolosi rovesciamenti attraverso lo svolgimento della vita.
Il Segretario Scientifico della SPI, Dott.ssa Elena Molinari, chiarisce che “le giornate di studio e di ricerca del Convegno saranno dedicate a una riflessione sui diversi tipi di rovesciamento, sia quelli patologici, sia quelli che appartengono all’evoluzione fisiologica del bambino e dell’adolescente. Il rovesciamento riguarda anche i curanti, le loro difficoltà e la possibilità di esplorare paradigmi teorici differenti nel rapporto con le famiglie e le istituzioni. Il Convegno intende quindi aprire un dialogo tra i vari attori presenti nella complessa scena della cura del bambino e dell’adolescente, della coppia e della famiglia: non solo è rivolto ai terapeuti o curanti, ma anche agli insegnanti, agli educatori, agli assistenti sociali e ai magistrati”.
L’obiettivo è che attraverso i numerosi contributi, soprattutto di giovani psicologi e medici alle loro prime esperienze terapeutiche, possa emergere un quadro rappresentativo della complessa relazione con la possibilità di affrontarla facendo ricorso anche a nuovi metodi ispirati dalla ricerca, dallo studio e dal confronto clinico.
Sono tanti gli esempi, nella letteratura, nel cinema, nelle arti in genere, del rapporto complesso tra curante e curato, ma che resta pur sempre decisivo per il cammino di entrambi. Al Convegno il compito di sciogliere nodi, se nodi ci sono, di lanciare proposte e nuove metodologie di intervento.
Chissà la marea di
Chissà la marea di sciocchezze omofobiche e transfobiche che direte…
Invece di essere il necessario supporto al Coming Out dei minori LGBTI e dei loro genitori, invece di contrastare l’omofobia e transfobia interiorizzata, invece di accogliere i bisogni dei minori Intersex e Gender Variant.