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FIORI DI PIETRA

4 Ago 18

A cura di Maria Ferretti

                                                                                  A Don Salvatore
 
                                                                              A Gino e alla sua dolce famiglia
 
                                                                                  A Chiara ed Alessandro neo sposi
 
 
 
 
«Siamo giunti qui, pensando di poter proiettare le nostre macchine fotografiche e noi stessi verso distese sconosciute di sabbia, assolate, e verso lo spirito umano. Dopo aver trascorso una settimana compiacendoci entusiasticamente di ogni singola cosa che incontravamo sul nostro tragitto, non abbiamo quasi più messo mano alle nostre macchine fotografiche. Il sole si focalizzava su di noi. E quanto allo spirito umano, quello era magnifico, come sempre».
( tratto da una lettera alla moglie il senso dei viaggi del fotografo svizzero  Peter Werner Häberlin in Africa)
 
Così dice il Signore:
16 Ecco, la attirerò a me,
la condurrò nel deserto e parlerò al suo cuore.
 
17 Là canterà come nei giorni della sua giovinezza,
come quando uscì dal paese d'Egitto.
 
21 Ti farò mia sposa per sempre,
ti farò mia sposa nella giustizia e nel diritto,
 nella benevolenza e nell'amore.
 
22 Ti fidanzerò con me nella fedeltà
e tu conoscerai il Signore"

Osea 2,16-17.21-22


 
La Rosa del deserto e' una precipitazione di sabbia e acqua che forma cristalli simili ad un fiore, fiore di pietra, dolce intossicazione della caduta.
Non è fiore ma come questo per formarsi necessita di acqua.
Cristalli viventi, eternità in mondo ostile alla vita.
Eternità a cui puntiamo nei sentimenti .
Legami che superino il tempo e gli spazi.
Armonia di segni apparentemente irregolari, amare.
Rose nel deserto sono i grandi amori. Sopravvivono a temperature elevate o glaciali.
Pietre viventi, pietre assetate.
L'acqua le forma e le nutre. Miracolo di pietra.
Il diviteto di accesso ti obbliga a non percorrere la strada che credevi ti obbliga a cambiarla radicalmente, inaspettatamente .
La lampadina si accende !
Ma come non ho fatto a vedere, come?
L'unica via di uscita l'unica!
E quando arriva la strada è Chiara, il Deserto.
Una lettura nella terra arida tra mare, ulivi e cicale mi permette di accedere  alla parola.
Quella  parola che e' la parola delle parole.
Tagliata in due dal salmo, dall'uomo di Chiesa!
Le mie orecchie laiche mentre leggo riverberano.
Deserto!
E' solo la' il recupero di ciò che siamo stati di ciò che vorremo essere.
Deserto!
E' la che ci accolgono le risposte alle tante domande al nostro Dottore.
Sterminati Deserti.
Luogo polverizzato tra te ed il cielo.
Luogo dei sidera.
La' devi andare la' devi stare la' devi attraversare la' devi attendere.
La' rimanere per poi andare.
Luogo totale,buio e luce.
Netto il deserto.
Direi luogo scisso. Luce e buio.
La' devi andare anima persa.
Deserto sentimento di dislego.
Solo lì ,l'uomo di Chiesa ci dice di fronte ai novelli sposi, solo lì recupererete quel che siete stati quando vi perderete perché prima di partire sappiate che vi perderete.
Amore e' deserto ovvero abbandonarsi.
Chi si sposa sa di perdersi, chi si vuole amare sul serio deve già saperlo che si perderà .
Abituati al deserto figlio mio, amore di madre e padre .
Abituati al deserto marito e moglie, amore tra un uomo e una donna.
Amare e' attraversare i nostri deserti ma anche tornarci costantemente per trovare le tracce che ci hanno fatto incontrare.
Tracce uniche ed irripetibili.
Il deserto unica via d'uscita.
Deserto errore di vita , deserto luogo in cui vedersi in santa pace .
Pace di colpe, sbagli.
Luogo del punto e stop.
Siamo arrivati alla fine siamo arrivati allo sguardo lucido delle nostre ferite. Fine dei miraggi!
Ora puoi vedere, occhi ben aperti e gambe che non tremano.
Deserto polvere tombale luogo di fine, di un fine e del suo senso.
E' finita e si parte .
In che direzione Dottore della Chiesa?
In che direzione Dottore della Psicoanalisi?
Quando finalmente hai fatto tutto il giro attorno al buco che sei cade definitivamente la paura di ciò che rimane di te.
Sei un rimasto, sei un semplice rimasto di te.
Ritorno a casa,un sentimento di familiarità,ti riconosci.
Un figlio, mio padre, dopo il ritorno dalla seconda guerra mondiale ancora braccato da fascisti e partigiani nella Repubblica di Salo'da fuggitivo torna a casa suona il campanello e sua madre quando gli apre non riconoscendolo gli domanda chi fosse e lui piangendo: Mamma ma non mi riconosci  sono io, tuo figlio Mario!
Ecco sono io!
Quella roba rimasta da conflitti, fughe poco eroiche, un fuggitivo, un rimasto.
L'analisi ti porta a rimanere a veder ciò che è rimasto dopo la tua guerra.
E puoi tornare a casa.
Io desidero tornare a casa !
Tornare e partire da capo senza guardare indietro. Andare avanti mi diceva Deleuze, vai avanti perché indietro non è possibile tornare.
La memoria è in funzione di ciò che ne vogliamo fare dei nostri ricordi .
I ricordi le ricostruzioni delle nostre vite possono essere infinite ma alla fine io desidero vivere e vivere e' andare avanti, proseguire.
Continuare la strada interrotta e allora li nel deserto ti ricordi non solo il peggio ma anche il meglio e ti viene voglia di riprenderti il meglio e di moltiplicarlo.
L'analisi è per lo più sottrazione e poi alla fine e' moltiplicare quell'unita che sei per 10 100 1000.
Ridotti all'osso lanciamoci affinché qualcuno non solo ci tenga ma ci prenda e ci seppellisca come tesoro nei momenti di fame.
 
