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Coming Out spiegato ai Bambini e agli Psicanalisti

31 Ago 21

A cura di Manlio Converti

Oggi vi spiegherò invece cos'è il Coming Out in modo tanto semplice che lo capiranno anche bambini e psicanalisti. 
 
Coming Out significa uscire fuori dall'armadio e vale per qualunque rivelazione di un segreto fatta dal soggetto stesso.
 
Spesso viene confuso con Outing, che invece significa  che qualcuno ha svelato il segreto di qualcun altro, tirandolo fuori dall'armadio. 
 
Tolta la differenza di base sul chi svela il segreto proprio o altrui,  questi termini si applicano alla sessualità delle minoranze LGBTI più spesso che ad altri casi di segreto personale, ma nonostante tutto non sono molto diversi tra loro.
 
Occorre dire che avere una identità di genere o un orientamento sessuale, è normale, qualunque esso sia, e pertanto l'esistenza di un "segreto" esiste solo perché viviamo in una società omo-transfobica.
 
Dire di essere o che qualcuno è LGBTI dovrebbe essere invece perfettamente naturale, come lo è per la maggioranza delle persone essere e vivere la propria naturale identità sessuale.
 
Ragioneremo ancora alla fine sul perché si tenga un segreto rispetto alla sessualità.  Adesso iniziamo a spiegare perché non c'è tutta questa differenza tra Outing e Coming Out. 
 
La differenza infatti non è nel chi svela il segreto sulla sessualità LGBTI ma su come questo viene accolto. Se fai Coming Out in Iran non credo finirà bene. Se uno psicologo o un amico o perfino un nemico ti farà Outing in un contesto che subito ti difenderà e ti accoglierà serenamente,  penso proprio che vada premiato! Ti ha tolt@ dalla paranoia del rimanere nascosto.
 
Rimanere nascosti rispetto all'identità sessuale causa gravi nevrosi e compromette la Salute Mentale, gli Stili di Vita e produce maggiore morbidità fisica, psichica e sociale, oltre che anticipare la mortalità.
 
Un altro concetto da spiegare è che il ComingOut vale per tutti i tipi di sessualità!  A tutti capita di dire come innocenti bambini di essere innamorati o a qualcuno maliziosamente scapperà che vi siete fidanzati o avete fatto sesso, anche se parla di rapporti eterosessuali.
In questo caso va rilevata la stessa differenza precedente sul come viene accolto il ComingOut. Per le donne eterosessuali persistono ancora molti tabù che forse mancano troppo ai maschi etero, il che produce una asimmetria paradossale anche tra le persone eterosessuali! 
 
Come può un maschio eterosessuale fare sesso liberamente se alle donne non è altrettanto permesso e sollecitato?
Su questa oppressione sessuale si basa ad esempio il fascino del paradiso delle vergini islamiche e assurdità cristiane varie…

 
Torniamo però al Coming-out delle minoranze LGBTI.
 
Abbiamo detto che in realtà è un fenomeno naturale che solo l'oppressione sessuale della società trasforma in un evento speciale.
Spesso anche le persone LGBTI dicono la sciocchezza che vorrebbero un mondo utopico in cui nessuno debba fare ComingOut. 
 
In realtà il mondo utopico efficace sarebbe quello in cui maschi e donne,  eterosessuali ed LGBTI,  facciano ComingOut o si facciano Outing, ottenendo tutti lo stesso consenso e supporto sociale, sanitario e familiare. 
 
Il problema resta, lo ripetiamo, l'accoglienza verso ogni tipo di Outing o ComingOut, che adesso iniziamo ad analizzare con uno schema speriamo abbastanza semplice anche per bambini e psicanalisti.
 
Le risposte possibili al Coming Out o Outing sono:
 
1) accettazione immediata con sorpresa o senza sorpresa ( non l'avevo capito,  lo avevo capito da tempo  );
2) lutto da separazione rispetto alle proprie fantasie o proiezioni sulla persona LGBTI ( mio figlio, mio marito, mio fratello, il mio amico ecc e tutte le possibili versioni al femminile). Ognuno costruisce un'immagine prospettica, soprattutto i genitori,  e lo svelamento di essere LGBTI, quando modifica le attese, manda incontro al lutto per la perdita del proprio fantasma proiettivo. Mantenendo il dialogo, in 2-6 mesi al massimo queste persone rientreranno positivamente nel primo gruppo; se non accade è perché il ruolo protettivo, compito principale del genitore, è decaduto a causa di istanze interiori o sociali forti che hanno fatto violenza dall'interno (cultura, tradizioni, emozioni) o dall'esterno (norme familiari, sociali, immagine pubblica…) al genitore che preferisce decadere da quel ruolo, ben sapendo che la legge non lo punirà per Maltrattamenti a Minore… (nonostante gli estremi ci siano, le leggi a tutela non sono mai state applicate in Italia se i Maltrattamenti sono verso i figli LGBTI, eventuali centri di accoglienza Minori, diventano nuovi luoghi di maltrattamento se si è LGBTI);
3) reazioni emotive estreme: paura, rabbia,  vergogna,  disgusto.  
 
