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Chi lo dice lo fa! La comunicazione dell’intenzione suicidaria

26 Giu 16

A cura di Maurizio Pompili

La prevenzione del suicidio è una delle principali sfide per le organizzazioni di Salute Mentale in tutto il mondo, e resta un difficile compito nella pratica clinica di tutti i giorni.
Un luogo comune molto diffuso è che “chi dice di volersi suicidare raramente lo fa davvero". Così, le persone che comunicano il desiderio di morire rischiano di non essere presi sul serio dai propri cari o perfino dai medici. Al contrario, alcuni studi finora condotti suggeriscono che fino a due terzi delle persone morte per suicidio aveva dato precedentemente qualche indizio delle loro intenzioni.
Un gruppo di ricercatori dell’Università di Roma Sapienza e dell’Università di Genova ha recentemente condotto uno studio volto ad esaminare la comunicazione nel rischio suicidiario. Lo studio è stato pubblicato presso la rivista Psychological Medicine. Gli autori hanno utilizzato un approccio meta-analitico, cioè hanno combinato i risultati di 36 studi precedentemente pubblicati sul tema, con una popolazione di 14.601 soggetti morti per suicidio. Nel complesso, i risultati mostrano che il 44,5% dei soggetti aveva comunicato l’intenzione di morire (intervallo di confidenza: 35,4% – 53,8%). La comunicazione poteva avvenire sia a livello verbale, lasciando messaggi scritti od altri tipi di indizi. Tuttavia, il valore predittivo della comunicazione suicidiaria sembra variare notevolmente tra i diversi gruppi di età: tra gli adolescenti la comunicazione suicidiaria sarebbe associata in modo meno specifico al rischio di suicidio rispetto agli adulti.
La comunicazione suicidiaria spesso rappresenta il momento iniziale del percorso di  riconoscimento e trattamento del disagio psichico. La suicidologia classica suggeriva che gli individui con intenzioni suicidiarie forniscano molto frequentemente indizi del proprio disagio, in modo conscio od inconscio. Tali segnali possono essere una dichiarazione esplicita di impotenza od una richiesta di aiuto, o ancora un sentimento di profonda disperazione. Tuttavia, la comunicazione suicidiaria può anche essere indiretta, ambigua, umoristica o eufemistica, pertanto il destinatario può avere grandi difficoltà nel comprenderne la gravità. Per questo una comprensione e corretta interpretazione della comunicazione suicidiaria possono essere decisive nella prevenzione del suicidio e possono salvare la vita. Questo studio è stato il primo a fornire una stima complessiva e precisa di questo fenomeno e può contribuire ad una migliore conoscenza in materia di prevenzione del suicidio.
 
Pompili M, Belvedereri Murri M, Patti S, Innamorati M, Lester D, Girardi P, Amore M. The communication of suicidal intentions: a meta-analysis. Psychological Medicine 2016 (in press)
 

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