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DEONTOLOGIA PROFESSIONALE

17 Gen 14

A cura di Manlio Converti

Dobbiamo considerare a questo punto la questione dal punto di vista deontologico, ma anche burocratico, estensione del malcostume italico di trasformare tutto in regole e cavilli, ma anche come principio di base e fondativo della realtà sociale condivisa.
 
Si suppone, sulla base della nota del 2012 che il Ministero abbia effettivamente dal 1 ottobre 2013 accolto definitivamente l’ICD X come base del SSN, con l’implicazione in questo campo dell’eliminazione di ogni dicitura patologica per l’omosessualità e l’indicazione accolta dall’OMS (che l’approvò il 17 maggio del 1993) che “l’omosessualità, l’eterosessualità e la bisessualità sono normali varianti della sessualità umana”.
 
Da questo dovrebbe discendere l’estensione in tutti gli Statuti Professionali, associativi e nella Costituzione Italiana degli articoli che si riferiscono all’uguaglianza tra cittadini o membri di quell’organizzazione sociale o dell’intero Paese.
 
Mi riferisco all’articolo Art. 3 della Costituzione che attualmente recita:
Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali.
È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e la uguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l'effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all'organizzazione politica, economica e sociale del Paese.
 
Sulla base della seconda parte dello stesso articolo il Paese dovrebbe essere abbastanza maturo da aggiungere specificatamente la voce “di orientamento sessuale e di identità di genere”, ma questo ovviamente viene ostacolato dall’omofobia dichiarata di molti rappresentanti politici, dal mancato Coming Out di massa, dal mancato Coming Out dei VIP italiani e dall’omofobia celata di quei rappresentanti politici che vorrebbero il voto degli omosessuali ma che non sono disposti comunque a concedere la parità dei diritti civili. D'altra parte la mancata modifica degli statuti professionali, in particolar modo di quello dei medici rende impossibile o quanto meno ostico ai professionisti omosessuali il Coming Out essendo sempre per loro possibile essere tacciati di indegnità professionale a causa della propria libertà di dichiararsi gay e lesbiche. Nei fatti solo gli avvocati oggi sono più frequentemente dichiarati in Italia, visto che possono difendersi da soli…
 
In ogni caso un partito politico ha già inserito questa norma nel suo Statuto Nazionale, proprio il Partito Democratico, ancorché poi sia ambivalente ed inefficace anche su questo tema in Parlamento. Nello specifico parlo del CAPO I Principi e soggetti della democrazia interna Articolo 1. (Principi della democrazia interna) comma 6.:
Il Partito Democratico riconosce e rispetta il pluralismo delle opzioni culturali e delle posizioni politiche al suo interno come parte essenziale della sua vita democratica, e riconosce pari dignità a tutte le condizioni personali, quali il genere, l’età, le convinzioni religiose, le disabilità, l’orientamento sessuale, l’origine etnica.
 
Tra gli ordini professionali solo l’Ordine degli Psicologi ha, grazie ad un movimento che ha avuto a Napoli il suo principale promotore nel professore Paolo Valerio, modificato il suo Statuto nel seguente modo:
 
Articolo 4
Nell’esercizio della professione, lo psicologo rispetta la dignità, il diritto alla riservatezza, all’autodeterminazione ed all’autonomia di coloro che si avvalgono delle sue prestazioni; ne rispetta opinioni e credenze, astenendosi dall’imporre il suo sistema di valori; non opera discriminazioni in base a religione, etnia, nazionalità, estrazione sociale, stato socio-economico, sesso di appartenenza, orientamento sessuale, disabilità.
 
Sarebbe facilmente modificabile, come effettivamente sta accadendo proprio in questi giorni lo Statuto dell’Ordine dei Medici, che nel merito è quello più importante visto che dai medici dipende il concetto di malattia e la conseguente dignità professionale per tutti gli iscritti agli altri albi professionali.
 
L’articolo da modificare è TITOLO II DOVERI GENERALI DEL MEDICO CAP. I Libertà, indipendenza e dignità della professione Art. 3  – Doveri del medico -, che recita:
Dovere del medico è la tutela della vita, della salute fisica e psichica dell'Uomo e il sollievo dalla
sofferenza nel rispetto della libertà e della dignità della persona umana, senza distinzioni di età, di
sesso, di etnia, di religione, di nazionalità, di condizione sociale, di ideologia,in tempo di pace e in tempo di guerra, quali che siano le condizioni istituzionali o sociali nelle quali opera.
La salute è intesa nell'accezione più ampia del termine, come condizione cioè di benessere fisico e
psichico della persona.
 
D’altra parte anche il testo originale di Ippocrate, data la frequenza in Grecia di rapporti omosessuali maschili riconosciuti come istituzione sociale, ancorché non paritaria rispetto al matrimonio, riferisce testualmente che:
In tutte le case che visiterò entrerò per il bene dei malati, astenendomi ad ogni offesa e da ogni danno volontario, e soprattutto da atti sessuali sul corpo delle donne e degli uomini, sia liberi che schiavi.
 
E’ adesso il momento in cui si sta modificando e modernizzando il codice deontologico medico italiano. Spetta a voi lettori, qualunque sia il vostro orientamento sessuale, comprendere ed agire perché queste modifiche vengano attuate nel nostro Paese.

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