I difensori della famiglia hanno mosso guerra al “genere”. La confusione mentale è certa, tuttavia, il “genere”, concetto poco chiaro, si presta a fare da bersaglio per chi si aggrappa alle certezze con tenacia pari al suo disorientamento.
Tra gli organizzatori del “Family day” e i teorici più estremi (e più coerenti) del “genere”, esiste un’inconsapevole convergenza verso l’interpretazione dogmatica della differenza dei sessi. Gli uni staccano il corpo dall’esperienza psichica (e di conseguenza dal desiderio e dal sogno) e riducono la definizione dei sessi all’anatomia. Gli altri disincarnano la psiche e pretendono di definire la donna e l’uomo a prescindere dalla differenza dei loro corpi. In entrambi i casi è ignorato il tessuto psicocorporeo del desiderio erotico e del godimento.
La diversa costituzione corporea della donna e dell’uomo è un elemento ineludibile: la vagina invece che il pene, la possibilità e l’impossibilità di gravidanza, sono differenze fondamentali e non un incidente della natura trascurabile per motivi di coerenza teorica (dogmatica). Il sesso degli angeli convalida la costruzione teorico/religiosa del “terzo genere” (il genere neutro) e aiuta la sintassi di un rapporto con il mondo avulso dalla forza destabilizzante, trasformativa dell’eros. Elude, tuttavia, radicalmente le passioni umane e il dramma vero della nostra epoca: il malessere con cui uomini e donne vivono la sessualità a causa della crescente difficoltà di esprimerla e di goderne.
La sessualità è profondamente radicata nel corpo ma ciò non fa dell’anatomia una prigione. Pone un limite che distingue la libertà e la creatività dall’onnipotenza. La mancanza di ali non ha impedito all’uomo di vedere il mondo “a volo d’uccello”, ma ciò non ha fatto di lui un volatile. La costituzione corporea è alla base dell’identità sessuale della donna e dell’uomo. Tuttavia, questa identità non può compiersi al di fuori della compenetrazione dei soggetti desideranti nella relazione erotica a cui non basta la complementarità anatomica.
La differenza dei sessi ci limita in modo che ci lega per sempre alla relazione di desiderio con l’altro, alla reciprocità dei nostri destini. Nondimeno, la relazione non sarebbe vivibile (e la compenetrazione predisposta anatomicamente diventerebbe un fatto meccanico, psichicamente violento) se la differenza dell’oggetto desiderato non abitasse, contemporaneamente, il nostro corpo, se la diversità corporea dell’altro sesso fosse un fatto esterno, estraneo a noi. Le identificazioni crociate tra i due sessi (nelle relazioni di desiderio a partire da quelle familiari) e la mescolanza tra il maschile e il femminile nello stesso corpo (che fa di un’entità bio-anatomica una materia psicocorporea desiderante) emancipano la sessualità e la sua espressione dalla stretta necessità della congiunzione tra due corpi di sesso opposto. L’intreccio tra la sessualità femminile e quella maschile, presupposto del godimento erotico, è egualmente possibile nell’accoppiamento omosessuale: cambia solo la modalità d’ingresso nell’area della differenza.
L’incontro con la sessualità dell’altro sesso attraverso il rapporto erotico con un corpo dello stesso e viceversa, espande il rapporto con la differenza erotica al di là della differenza/complementarità anatomica e allarga il campo e la profondità del legame con l’altro. L’eterosessualità e l’omosessualità, declinazioni di una bisessualità psichica che impegna il corpo, nascono ognuna per rimozione parziale dell’altra e sono indissociabili tra di loro. Sacra famiglia e angeli non sono di questa terra. Il paradiso può attendere.
Avanza la confusione, tra
Avanza la confusione, tra belle parole che apprezzo comunque…
Lei ignora che GENERE ha a che fare anche con Transessualismo e perfino con eterosessualità e parla di Omosessualità solamente…
Le mele e le pere… Ricominciamo da capo:
Il Genere…
Si nasce XX o XY? falso, si nasce anche XO XXY XYY e ridurre queste persone a quelle due non ha senso.
