E’ con molto piacere che presento, in questo numero, due iniziative davvero intelligenti, coraggiose e caratteristiche, nate dalla creativita’ e dalla fantasia di un gruppo di donne siciliane.
La prima e’ la neonata Casa Editrice "Librart", a cui dedichiamo un po’ di spazio in piu’ per poter presentare il Concorso che Librart propone, alla sua prima edizione quest’anno, dal titolo Facciamo quadrato.
La seconda riguarda un progetto di Architettura, anch’esso appena nato, a Palermo, che intende occuparsi dell’abitare femminile: il suo nome e’ Altre Stanze.
Vengo a conoscenza di queste esperienze tramite l’amica e lettrice Viviana Celestino, giovane architetto di Caltanisetta che partecipa ad entrambe e rappresenta quindi, in qualche modo, un trait d’union che ci consente di presentare le due iniziative e di tentare di rintracciarne le linee comuni di fondo.
Intanto, si tratta di iniziative tutte al femminile. Donne, donne di diversa eta’, di diversa provenienza culturale, si mettono insieme, mettono insieme le loro menti per fare quella che oggi con un brutto termine si chiama impresa, o imprenditoria femminile, in una Regione come la Sicilia, cosi complessa.
Sfatando il luogo comune che vuole il Sud, e in particolare le donne, come oggetto sempre passivo dell’aiuto ricevuto e dell’assistenzialismo, queste donne si sono fatte soggetto attivo di un’attivita’ che non ha richiesto alcunche’ da fuori, che non e’ emanazione di altro che non provenga da loro stesse, che non c’era prima, non e’ costola di nessun uomo; se la sono inventata.
Librart, che ha sede a Palermo (librartcooperativa@yahoo.it), e’ una societa’ specializzata prevalentemente nel settore delle biblioteche e dell’editoria per l’infanzia. Ha da poco pubblicato il primo libro, una favola dal titolo "Le parrucche della pecora", con testi di Viviana Celestino e illustrazioni di Antonio Di Chiara. Ma oltre alle pubblicazioni per bambini, Librart si occupa di catalogazione di materiale librario, di consulenza letteraria e ricerche bibliografiche, di fornitura di servizi per l’editoria cartacea e multimediale, di organizzare eventi culturali legati al mondo del libro, di progettazione grafica….insomma, di tutto quanto e’ legato al leggere, alla parola, sia nel tradizionale testo cartaceo sia nelle prospettive della multimedialita’.
In collaborazione con la rivista Mezzocielo e la libreria Kalhesa, Librart propone la Prima Edizione del concorso Facciamo quadrato, di cui diamo le coordinate, estratte pari pari dal bando cartaceo, per chi intenda parteciparvi.
"Il tema e’ il corpo. Parti o interezze, dettagli, sfumature o complessita’, visioni d’insieme.
E’ aperto a tutte le donne di tutte le eta’.
Quelle che nel corpo hanno tracciato una storia, nei piedi, nelle caviglie, nelle coscie, nei fianchi, nel sesso, nella pancia, nel seno, negli occhi, nei capelli.
Su e giu’ per questa mappa, esplorata in prima battuta, percorsa da altri. Ritenuta accogliente, speriamo non in pericolo.
Le tecniche. Scegli, pensa, osserva, raccontaci una parte del tuo corpo. Gli strumenti possono essere le parole, le parole e le immagini, i disegni, le fotografie. La tecnica la scegli tu. Scrivi anche a mano, stampa, incolla.
Il formato. Usa fogli bianchi di forma quadrata. La misura del lato deve essere 15 centimetri. Puoi usare fino a 9 quadrati.
Metti tutto in una busta e spedisci a:
Concorso Facciamo Quadrato
Via Aldo Moro, 16
931000 Caltanisetta
Entro il 31 Ottobre 2006
Allega una tua piccola presentazione, i tuoi dati e se ti va anche una foto.
Le storie verranno lette e selezionate da una giuria di donne. La storia vincitrice ricevera’ un premio in libri e verra’ pubblicata sulla rivista Mezzocielo, bimestrale di politica, cultura e ambiente pensato e realizzato da donne. Con tutte le storie verra’ organizzata una mostra.
Per chiarimenti: http://facciamoquadrato.blogspot.com
Questo concorso e’ un inizio, un primo tassello, un puzzle variabile, una mistura, una misura."
