Le provocazioni mi piacciono, soprattutto se sono al femminile, soprattutto se utilizzano la fotografia. Genderless Nipples non è solo un account Instagram, ma è anche una campagna provocatoria.
L’obiettivo è quello di evidenziare le distorsioni attuate dalla policy del social network, che spesso censura contenuti etichettandoli come pornografia. Potrebbe andare anche bene, se non fosse che i capezzoli maschili non sono considerati tali, mentre quelli femminili si!
Risata…. ma instagram ci fa o ci è?
Bene, l’ultima modifica della policy di Facebook, insieme a quella di Instagram, è datata marzo 2015, e prevede la limitazione di “ immagini del seno se includono il capezzolo” ma sono permesse “foto di donne impegnate nell’allattamento o che mostrino i segni di una mastectomia”.
L’account Instagram Genderless Nipples si chiede semplicemente perché i capezzoli maschili sono ammessi, mentre quelli femminili no. E ce lo chiediamo un po’ tutti, ma soprattutto cosa li distingue? Evidenti segni estetici o pregiudizi etici? E allora nasce Genderless Nipples , gli ideatori, Morgan-Lee Wagner, Evelyne Wyss e Marco Russo, hanno aperto il profilo Genderless Nipples durante la campagna elettorale per le presidenziali 2016 negli Stati Uniti, quando il dibattito tra i candidati si era soffermato sulla parità di genere.
Chiarissima la descrizione dell’account: “I maschi sono autorizzati a mostrare i propri capezzoli, le donne invece vengono censurate. Sosteniamo tutti i generi e cambiamo questa policy”.
La strategia è chiara: postare fotografie di capezzoli, che non possono essere identificati come maschili o femminili. Instagram come potrà decidere cosa censurare?
È una cosa semplice, è un’antinomia, è una banalità che delinea i limiti nelle regole sociali per eliminarne gli stessi. È la fotografia, con il suo essere diretta, contraddittoria , ingenua che si presta al cambiamento.
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