L'ansia si presenta in un gran numero di disturbi fisici e mentali, ma in diversi di essi ne è il sintomo predominante. I disturbi d'ansia sono più diffusi di ogni altro tipo di disturbo psichiatrico. Tuttavia, spesso non vengono riconosciuti e di conseguenza non sono trattati. L'ansia disadattativa, cronica, non trattata può contribuire o interferire con il trattamento di alcuni disturbi medico generici. Il disagio mentale che si verifica immediatamente o poco dopo un evento traumatico travolgente non è classificato come un disturbo d'ansia ma come disturbo post traumatico da stress. Le cause dei disturbi d'ansia non sono del tutto note, ma sono coinvolti sia fattori psichiatrici che medico generici. Molti individui sviluppano disturbi d'ansia in assenza di un precedente fattore scatenante chiaramente identificabile. L'ansia può essere una risposta a fattori stressanti di tipo ambientale, come la fine di una relazione significativa o l'esposizione a una calamità che mette in pericolo la vita. Come tutte le malattie l’eziologia è multifattoriale e a sfondo biopsicosociale. La genetica predispone ma è l’ambiente a scatenare la malattia. L'ansia può presentarsi all'improvviso, come nel panico, oppure gradualmente nel corso di diversi minuti, ore o anche giorni. Può durare da pochi secondi ad anni; una durata maggiore è più caratteristica dei disturbi d'ansia. Lo spettro dell'ansia va da preoccupazioni appena percettibili al panico assoluto. La capacità di tollerare un dato livello di ansia varia da individuo a individuo. I disturbi d'ansia possono essere talmente stressanti e dirompenti da portare alla depressione. In alternativa, il disturbo d'ansia e quello depressivo possono coesistere o la depressione può insorgere per prima, mentre i segni e sintomi del disturbo d'ansia si possono manifestare successivamente. I trattamenti variano a seconda dei diversi disturbi d'ansia, ma tipicamente prevedono l'associazione di psicoterapia specifica per la malattia e una terapia farmacologica. Le classi di farmaci più comunemente usate sono le benzodiazepine e gli inibitori della ricaptazione della serotonina (John H. Greist, MD, Clinical Professor of Psychiatry, University of Wisconsin School of Medicine and Public Health; Distinguished Senior Scientist, Madison Institute of Medicine).
Il termine ictus racchiude un gruppo eterogeneo di patologie caratterizzate da improvvisa interruzione focale del flusso ematico cerebrale, che causa deficit neurologici. Gli ictus possono essere, Ischemico (80%), in genere derivante da trombosi o embolia o emorragico (20%), risultante da rottura vascolare (p. es., emorragia subaracnoidea, emorragia intracerebrale). I sintomi ischemici transitori (in genere della durata di < 1 h), senza evidenza di infarto cerebrale acuto (sulla base di RM pesata) sono definiti come attacco ischemico transitorio (TIA). Negli Stati Uniti l'ictus rappresenta la 5a causa di morte più frequente e la causa più comune di invalidità neurologica negli adulti. L'ictus può coinvolgere le arterie del cervello (Arterie cerebrali.), sia il circolo anteriore (rami della carotide interna) che il circolo posteriore (rami delle arterie vertebrali e basilare). I sintomi iniziali dell'ictus si verificano all'improvviso. In generale, essi includono intorpidimento, debolezza o paralisi degli arti controlaterale e paralisi faciale; afasia; confusione; disturbi della vista in uno o entrambi gli occhi (p. es., perdita transitoria della vista monolaterale); vertigini o perdita di equilibrio e coordinazione; e cefalea. Le complicanze dell'ictus possono comprendere insonnia, confusione, depressione, incontinenza, atelettasia, polmonite, e disfunzione della deglutizione, che può portare a disidratazione, aspirazione, o denutrizione. L'immobilità può portare a malattia tromboembolica, decondizionamento, sarcopenia, infezione delle vie urinarie, ulcere da pressione, e retrazioni. Le normali funzioni giornaliere (tra cui la possibilità di camminare, vedere, sentire, ricordare, pensare e parlare) possono essere diminuite. I deficit neurologici dipendono dall'area cerebrale. L'ictus legato al circolo anteriore causa tipicamente sintomi unilaterali. L'ictus che dipende dal circolo posteriore può causare deficit unilaterali o bilaterali ed è più probabile che possa influenzare lo stato di coscienza, soprattutto quando l'arteria basilare è coinvolta (Elias A. Giraldo, MD, MS, Professor and Chair, Department of Neurology, California University of Science and Medicine School of Medicine).