I nostri auguri sinceri per un’ampia e, soprattutto, sentita partecipazione a questo curioso concorso, il cui titolo rimanda, almeno dentro di me, ad un’annoso problema femminile: perche’ le donne non fanno mai abbastanza quadrato fra loro? Perche’ e’ tanto difficile la solidarieta’ non estemporanea, ad esempio quella nei luoghi di potere? Perche’ e’ difficile essere coese anche nella buona sorte, e non solo nella sfortuna, anche quando una vince o primeggia? Chissa’, se la societa’ Librart e iniziative analoghe vorranno occuparsene….
Segnaliamo il delizioso catalogo a cura di Librart "sono nata nel 1974" e il video "donne" (foto sotto riprodotta di Domenico Cogliandro).
Accenniamo brevemente anche ad Altre stanze, progetto in status nascendi che "intende svolgere una ricerca sulla qualita’ e i modi dell’abitare femminile". La ricerca prende in esame i luoghi tradizionalmente abitati dal femminile, cioe’ gli spazi della casa e la loro gestione, cercando di "documentarne lo stato di fatto, una situazione nella quale difficilmente lo spazio della casa viene inteso come luogo che si rivolge a chi lo abita". Attraverso i racconti delle donne intervistate, la ricerca vuole tentare di capire se davvero lo spazio domestico, in cui molte donne trascorrono quasi l’interezza del loro tempo, e’ un luogo accogliente, vitale, sufficientemente personalizzato, comunicativo, che rispetta tempi e ‘spazi’ per se’, e inoltre che idea hanno queste stesse donne del loro spazio, se lo subiscono o in quale misura ne sono protagoniste attive, quanto pesa la situazione economica, e via dicendo. I soggetti coinvolti nelle interviste e nelle attivita’ fanno parte del Gruppo donne del Centro Sociale San Francesco Saverio e le famiglie del Comitato di lotta per la casa di Palermo.(per ulteriori informazioni, si veda l’indirizzo sopra riportato di Viviana Celestino, architetto, una delle operatrici coinvolte nel progetto).
L’idea di un progetto che si ponga l’obiettivo, attraverso un approccio multidisciplinare e condiviso, di ripensare lo spazio dell’abitare proprio in relazione alle donne, ossia a quei soggetti che di piu’ di altri possono trascorrere tra le pareti domestiche gran parte della loro esistenza, dovendosi adattare a condizioni economiche e contesti ambientali non sempre idonei, gravate spesso dalla cura dei bambini o degli anziani, ci pare un’idea quanto mai opportuna e significativa per le politiche di territorio e per ‘ripensare’ le nostre comunita’ locali.
Chi opera, come me, nel campo della psiche, sa quanto sia profondo e radicato il simbolismo dello spazio-casa-mente nell’individuo umano: la casa, intesa come spazio mentale, compare nei sogni di quasi tutti i pazienti. Angusta, spaziosa, vuota, troppo piena, gia’ abitata, invasa, allagata all’inizio del percorso terapeutico (soprattutto di alcune pazienti donne), spesso la vediamo via via schiarirsi, ordinarsi, col procedere del lavoro. La casa e’ la mente per l’inconscio, e’ il luogo dove riporre non solo le cose materiali, ma le nostre cose interne, le nostre rappresentazioni.
Accedere ad "una stanza tutta per se’" e’ ancora, per molte donne, difficoltoso quanto all’epoca di Virginia Woolf. Nel corso dei secoli, scrive la Woolf, "le donne in casa sono state sempre isolate, ma mai sole", e costrette in questo paradosso hanno vista saccheggiata la possibilita’ di studiare, di leggere, di praticare lavoro intellettuale e creativo. Isolate dai legami culturali col mondo, ma private di quella solitudine essenziale al lavoro creativo, le donne hanno sempre abitato stanze di passaggio, di lavoro domestico, dove i bambini giocano, dove si cucina o si fanno i mestieri, in mezzo ad altri, ad altro.
Libri, cultura, corpo, casa. Ci sembra che Librart e Altre stanze – due progetti autonomi e distinti ma in qualche modo affini – rappresentino la possibilita’ che nuove stanze tutte per se’ nascano e diventino oggi persino piu’ originali proprio in contesti problematici, dove la diffusa consapevolezza femminile non e’ scontata e la soggettivita’ non e’ un traguardo sempre facilmente raggiunto.
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