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Bonus Psicologo o horror vacui?

25 Lug 22

A cura di Luigi D'Elia

In una società nella quale è diventato usuale ricevere delle mancette in risposta a crisi endemiche, dove la disoccupazione è un dato strutturale e se ne prevede il progressivo allargamento, dove le fasce di povertà relativa e assoluta si triplicano in pochissimi anni e le disuguaglianze sociali ammorbano sempre più in nostro tessuto sociale, nulla di strano se accanto al bonus 110%, al bonus mobili, al bonus tv, il nostro lungimirante Stato ci sganci qualche centone per convincerci ad attraversare l’inquietante soglia di uno studio di psicoterapia. Coraggio Ragioner Gargiulo, coraggio signora Proietti, esibisca con orgoglio la sua povertà, ci mostri il suo ISEE, e non si vergogni del suo malessere psicologico, suvvia, tutto sommato siamo tutti nella stessa barca, si comporti da bravo consumatore. Macché non lo sa che adesso anche lo psicologo lo mettiamo nel paniere?

E mentre s’inaugura questo provvedimento che renderà felici alcuni utenti, noi professionisti dobbiamo rinunciare alla mancetta di 200 €, nel frattempo saltata a causa dell’ultima crisi di governo. Peccato davvero, che perdita, con quei soldi ci coprivo i costi del parcheggiatore abusivo o la paghetta mensile per mia figlia. Mannaggia! 

 

Peccato che con il finanziamento previsto per questo bonus psicologo, di soli 10 milioni, è prevedibile che le domande si esauriranno con la stessa velocità delle prevendite del concerto dei Pink Floyd al teatro Mignon.

 

Qualcuno però tra gli psicologi ci dà del disfattista: ma come, proprio adesso che dopo due anni di pandemia un governo si accorge finalmente che esiste anche la salute mentale (direi piuttosto che s’accorge che esiste la mente) e, seppure con pochi spicci, cerca di venire incontro al disastro generale che riguarda la prevenzione del disagio psicologico. Proprio adesso voi vi lamentate pure della scarsità del provvedimento.

 

Non è esatto. Ci saremmo lamentati anche di un finanziamento del provvedimento dieci volte maggiore. Il metodo in questo caso parla del merito. L’occasionalità su temi quali i diritti di accesso a cure essenziali (quali sono le psicoterapie), segnalano una volontà di impotenza senza precedenti, ovverosia, l’aver definitivamente gettato la spugna per la riforma organica del settore salute mentale.

 

Detto in altro modo, forse ancora più diretto, qui nessuno si stupisce più se la distanza tra bisogni elementari del popolo e capacità di attenzione e intervento politico è diventata talmente siderale da sfidare i calcoli dei migliori matematici. E quindi chissenefrega se registriamo l’aumento del tasso di suicidi, specie giovanili (seconda causa di morte giovanile), o se leggiamo l’ennesima tragedia familiare inspiegabile, madri che uccidono i figli, mariti le mogli, figli i genitori, segni inequivocabili di uno sfaldamento dei legami e delle strutture antropologiche della nostra società.

L’erosione progressiva e inesorabile dei nostri diritti più elementari, quale quello alla salute, è oramai pratica comune e acquisita.

 

Ma lo sa in nostro presidente del consiglio o il nostro ministro della salute che senza la loro mancetta, un bel po’ di psicologi si sono accorti già da molti anni che esiste una gigantesca domanda sommersa di aiuto psicologico che nessuno riesce a vedere e a intercettare perché rimasta volutamente invisibile: da un lato la rete pubblica è un colabrodo sottofinanziato e insufficiente; dall’altro 60.000 psicoteraputi privati addestrati nella loro gran parte a sopravvivere nella giungla di una professione privatistica sempre più follemente elitaria.

 

Non a caso si moltiplicano numerose, dal basso, iniziative volontaristiche di associazioni di psicologi no profit che offrono persino prese in carico o prime cure. Ne contiamo centinaia su tutto il territorio

 

Non a caso 4 anni fa nasceva il nostro portale Psicoterapia Aperta che con la semplice idea di socializzare le ore a tariffa sociale (25-40€) ha permesso in questi primi anni a molte migliaia di cittadini (stimiamo almeno 20.000) di rivolgersi a psicoterapeuti del settore privato (attualmente 900). Parliamo di prese in carico, non di un paio di mesi di sedute, come il bonus sarà.

Pensate un po’: una semplice idea a costo 0 vale molto più in termini di risposta reale e concreta di un intervento dello Stato

 

Non a caso, infine, qualche solone del marketing, annusando l’affare e l’enormità della domanda sommersa (e la parallela fame atavica degli psicologi), ha moltiplicato le iniziative del low cost speculativo.

 

Cos’altro volete che debba succedere per accorgersi che la salute psicologica è diventata nella nostra società una priorità assoluta?

 

Prendere decisioni su temi quali i bisogni essenziali delle persone, i loro diritti esistenziali più elementari, sono ormai per le nostre classi dirigenti temi lontani e irrisolvibili. 
 

L’horror vacui ci travolge. Vai di mancetta!

 

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3 Commenti

  1. admin

    un punto mai sottolineato
    un punto mai sottolineato abbastanza è che il cosiddetto “BONUS PSICOLOGO” non fa alcun riferimento alla formazione psicoterapica che INVECE a me pare essenziale e colpevolmente taglia fuori gli psicoterapeuti medici.
    A me sembra un “panem et circenses” dato alla massa degli psicologi italiani non formati e in cerca di un difficile posto al sole.
    Un’italianata fatta sulla pelle di chi ha bisogno di lavorare e di chi ha bisogno di essere aiuatato.

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  2. luigidelia

    CVD, come volevasi dimostrare
    CVD, come volevasi dimostrare https://www.ilfattoquotidiano.it/2022/07/26/bonus-psicologo-in-un-giorno-e-mezzo-85mila-domande-cinque-volte-in-piu-rispetto-a-quelle-finanziabili-con-i-soldi-stanziati-dal-governo/67430

    In un giorno e mezzo, 85.000 richieste all’Inps, 5 volte tanto l’offerta del governo. Ridicoli!

    L’esempio riportato nell’articolo è stato rispettato: come se organizzassero il concerto dei Pink Floyd al teatro parrocchiale Mignon.

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