Si nasce Maschio o Femmina? Falso, si nasce anche ermafrodito, completo o incompleto e questo è un corpo autonomamente desiderante.
Si desidera solo l’ALTRO SESSO? VERO, perchè solo i NARCISISTI desiderano solo il PROPRIO SESSO…ogni altro è altro qualunque sia il suo sesso e il sesso dell’altro è sempre altro sesso qualunque esso sia.
Si desidera SEMPRE il sesso opposto al proprio? Falso perché ci sono le persone omosessuali, bisessuali e quelle che amano e desiderano i corpi ermafroditi, fin dai tempi più antichi in tutte le epoche. La cosa può non piacere per motivi religiosi, ma questo è un pregiudizio culturale, metnre l’omosessualità la bisessualità e amare i corpi ermafroditi è un istinto che precede ogni forma di cultura.
Si è sempre del SESSO con cui si nasce? Falso si è visto che le persone transgender e transessuali desiderano modificare il proprio corpo in modo opposto al sesso con cui sono nate e questo le rende delle persone più felici e serene. Di fatto ogni corpo modificato anche SECONDO il PROPRIO SESSO è un corpo ALTRO da Sè, faccio sempre l’esempio di Stallone e Lollobrigida, ma vale anche per un piercing o un tatuaggio, che non hanno connotazione sessuale ma modificano il CORPO in modo sessualmente significativo. Cambiare secono l’altro sesso è allora solo una variante possibile, tra le migliaia che abbiamo culturalmente imposto ai corpi, come le donne giraffa, i piedi delle donne cinesi, il taglio del clitoride, il taglio del frenulo e via dicendo….
Ci si comporta sempre secondo il proprio SESSO? Falso, il comportamento è dettato dalle regole sociali, familiari e spontanee, sono queer, transgender, effeminati e masculoni, più tra gli omosessuali e transessuali ma lo sono anche le persone bisessuali ed eterosessuali, cos’ come sono maschi virili i gay o donne femminili le lesbiche basti pensare agli attori di tutte le epoche.
Il RUOLO SOCIALE è DIVISO in maschio e femmina? Falso, anche il ruolo sociale è dettato dalla cultura e dalle regole sociali, e l’istinto può portare a modificarlo in modo significativo. Sono donne vestite da uomo anche molte donne eterosessuali del passato, oggi tutte quelle con un jeans sarebbero state considerate lesbiche, ed ogni uomo effeminato per l’uso dei pantaloni medesimo, che in passato era considerato un uso barbaro e perverso.
Tutto questo è GENERE ma anche il sistema più complesso, perché la rappresentazione del Sè si basa sulla sommatoria complessa di migliaia di sistemi.
Caro Manlio
Si può nascere in
Caro Manlio
Si può nascere in tanti modi. Si può nascere anche ermafroditi, o con una serie di altri “incidenti genetici”. Comunque si nasca, si ha il diritto di essere soggetti desideranti, ma questo può essere un dato di partenza difficile. Si può anche nascere o diventare eunuchi e si ha sempre il diritto e la possibilità di essere desideranti ma questo è un serio limite.
I limiti non sono risolvibili con il “politically correct” né con l’ipocrisia (le due cose si sovrappongono ahimè).
E lo ribadisco, perché ci tengo, la libertà non è onnipotenza, richiede il riconoscimento dei limiti.
Ci sono sempre delle mancanze in noi: momentanee o permanenti, congenite o acquisite, somatiche o psichiche, sociali o private, legate al desiderio o al bisogno. Se le rispettiamo e le riconosciamo, se siamo capaci di elaborare il lutto, se le usiamo per incontrarci con la differenza, possono diventare la forza motrice del nostro desiderio.
Essere contemporaneamente uomini e donna (ermafroditi perfetti) è possibile solo nel campo dell’onnipotenza: è hubris.