Sul giornale European Psychiatric è stata pubblicata una meta-analisi molto interessante che cerca di correlare i disturbi d’ansia al rischio di ictus. Per questo studio con un campione molto ampio sono state scansionate moltissime ricerche su PubMed, Embase, PsycINFO, Scopus, ed altri siti rigorosamente scientifici. Il campione di questa complessa review è composto da 950.759 pazienti. Da questi studi è emerso che i pazienti affetti da disturbi d’ansia hanno il 24% di rischio in più di soffrire anche di ictus. Personalmente credo che sia una percentuale da prendere con le dovute precauzione perché la severità dei sintomi, la differenza tra i disturbi d’ansia e le predisposizioni individuali possono cambiare radicalmente quella percentuale in meglio o in peggio.
L'associazione tra i disturbi d'ansia ed un incremento sostanziale del rischio di ictus potrebbe essere spiegato dal ritmo cardiaco anormale, dall’aumento dei marcatori infiammatori, disfunzione dell'asse ipotalamo-ipofisi-surrenale e un aumento del rischio di sviluppare placche carotidee o rigidità arteriosa. Proprietà persistenti dell'ansia inducono un'iperattività ipotalamo-ipofisi-surrenale con attivazione continua del sistema nervoso simpatico. L'innalzamento di diversi neuropeptidi provoca un'alta pressione sanguigna e aritmie, e il rilascio di citochine ha effetti pro-infiammatori e pro-coagulanti sull'endotelio. I persistenti alti livelli di cortisolo (ormone dello stress) possono anche portare a una downregulation dell'asse ipotalamo-ipofisi-surrenale con una sua conseguente disregolazione. Questo spiega come l’ansia, persistente e cronica, possa aumentare non solo il rischio di ictus ma anche altre patologie fisiche correlate. Ad oggi sappiamo che una secrezione continua e persistente di cortisolo distrugge letteralmente il sistema immunitario, predisponendo con più facilità l’individuo a malattia.
I professionisti della salute dovrebbero comunque considerare queste ricerche, associazioni e correlazioni positive visto che il campione studiato è di quasi di 1 milione di pazienti. Sicuramente anche la psicoeducazione è fondamentale per far comprendere all’individuo il rischio aumentato di patologie fisiche/organiche rispetto ai disturbi d’ansia, i comportamenti protettivi e di rischio, e l’associazione tra malattia mentale e somatica. Come sempre non si possono scindere psiche e soma che si influenzano a vicenda in relazione anche agli stressor ambientali. Tutte le malattie sono multifattoriali e biopsicosociali, e quindi anche il trattamento e la cura devono essere in chiave multidisciplinare. Ancora una volta notiamo come lo psicologo sia un professionista sanitario fondamentale per la prevenzione, diagnosi e trattamento di malattie mentali che condizionano il fisico e la vita dell’individuo.
Bibliografia
Perez-Pinar, M., Ayerbe, L., Ayerbe, L., Mathur, R., Gonzalez, E., Foguet-Boreu, Q., Foguet-Boreu, Q.,. .. Ayis, S. (March 01, 2017). Anxiety disorders and risk of stroke: A systematic review and meta-analysis. European Psychiatry, 41, 102-108.
www.msdmanuals.com
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