Una strana e macabra ironia della storia si è consumata a Genova, nel Cimitero Monumentale di Staglieno: il Comune ha commemorato i caduti fascisti della Repubblica Sociale Italiana, ma ha impedito di incidere come epitaffiosulla tomba di un cittadino la frase “ostinato e contrario”, seppure evidentemente ispirata a quella “Smisurata Preghiera” opera di un grande artista genovese, anarchico ed antifascista, Fabrizio De Andrè. È un caso, una storia di ordinaria burocrazia si potrebbe dire. Solo un appassionato e ossessionato complottista potrebbe sostenere che non si tratta di una coincidenza. Ma l’ironia seppure involontaria esiste: il sindaco di Genova non dovrebbe essere ostinatamente contrarioal fascismo?
Il nostro futuro è già nelle azioni e nelle parole di ieri e di oggi.
Non nascondo ormai che la mia sorpresa ha lasciato il posto alla preoccupazione, in assenza di prese di distanza nette, inequivoche dell’Amministrazione dal fascismo, per il futuro di Genova, per i diritti di tutti, specie dei più deboli.
Questo inverno scrissi in merito alle scelte del Consigliere comunale di Genova delegato alla Protezione civile Gambino (invenzione del Sindaco, un Assessore senza portafoglio, più o meno) di fronte all’eccezionale ondata di freddo ed ai pericoli per i senza dimora: propose il TSOper coloro che non avessero voluto accedere al programma di protezione predisposto dal Comune.
Grave, gravissimo: il Sindaco, massima autorità sanitaria per il Comune di Genova, con potere di ordinanza contingibile ed urgente in materia, non sa che il TSO non può legittimamenteessere attuato in tali situazioni, richiedendo tra l’altro la convalida di due psichiatri? E che un tale provvedimento, se attuato per salvare dal freddo, sarebbe comunque illegittimo? Preoccupante, vero?
Ma non basta. Più recentemente due agenti di Polizia municipale trovarono due senzatetto nel “salotto buono” di Genova, per intenderci vicino a negozi come Louis Vuitton e non troppo lontano da Palazzo di Giustizia: senza che sussistesse alcuna situazione di emergenza li fecero accompagnare al Pronto soccorso, dove venne accertata l’inesistenza di patologie e di emergenza sanitaria (e si infuriò così il primario del Dipartimento di Emergenza dell’Ospedale). L’Assessore Garassino rivendicò anche allora il “dovere” di aiutare chi ha bisogno anche contro la sua volontà e la necessità di tutelare il decoro del salotto buono della città. Scrissi che queste motivazioni sono quelle che nel passato fondavano l’esistenza del manicomio e venivano riproposte nel quarantennale della Legge 180, che tra l’altro a Genova vede nelle manifestazioni di questi giorni la partecipazione anche del Comune.
Scrissi che questa è la strada che riporta al manicomio, che non deve ritornare qualcosa che è stato archiviato e sconfitto nel passato. Nessuna dissociazione da parte del Sindaco Bucci, anche in quel caso, da quanto accaduto, nessuna rassicurazione per il futuro.
Il 30 aprile do quest’anno, il Consigliere Gambino (sempre lui, il genio dei TSO contro il freddo e la povertà) indossando la fascia tricolore del Comune di Genova, quindi in rappresentanza del Comune e di tutta la popolazione genovese, e va a commemorare i caduti della Repubblica Sociale Italiana, in (pessima) compagnia dei militanti di Lealtà ed Azione, giunti per l’occasione anche da fuori Genova.
E il Sindaco che fa? Liquida la cosa sostenendo di essere il Sindaco anche di chi “fischia al 25 Aprile”. Però Genova è l’unica città in Europa ad essersi non solo liberata da sola dai nazifascisti prima dell’arrivo dell’esercito alleato, ma ad avere anche ottenuto la resa dal comandante dell’esercito tedesco che la occupava. Il Consigliere Gambino alla commemorazione dei caduti della Repubblica Sociale Italiana insieme ai camerati di Lealtà ed Azione rappresentava anche i parenti ed amici dei deportati, dei partigiani torturati ed uccisi, i morti ed superstiti degli internati in campo di concentramento perché ebrei, comunisti, omosessuali, zingari, matti, disabili?
Il Consigliere Gambino rappresentava la Repubblica antifascista per definizione e Costituzione o i camerati di Lealtà e Azione?
Martedì 8 maggio il Consiglio Comunale discuterà della partecipazione istituzionale di Gambino alla commemorazione dei caduti della RSI e già si levano anche dentro la maggioranza che sostiene il Sindaco voci critichee persino la richiesta di ammettere l’errore e scusarsi con la città.
Intanto i neofascisti, ringalluzziti, si danno già appuntamento per manifestare solidarietà e simpatia al Consigliere Gambino.
Si dissocerà e chiederà scusa il Sindaco Bucci? Perchè se non lo farà non potrà oramai più evitare il seguente futuro giudizio politico sulla sua Amministrazione: “Fu ostinatamente contrario a denunciare sempre il fascismo e a dissociarsi dai fascisti”. L’orientamento del Comune contrario all’epitaffio “ostinato e contrario” si applica infatti alle lapidi dei defunti, non ai giudizi politici sui vivi, una dissociazione dalla commemorazione istituzionale dei caduti della RSI non costituirebbe contrasto con l’orientamento cimiteriale dell’amministrazione.
Riuscirà quindi il Sindaco Bucci ad accorgersi che dopo la sua elezione, come scrive Marco Preve, i fascisti a Genova sono già qui e non ce ne siamo accorti? O meglio, lui e la sua Amministrazione non si sono accorti che a Genova fascisti ormai oggi si accompagnano addirittura alla fascia tricolore del Comune, domani chissà?
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