Possiamo sentirci uomini nel corpo di una donna, donne nel corpo di un uomo? In parte sì. È un’esperienza comune. Fa parte della nostra bisessualità psichica. Per questo si parla di parte femminile nell’uomo e di parte maschile mela donna. L’eros e il godimento richiedono non l’incontro tra un uomo e una donna (condizione non necessaria e non sufficiente) ma tra il femminile e il maschile. Grazie a questo si può godere nel rapporto con lo stesso sesso e nel rapporto con il sesso opposto. Possiamo essere omosessuali e/o eterosessuali e mescolare le carte dentro e fuori di noi, se nell’usufruire delle differenze o nell’usare le affinità per ampliare le differenze, siamo disposti a una vera compenetrazione a un vero coinvolgimento. Questo è una grande libertà che nasce da un limite (la differenza/complementarità tra l’uomo e la donna) e di conseguenza crea profondità e intensità. L’onnipotenza ci costringe all’eccitazione in superficie e alla dispersione.
La transessualità non va nella stessa direzione. Perché crea una dissociazione della psiche dal proprio corpo (che è diversa dal l’abitazione libera del proprio corpo) nella parte fondamentale che è la sessualità. Questo non è una cosa da poco. Perché rende una vera soddisfazione erotica impossibile nella sua componente puramente transessuale, bisogna pur appoggiarsi al corpo rinnegato per poter eventualmente raggiungerla (il che del resto rende giustizia alle contraddizioni). Se poi si passa all’operazione chirurgica, la castrazione erotica del proprio corpo, l’adeguatezza della soddisfazione diventa irraggiungibile.
Si può vivere senza un’adeguata soddisfazione erotica e si può ovviare in tanti modi ma è importante che la memoria di ciò che manca faccia parte di noi e soprattutto che non pretendiamo che le compensazioni siano della stessa materia della vita a cui fanno da rimedio. La negazione annulla la possibilità stessa della compensazione vera e propria.
Non ho mai avuto la sensazione che i transessuali siano così sereni e felici e si sa piuttosto bene che c’è un elevato rischio depressivo post operatorio. Per questo molti transessuali evitano le misure estreme (più coerenti con il genere). Tra il fantasticare di avere un altro corpo e pretendere di averlo, c’è una grande differenza, tutta a favore della ricchezza della vita psichica.
Non capisco perché nella difesa delle sessualità queer dovremmo sempre invocare la serenità e la felicità (a cui nessuno di noi ha accesso duraturo e stabile). Ogni persona ha diritto di gestire il suo travaglio e le sue contraddizioni nel modo che ritiene più appropriato e praticabile e il riconoscimento di questo diritto porta sicuramente più serenità e incoraggia a mettersi in gioco al di là degli schemi imposti dalle condizioni oggettive della nostra esistenza.
In conclusione, credo che il fondamento della nostra esistenza sta nell’eros, la possibilità di godere della sessualità in modo profondo (senza questo la sublimazione diventa una disincarnazione dell’esperienza sterile). Gli esseri umani si accoppiano in modo erotico, non sono generi grammaticali che si relazionano tra di loro secondo una suprema entità linguistica. Più ci allontaniamo dall’eros e più ci avviciniamo ai generi meno siamo vivi. Sono le norme sociali che classificano gli esseri umani in generi, allontanandoli dal desiderio. I generi, categorie normative, penalizzano la donna, gli omosessuali e i lavoratori (con riferimento alla parabola del servo e del padrone usata da Hegel).
Sarantis Thanopulos
La battuta migliore che ho
La battuta migliore che ho come metafora per spiegarti l’assurdità della dicotomia maschio femmina come presupposto erotico è nell’incontro tra una forchetta-coltello e due bacchette cinesi… le prime chiedono alle seconde, chi dei due fa il maschio?
La Hubris è pretendere di adeguare la realtà delle persone alle proprie teorie…
“Se poi si passa all’operazione chirurgica, la castrazione erotica del proprio corpo, l’adeguatezza della soddisfazione diventa irraggiungibile.”
