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COVID-19: Il padrone e il guardone ai tempi della pandemia

22 Mar 20

A cura di info_1

Chi comanda

E’ necessario distinguere gli effetti che la pandemia può avere  sul legame sociale da  quelli che interessano il singolo individuo con lievi o acclarate patologie mentali. , Per la tenuta della polis è fondamentale che l’angoscia che oggi la pervade   non tracimi in panico. Parliamo di due momenti  distinti dove il secondo è il precipitare peggiorativo del primo. Il coronavirus è un elemento portatore di angoscia, quell’ affetto umano compagno di vita nei momenti di transizione,  una presenza  diffusa e palpabile  che si fa capolino ogni qual volta si ha a che fare con ciò che è altro da noi. Può arrivare a  sovrastare l’individuo sino a metterlo in scacco  riducendolo alla  sensazione di essere alla mercé dell’elemento angosciante quando questo sfugga al controllo. Il coronavirus è   privo di storia, sbucato spaventosamente nella nostra quotidianità, di origine opache e privo di una chiave di lettura per disinnescarlo. Dunque , come  il passante che ci attende in fondo alla via con le mani in tasca, il timore è che possa soggiogarci, ucciderci, dividere per sempre le famiglie.  Cosa vuole l'Altro da me? Vuole uccidermi.

Parlando di caos nelle città , è fondamentale un appello al ruolo della politica.   
In ‘Psicologia della masse ed analisi dell’Io’, quando Freud fa l’esempio del capo caduto da cavallo, riferisce proprio di quel panico che si  impossessa della folla allorquando il condottiero viene disarcionato (‘quando un guerriero grida ‘il generale ha perduto la testa  ‘). E’ allora che la massa cade  preda di quella confusione che può tramutarsi in sgretolamento allorquando   ‘non si dà più retta ad alcun ordine del superiore […] e ognuno si preoccupa soltanto per sé. I legami reciproci hanno cessato di esistere e si scatena una paura sconfinata, irragionevole .  Il gruppo collassa a causa della decapitazione del vertice e il legame reciproco che teneva assieme i membri della comunità si sfilaccia    perché‘ assieme al capo scompaiono anche i legami che uniscono gli uni agli altri i componenti della massa’. Per questo motivo è fondamentale che chi occupa posizioni di garanzia resti saldo al proprio posto e non manchi di lanciare messaggi alla popolazione.  Dal capo dello stato sino al sindaco della piu’ piccola città Italiana, sono dunque benvenuti  i video messaggi mandati urbi et orbi, ufficiali, artigianali , emanati via radio o via web, che diano alla città la possibilità di vedere il posto di comando sempre occupato.
Non è un caso che la Costituzione  americana imponga al vicepresidente di subentrare entro 48 ore al presidente in caso di sua morte repentina.
 Ne ‘ Il Signore degli Anelli
 'Denethor è il  reggente che   ha il compito di organizzare la difesa di Gondor, assediata dalle forze del male. Ma la sua instabilità lo rende incapace di portare a termine tale compito, gettando ad ogni sua oscillazione la popolazione nel panico. 'Gli uomini cominciarono a sparpagliarsi, fuggendo a destra e sinistra come impazziti,   (…) Denethor si levò in piedi dicendo    : «Tutto ciò che facciamo è disastroso.  Seguite chi volete. […]   Fu così che Gandalf prese il comando dell'ultima difesa della Città di Gondor ( abbattendolo col bastone) Ovunque egli si recava i cuori degli uomini si riconfortavano e le ombre alate svanivano dalla memoria. […].
La mattina di giovedì 11 marzo 2004, tre giorni prima delle elezioni spagnole, quattro treni regionali di Madrid saltarono in aria in quattro differenti stazioni, uccidendo 190 persone e ferendone 257. L'intera Spagna accusò il colpo, trovandosi a gestire quest'urgenza alla vigilia della tornata elettorale. Quello che creò  angoscia e confusione fu l'impossibilità di contare su di una verità nel merito dell'origine di tali attentati. La Spagna divenne teatro di manifestazioni di massa, svolte in un clima di tensione e di incertezza. Il  governo di José Maria Aznar non si dimostrò all'altezza della situazione, addebitando senza averne la certezza la responsabilità di tale strage al gruppo terroristico ETA.  Il giorno stesso degli attentati iniziarono a venire alla luce elementi che scagionavano l'organizzazione basca, conducendo invece a chiare responsabilità di gruppi fondamentalisti islamici.   All'indomani dell'attentato, il Re si rivolse alla nazione con un messaggio che ottenne il risultato di impedire la frammentazione sociale, mostrare la fermezza contro ogni azione terroristica, spronare gli spagnoli a recarsi alle urne per rinsaldare le fondamenta democratiche della nazione. Affermando che «il vostro re soffre con voi» esortò gli spagnoli «all'unità contro la barbarie», e contro la «pazzia che non ha nessuna giustificazione».   In questo modo l'Altro dimostrò di non barcollare, impedendo che il panico si propagasse nella nazione e favorendo uno svolgimento normale delle elezioni politiche. 
Nel film ‘Habemus papam’ di Nanni Moretti, il pontefice viene colto da attacchi di panico allorquando si affaccia al  balcone vaticano, segno inziale  della sua progressiva rinuncia ad occupare lo scranno di Pietro. Mentre nella diplomazia vaticana impera l’incertezza, la folla e la comunità cattolica mostrano i primi segnali disgregazione. Il portavoce Marcin Raijski intuisce il pericolo e vi sopperisce con un figurante, un imponente  guardia svizzera, che ne andrà  ad occupare il posto nei papali appartamenti,  passeggiando, muovendo le tende, mostrando  in penombra la sagoma velata che tranquillizza e placa la folla e la preserva dallo sgretolamento. Dunque, in questo momento, è bene che  sindaci , assessori, responsabili di organizzazioni territoriali   si mostrino.     In video, in audio, con comunicati quand’anche banali ma che riaffermino la loro presenza nella stanza dei bottoni.  E’ bene dare  la possibilità  anche al più lontano dei  cittadini di non sentirsi in balia di questo  o quel masaniello che, mancando la voce ufficiale non mancherà di proporsi.
Quado la luce della legge va opacizzandosi, le iene iniziano a sbucare.

