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DIARIO PERUVIANO 10: Ripensare il viaggio di Maria Vittoria Calisse

24 Feb 15

A cura di Redazione Psychiatry On Line Italia

PARTO….mi affermo nel movimento, alla ricerca di una dimensione sincrona alla mia interiorità.
Decido un altrove abbastanza lontano per prendere le distanze e focalizzare il fuori che incontrerò e il dentro che ri-suonerà…e cerco di ascoltare questi suoni, ma senza categorizzarli, ma lasciandoli fluire secondo una melodia che soltanto lasciando spazio e tempo può delinearsi.
Questa volta ho voluto incontrare i picchi del Perù, un luogo che non a caso “unisce il cielo e la terra”…

(DIARIO PERUVIANO 1 “Ritrovarsi…”)

Mi preparo a fare spazio e a predisporre le cose che porto in modo tale da non predefinire quel che sarà, ma di iniziare a sognare e ad immaginare i colori, gli odori e i sapori possibili “lontani” e ignoti.
Soprattutto i colori… e le espressioni dei volti….questi, abbozzo nell’attesa.
E mi predispongo…per scansare il quotidiano ormai troppo stretto e attaccato che non permette uno sguardo ampliato.
Ho bisogno di nuovo, di movimento, di risveglio….di spostare i miei riferimenti spazio temporali, sino a con-fondermi con una nuova dimensione e scegliere possibilmente un altro angolo da cui guardare il mondo.
Certo, il tutto “a distanza”…cerco questa dimensione per “spannarmi” gli occhiali e focalizzare dove mi trovo, da dove vengo e dove sto andando.
In fondo, in ogni mia scelta c’è questa spinta a “osservare – me”, che sia un viaggio nei posti o interno nei luoghi dell’anima.
E “osservare” rimanda alla guarigione ( “Osservare” deriva dal latino observare, composto dalla preposizione ob, che indica “moto verso”, e da servare, che significa “guardare, salvare, custodire”)….

(DIARIO PERUVIANO 2 “Il latte del dolore….”)
 
Non solo parto, ma ARRIVO…. E qui comincia l’incontro….i riflettori volgono all’esterno, alla ricerca di angoli, persone, edifici, espressioni, sensazioni che ritornano  e mi restituiscono curiosità, voglia e d entusiasmo di “stare e andare”…dialettica e costante di questo viaggio.

(DIARIO PERUVIANO 3 “Arequipa: inizia l’incontro…”)

In questo disequilibrio tra opposti, trovo il mio equilibrio per addentarmi ed emozionarmi, e cominciare a scoprire monumenti, multi etnie, peculiarità del luogo, leggende…e i miei compagni di viaggio, compresa me.

(DIARIO PERUVIANO 4 “Mi addentro…”)

Mi immergo nelle Ande e qui inizia il disinnesco: stacco la spina con ieri ed inizia un “qui ed ora” talmente ampio che mi spinge a nuovi orizzonti…
Sfugge il controllo e mi arrendo…mi accorgo che solo così il mio sguardo può reggere e incontrare il libero volo dei condor.

(DIARIO PERUVIANO 5 “Nelle Ande: si vola con i condor…”)

Proseguo nell’ammirazione delle sfaccettature andine, che mi conquistano…mi sospendono nell’aria…mi tolgono il fiato e allo stesso tempo mi restituiscono scene con gente del posto indelebili e divertenti…scopro un luogo che accoglie, che sorride, che fa spazio…

(DIARIO PERUVIANO 6: “verso Oriente”)
 
Di qui a poco sperimento non solo la PARTENZA, L’ARRIVO….ma vivo una vera e propria RI-PARTENZA….nel mio viaggio vivo l’ “arresto”, la prigionia della malattia, ricongiungendomi storicamente con i colonizzatori spagnoli e il popolo Azteco proprio mentre mi assale “la maledizione di Montezuma”.
Non solo ascolto la leggenda, ma la rivivo somaticamente…questa volta, la spina la stacco dal presente per raggiungere significativi momenti storici…..in questo intreccio tra personale e collettivo, sopraffatta da tanti sentimenti, solo una cosa riesco a fare: lotto.
Per il resto sopraggiunge la magia di questa splendida terra, che così arriva a sorprendermi non soltanto per la sua natura, ma anche per la mia.
Lascio, così, gli Aztechi e maledizioni annesse per incontrare la raffinata e strabiliante ingegneria degli Incas.

(DIARIO PERUVIANO 7 “La ri-partenza”)

Fare i conti con miei limiti, con gli imprevisti e, allo stesso tempo, mantenere vivo l’entusiasmo e la curiosità di proseguire è stato un tassello fondamentale per aprirmi al successivo step: l’incontro con la foresta amazzonica.
Guarita e liberata ho provato una simbiosi elevata e sana con uno scenario mozza fiato…ho smesso di guardarmi ed ho cominciato a sentire e a sentirmi come mai ho fatto prima….

(DIARIO PERUVIANO 8 “Nella foresta amazzonica: “despacio”….”)

Rinnovata e riconciliata viaggio ancora verso paesaggi altri….sfioro segni pre Incas, raggiungo la costa e mi immergo in scenari oceanici e desertici…
 
Vicino all’acqua, evocatrice di morte e di vita, completo il ciclo….costretta a separarmi da questa avventura giunta a termine, RITORNO nostalgica e ri-nata ….

(DIARIO 9 “Ancora “un viaggio nel viaggio”….)

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2 Commenti

  1. giovanni_luppi

    Ciao Maria Vittoria, non
    Ciao Maria Vittoria, non posso sottrarmi a scrivere ancora qualche parola di commento al tuo resoconto davvero letterario del tuo strabiliante viaggio, e ti confesso, provo un fanciullesco piacere a star qui davanti allo schermo a redigere i miei pensieri. Ma devo anche dirti ( e spero che la redazione non mi prenda per folle,anche se nel tal caso sarei curato molto bene) che nei giorni successivi alla tua gentile risposta ho continuato a ruminare l’idea che tu potessi dare un finale riassuntivo ma completamente aggiuntivo,a mio parere, del tuo racconto di viaggio: ho avuto un vero impatto sincronico quando è apparso il tuo decimo capitolo ( tra l’altro mi è anche corsa la mente al libro che tu hai citato prima della tua partenza,e che io lessi qualche anno addietro,” La Profezia…”).
    Parafrasando l’ intervento di un autore al Festival della mente di qualche anno fa… il viaggio è uno spostamento nello spazio ed insieme una acuta esperienza del tempo; con il viaggio qualcosa ha inizio e qualcosa può accadere; nel profondo del cuore e dell’anima, il viaggio spalanca il presente sull’avvenire; il viaggio è il desiderio di qualcosa d’altro da noi, l’attesa di un incontro con l’altro in opposizione alla fine delle cose; la felicità del viaggio di ognuno dipende dalla percezione di convergenze sensibili del tempo e dello spazio medesimi.
    Ti ringrazio se vorrai leggere senza tedio tal mie espressioni d’animo.
    Giovanni.
    P.s. Con te Maya farei il famoso “Giro del Mondo in 80 Giorni”. Ciao.

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    • Mariavittoriacalisse

      Caro Giovanni, nessun tedio,
      Caro Giovanni, nessun tedio, ma piacere e gratitudine per le tue piacevoli considerazioni. La non causalità degli eventi non è follia, ma magia….e per la proposta del giro del mondo in 80 giorni…sono già pronta:-)
      Cari saluti e buon tutto.

      Rispondi

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