Una volta, effettivamente, l’operazione maldestra di trasformazione estetica danneggiava i nervi del piacere. Oggi, conservando soprattutto la prostata, le poche transessuali che chiedono di avere una vagina, mantengono perfettamente la funzione erotica dell’organo.
Il corpo ermafrodito non solo è desiderante ma è desiderato. Non so perché nessuno parla mai di questo aspetto che stranamente è molto più frequente del fenomeno del transessualismo. I greci, che non rappresentavano mai i genitali femminili, avevano già inventato il corpo ermafrodito delle attuali transessuali, aspetto femminile, seni e pene, e l’apprezzavano moltissimo e molto spesso lo rappresentavano.
Sappiamo che il desiderio di essere donne non è quello di avere la vagina o di perdere il pene, e che questa era una costruzione di genere culturale che ancora si impone in alcuni casi perfino tra persone transessuali operate e non operate, oppure tra partner della persona transessuale e persona non ancora operata. In questo caso sappiamo benissimo che molto spesso, dopo l’operazione, il partner della persona transessuale scopre di non desiderare più il corpo, ormai non più ermafrodito, che lo spaventava culturalmente. Sono forse questi i casi delle persone che abbiano subito pressione indebita, ma è un caso sempre più raro, infatti accadeva perché cacciate di casa da minorenni, finite subito nel giro della prostituzione, non avevano da adolescenti che guide da strada in un percorso senza punti di riferimento.
Oggi le persone transessuali combattono per restare in famiglia e a scuola, poi nel mondo del lavoro, parlo della collega trans Martina Castellana di Salerno, ad esempio e tante altre o altri (si parla sempre di quelle che diventano donne, mai di quelli che diventano uomini, almeno in parte, e ne conosco tanti e sono molto felici ed integrati, vanno a scuola o lavorano e sono felici più o meno come tutti).
Al contrario sappiamo benissimo che se la disforia di genere e il desiderio di cambiare il corpo può non arrestarsi e pretendere un ritorno in dietro o arrivare comunque al suicidio anche per insoddisfazione del risultato dell’operazione, questo evento è raro, mentre è molto frequente il contrario, ovvero il suicidio di una persona transessuale cui non sia concesso tale passaggio parziale o completo, secondo le sue richieste diciamo estetiche.
Tra l’altro come nessuno viene condannato ad avere un seno di una certa taglia se nasce donna non si capisce perché dovrebbe esservi condannato se nasce uomo o viceversa.
Perfino l’Iran riconosce il diritto delle persone transessuali a cambiare sesso con i medicinali e l’operazione chirurgica.
Lo stesso discorso vale per le persone intersessuali (ermafroditi), che richiedono di scegliere loro se cambiare o meno in modo consapevole i proprio genitali.
Per quanto attiene i minori transgender è un capitolo a parte, consiglio Di Ceglie, ed io stesso ripeto solo la sua lezione magistrale.
Per un dialogo è importante
Per un dialogo è importante che si attenga a quello che l’interlocutore dice. Non ho detto che la transessualità sia peccato e men che mai reato.
Penso che ognuno di noi sia libero di costruire la sua identità come gli pare e piace. È cosa buona che lo faccia riconoscendo i limiti. Ci definiamo come soggetti a partire dal riconoscimento di ciò che limita la nostra autoreferenzialità e dalla relazione con l’altro. In ciò il nostro corpo e la sessualità giocano un ruolo fondamentale.
L’identità è meglio che non si costituisca sulla base di un “arto fantasma” che non ha nulla a che fare con il fantasma psichico. E il fantasma psichico è sempre radicato nel corpo non ne può fare a meno, come la sessualità post-operatoria dei transessuali non può rinunciare alla prostata.
Al Suo posto presterei attenzione al fatto che in Iran tollerano i transessuali ma mandano al rogo gli omosessuali. Non temono i generi, temono la sessualita.
Tutto qui.