Vediamo a parte le reazioni emotive forti, altrimenti gli psicanalisti non capiscono.
 
Paura e Rabbia sono generalmente reazioni istintive regolate da Cortisolo e Adrenalina,  surrenalici e cerebrali.
La Paura può portare ad allontanamento, la Rabbia ad aggressione.
 
Entrambe possono essere temporanee fasi del suddetto lutto, ma possono produrre danni materiali ed impedire il dialogo,  che serve al superamento del lutto.
 
La Vergogna è un sentimento profondo, che in Italia si confonde col Senso di Colpa. Può portare ad incolparsi del fatto di non essere stati buoni genitori, soprattutto in caratteri tendenti a melanconia, ansia o depressione. 
Ricordare nel tempo che si nasce LGBTI può ridurre questa emozione ma non sempre viene eliminata. Chi ne soffre ha bisogno forse anche di una psicoterapia. 
 
Il Disgusto è invece un elemento molto pericoloso. Produce aggressione distruttiva ed è incolmabile.  È evidentemente inutile proporre psicoterapia a chi provi una emozione tanto violenta ma bisognerà agire a protezione della persona LGBTI,  soprattutto minorenne, che abbia genitori con simili reazioni. 
 
La Vergogna e il Disgusto sono forse reazioni ambivalenti equivalenti, che nel mix familiare agiscono con violenza anche mortale, anche nel caso di relazioni eterosessuali,  soprattutto se agite o perfino subite dalle donne eterosessuali. I casi di violenza contro adolescenti stuprate o la difficoltà stereotipata come presente ancora in Sicilia di accettare la sessualità delle figlie ne sono solo degli esempi.
 
Ecco allora al punto di svolta il perché le persone LGBTI mantengono il segreto. Perché non possono sapere se saranno accolti dalla Violenza del Disgusto e della Rabbia, dall'Espulsione famigliare causata dalla Paura, dalla Vergogna, dal Lutto o dalla Accoglienza serena.
 
Più la società e gli psicanalisti saranno accoglienti verso le persone LGBTI,  minori saranno le reazioni avverse e maggiori l'accoglienza serena e completa anche in caso di Outing. Questo è provato da decenni di Storia dopo Stonewall e dopo i primi LGBTI Pride.
 
Ora passiamo dall'altra parte. Da quella della persona LGBTI per poi chiudere con le problematiche del ComingOut rispetto alla coppia LGBTI. 
 
Come funziona il Coming Out nella testa di una persona LGBTI? 


 
Di solito si usa uno schema a cerchi in cui si spiega che più le norme sociali,  religiose,  politiche, le leggi, le istituzioni, la famiglia e gli amici sono Friendly e Accoglienti verso le persone LGBTI più il percorso interiore è facile. 
 
Nella persona LGBTI esistono vari livelli prima di accettazione del fatto di essere LGBTI e poi della capacità di comunicare quanto è ancora di fatto la peggiore delle discriminazioni, perché ci può escludere anche dalla nostra stessa famiglia. 
 
Il Sè ovviamente è inteso rispetto al corpo,  alla mente, cioè al proprio genere, ma anche al partner o all'espressione di genere. Sono tutti elementi inevitabili perché predeterminati qualunque sia l'orientamento sessuale o identità di genere o comportamento di genere ma mandano in crisi chi si rende conto di essere una minoranza disprezzata anche dagli psicanalisti. 
 
È così difficile anche chiedere supporto psicologico! 
 
Tuttavia in modo sempre più precoce e veloce avvengono i passaggi dalle sensazioni all'agito fino alla propria autodefinizione e ComingOut. Ovviamente stiamo parlando di studi americani… visto che in Italia non c'è ricerca epidemiologica sulla popolazione generale con una Anagrafica Inclusiva. 
 
Evidentemente è tutto più complesso e faticoso per le persone Intersex e Transgender il cui corpo e perfino l'identità di genere sono ancora un campo di battaglia politica presa in ostaggio anche dagli psicanalisti tramite l'obbligo di diagnosi di una sofferenza che essi stessi talvolta… inducono.
Vi ricordo che invece della diagnosi di Disforia/Incongruenza di Genere noi di AMIGAY aps ed io personalmente proponiamo da decenni il Consenso Informato. Questo è basato esattamente all'opposto sulla certificazione semplice di Salute Mentale delle persone Transgender, libere quindi di scegliere e disporre del proprio corpo e della propria identità anagrafica, avendo ricevuto informazioni adeguate su Ormoni, Chirurgia e cambio Genere Anagrafico. 
 