Io ti offro questi versi…

Io ti offro questi versi, non perché il tuo nome
Possa mai fiorire in questo suolo povero,
Ma perché tentare di ricordarsi,
Sono fiori recisi, il che ha senso.
 
Certi dicono, persi nel loro sogno, «un fiore»,
Ma significa non sapere che le parole tagliano,
Se credono di designarlo, in quel che nominano,
Trasmutando ogni fiore in idea di fiore.
 
Tranciato il vero fiore diventa metafora,
Questa linfa che cola, è il tempo
Che finisce di liberarsi dal suo sogno.
 
Chi vuole avere, talvolta, la visita deve
Amare in un mazzo che abbia solo un’ora,
La bellezza non è offerta che a tal prezzo.

 
Yves Bonnefoy
(Traduzione di Fabio Scotto) da “L’ora presente”, “Lo Specchio” Mondadori, 2015

 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

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1 commento

  1. viruviru

    Mi e’ rimasto nel
    Mi e’ rimasto nel cuore:
    Legami che superano il tempo e gli spazi sopravvivendo a tutte le banalita’’ e ai tradimenti.Sterminati deserti del cuore. e dell’anima, dove le dune non donano nessun riferimento, lo trovi solo con la fede nella vita.Il tuo cammino diventera’ il viaggio.
    Un viaggio dove farai sbagli, dove le tempeste di colpe ti sferzeranno il viso e camminerai nell’oscurita’.E in certi momenti avrai bisogno di miraggi per procedere. E quando il tuo viaggio sara’ giunto al termine, dovrai aver imparato ad amare quello che e’ rimasto dopo tutte le delusioni e sorridere a quelle rughe che sembrano sentieri.

    Mariella Beduschi

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