 
Chi guarda

In diversi momenti e luoghi  ho dettagliato in merito alla predisposizione di alcuni soggetti, che tecnicamente si definiscono perversi , ad appaltare i loro istinti prevaricatori, sadici e pruriginosi a questa o quella causa, pompando benzina in quel grande motore centrale che alimenta la  folla obbediente. Ne parlai a proposto del 'terrorismo religioso', su Micromega ( http://temi.repubblica.it/…/in-nome-di-chi-analisi-clinica…/) indicando come la stragrande maggioranza di questi violenti assassini era tale anche prima di incontrare questa o quella fede, questo o quel Califfo al quale appaltare una antica ed innata predisposizione alla sopraffazione, al controllo sulla donna, desiderando  mettere in pratica comportamenti tesi ad ingabbiare il femminile nella sua enigmatica presenza, elemento per costoro perturbante ed angosciante. 
Bene. In quel caso parlavo dell'Iisis, e l'Isis è il male. 
Ora parlo delle ordinanze anti coronavirus recentemente emanate.
In particolare quella che possiamo a tutti gli effetti definire ' la caccia al podista', almeno nell’interpretazione piu’ deteriore che ne è stata fatta.
Dietro e dentro ad una nobile causa, arrestare la pandemia ed impedire che un atleta si sloghi una caviglia intasando le sale degli ospedali ormai allo stremo, si nasconde ben alloggiata una innata tendenza  a scrutare livorosamante le vite degli altri, per lo più' fatte di quella gioia e disordine che essendo a  costoro preclusa,  suscita nei loro cuori di pietra una livida rabbia. 
Una rabbia che nel corso della vita quotidiana devono ficcarsi in gola, perché nel biasimare un ciclista o un podista che si allena, non sortirebbero altre effetto se non quello di risultare sgradevoli e malmosotosi, come in effetti sono. Ma oggi, che il capo vi ha fornito un etichetta, un effigge dietro la quale paludarvi ( i guardiani del bene), un Significante Nobile,  le vostre peggiori viscere possono fuoriuscire e darsi lustro. Ecco dunque la natura intrinseca quel gruppo di dieci, venti    uomini del sottosuolo che infestano la bacheca di 'sei di pincopallo se' con foto rubate a corridori, uomini col cane, maratoneti con le cuffie.
 Si passano  le segnalazioni come fossero spacciatori dei bassifondi, si rimbalzano le loro loro foto in un godimento infinto e vertiginoso, liberi finalmente di svuotare tutto il contenuto del  tablet , gonfio di istantanee di gente viva che prima non sopportavano, dentro a gruppi sempre piu' popolati di gente come loro, in un orizzonte di delazione di massa che manco Philip Dick.
'Ne ho beccato uno! Eccolo!, ‘ Localizzatelo!’e giu'  il coro di rancori dei loro  compari a far girare la foto dell'appestato. ' Ho chiamato i carabinieri per segnalarlo!( desiderio recondito, nascosto da tempo, quello di stigmatizzare come irregolare e pericoloso chi è portatore di vita. ) E cosi', in questo lungo periodo di cenere, essi trascorrono le loro orrende giornate dietro la tendina, col fido e dannato e  telefono in cerca di prede da immortalare, sanzionare, in una lussuriosa caccia al deviante.  Possiedono  ciascuno un aggeggio che va da un minimo di 300 ad un massimo di 1200 euro, col quale si fotografano , si baloccano, sullo schermo del quale indugiano mane e sera nell' osservare con rabbia quanto cresca l'erba del vicino.
Poi, quando le maestre della classe  cercano di organizzare lezioni online , scatenano  un inferno sulle chat perché non ne hanno voglia, perché non ne sono capaci, perché si sentono turbati dalla violazione di quella privacy che eccede le loro foto con la carbonara fumante. 
Perché la sola cosa che   sta loro a cuore  sono le vite degli altri.

 

 
 

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