Anche le persone LGBTI possono quindi realizzare rispetto a sé stesse le reazioni di cui abbiamo parlato prima:
1) accettazione immediata del Sé LGBTI (con o senza sorpresa);
2) lutto rispetto ad una immagine di Sé perfetta ma infantile (che deve portare in due-sei mesi a Coming Out con chiunque o si avviterà in una spirale di nevrosi e paranoia che non sarà mai interrotta a meno di un Outing);
3) Paura, Rabbia, Vergogna, Disgusto, Senso di Colpa… 
 
Parliamo ovviamente a parte di queste forti emozioni. 
 
La Paura di essere LGBTI porta a non fare ComingOut o ad evitare persone LGBTI o maltrattare quelle più effeminate/androgine/virago. 
 
La Rabbia può portare al rischio Suicidio immediato ma è un rischio transitorio.
Soni note forti reazioni violente delle persone LGBTI verso i propri partner, oggi soprattutto verso donne Transgender. 
 
Queste emozioni sono forti ma sono mediate dal tempo.
 
La Vergogna porta alla autoesclusione, ai pericolosi tentativi di diventare eterosessuali che aumentano le emozioni profonde e negative. Le persone Transgender finiscono per apprezzare meno il proprio corpo o il proprio aspetto, qualunque esso sia.
 
Il Disgusto… invece rende permanente il rischio suicidio!
 
Il Senso di Colpa è generalmente rivolto ai Genitori: come tutti i bambini, ci si sente colpevoli della realtà che esiste indipendentemente dalle nostre scelte. La persona LGBTI può assumere come una colpa il fatto di essere LGBTI e questa violenza su sé stessi produce danni infiniti nel tempo. 
 
Ultimo capitolo… il ComingOut nelle relazioni di coppia.
 
Inutile dire che le persone poliamorose ma soprattutto bisex hanno grandi difficoltà qualunque sia il loro partner attuale…
 
Anche essere partner di una persona Transgender mette in maggiore difficoltà perché il fantasma della transfobia colpisce sempre anche chi ama una persona transgender, ma soprattutto,  l'assenza di modelli positivi visibili rende impossibile l'identificazione positiva che oggi abbiamo per le coppie e le famiglie omosessuali. 
 
Ma cosa succede nella coppia gay o lesbica (ecc ecc) se uno dei due non fa ComingOut? 
 
Inutile dire che una relazione per essere stabile deve avere una sua socializzazione e vivere serenamente la mondanità.  Come fare a dirlo a mamma… o a papà… è ovviamente il dramma più frequente che può distruggere una coppia. 
 
Questo argomento va discusso con le persone LGBTI invece di diventare un fantasma per psicanalisti in astinenza. 
 
Anche qui possiamo avere le reazioni suddette con effetti tragici di suicidio o omicidio del partner come già scritto o la morte della coppia (per litigi continui e separazione o maltrattamenti continui di uno o entrambi i/le partner) o lutti più o meno perpetui della vita sociale per autoesclusione.
 
I danni del mancato Coming Out sono enormi in una coppia. 
 
Ah no…
Non era l'ultimo capitolo,  vi ho ingannati.
 
Intanto mi scuso per l'uso del maschile inclusivo, ma gli psicanalisti non capirebbero il femminile inclusivo o la Schwa ə.
 
Poi dobbiamo parlare di Paranoia.
 
L'effetto del mancato ComingOut produce Paranoia!
 
L'ansia del Coming Out ovvero della reazione degli altri può diventare Paranoia o Depressione o DCA o abuso di nicotina alcolici stupefacenti. 
 
Fare Outing a queste persone può essere a mio avviso una soluzione, garantendo ovviamente l'accoglienza familiare e sociale, perché la paranoia è un corto circuito che rimanda sempre a domani il Coming Out moltiplicando i rischi suddetti. 
 
La maggior parte perfino delle associazioni LGBTI si avvitano talmente tanto sul paradosso del mancato Coming Out e dell'Outing da difendere chi si nasconde (che è sempre una persona in condizioni di pericolo anche di Salute Mentale) invece che fare appunto Outing in ambiente protetto, per farla uscire dall'avvitamento pericolosissimo del Nascondimento e della Paranoia… (sì… era quella di Freud…lo ammetto).
 
Chi si nasconde o chi difende il fatto di nascondersi produce in chi si nasconde danni gravi e sinceramente bisogna fermare questo paradosso.
 
Mettetevi la Mascherina… ma toglietevi la Maschera… questi sono due consigli di Salute Fisica e Mentale !!!
 
Ovviamente va valutata la portata reale della reazione degli altri prima di fare Outing e quindi ricordarci che gli altri siamo noi, il partner,  gli amici o famiglia di scelta,  la famiglia d'origine,  la scuola l'università il lavoro e poi il resto della società! 
 
Più supporto si garantisce a chi è in Paranoia da mancato ComingOut più si evita il Minority Stress di cui parleremo un altro giorno. 
 
Se voi bambini avete domande fatele pure, se avete capito tutto, fate leggere questo testo ad uno psicanalista, medico o sanitario omo.transfobico o ignorante che sia…

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