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Giugno IV – Pro e contro Freud

28 Giu 15

A cura di luca.ribolini

SUL DIVANO DI FREUD O DAL FILOSOFO? IL DECLINO DELLA PSICOANALISI. Secondo uno studio citato dal New York Post la psicoanalisi negli Stati Uniti è in declino. E questo perché stanno sparendo i pazienti 
di Cristina Bolzani, rainews.it, 19 giugno 2015

Qualche tempo fa il Freud Museum di Londra, che ha sede in quella che fu la casa del padre della psicoanalisi, lanciò un appello per raccogliere fondi per il restauro del leggendario divano, donato a Freud in segno di riconoscenza da una paziente, una certa Madame Benvenisti, attorno al 1900. Se il famoso pezzo d’arredamento cade a pezzi, la pratica psicoanalitica tutta non sta granché meglio. Secondo uno studio cita dal New York Post, dal 2003 ad oggi l’età media dei 3.109 analisti membri dell’American Psychoanalytic Association è salita di quattro anni, arrivando a quota 66. E diminuiscono i giovani interessati alla professione, perché stanno sparendo i pazienti. Se negli anni Cinquanta Sessanta ogni terapista aveva fra 8 e 10 clienti al giorno, oggi ne ha in media 2,75. Molti non ne hanno nessuno.
 
Segue qui:
http://www.rainews.it/dl/rainews/articoli/Sul-divano-di-Freud-o-dal-consulente-filosofo-Il-declino-della-psicoanalisi-a1da809a-9f1e-4804-9211-5f85539b8cdc.html

GALIMBERTI: “FREUD, JUNG, LACAN NON FUNZIONANO PIÙ. CRESCE LA RICHIESTA DI CONSULENZA FILOSOFICA”. “La crisi – sostiene lo psicoanalista e filosofo – è dovuta alla psicoanalisi stessa, che si è chiusa nelle categorie psicoanalitiche classiche – Freud, Jung, Lacan – che probabilmente in una società radicalmente trasformata non funzionano più”. “Molta gente si sposta dal mondo psicoanalitico al mondo filosofico. Non dimentichiamo che la filosofia è anche una teoria della vita, è nata soprattutto come questo” 
di Cristina Bolzani, rainews.it, 19 giugno 2015

Secondo uno studio Usa citato dal New York Post stanno sparendo i pazienti della psicoanalisi. Secondo lei quali sono i motivi di questa crisi?  
La crisi è dovuta alla psicoanalisi stessa, che si è chiusa nelle categorie psicoanalitiche classiche – Freud, Jung, Lacan – che probabilmente in una società radicalmente trasformata non funzionano più. Per esempio quando assumiamo la considerazione freudiana che parte da una base sessuale; oggi la sessualità è sostanzialmente libera e quindi non è più causa di traumi o cose varie.   Seconda ragione, i costi, certo, che non sono insignificanti, e soprattutto i tempi. Oggi si lavora in una società molto accelerata, e uno non può sottoporsi a una psicoterapia che duri 4, 5 o 6 anni.  Inoltre, proprio in riferimento al mondo americano, lì si è diffusa oltre alla psicoanalisi la consulenza filosofica, che è una sorta di trattamento che non investe le emozioni ma investe semplicemente i pensieri che si hanno in testa, che molto spesso sono idee vecchie, arretrate, comunque non idonee al mondo contemporaneo, con una gerarchia costruita sui propri principi che poi altro non sono che abitudini elementari. E siccome oltre alle passioni si ammalano anche le idee, allora molta gente in America – ma anche in Germania, in Francia, in Israele – ci si affida. Ultimamente anche in Italia si sta sviluppando questa consulenza filosofica, e si compone di una ventina di incontri in cui si mette a posto il proprio repertorio mentale. Molta gente allora si sposta dal mondo psicoanalitico al mondo filosofico. Non dimentichiamo che la filosofia è anche una teoria della vita, è nata soprattutto come questo. Socrate andava nelle piazze e insegnava cos’è giusto, cos’è vero, cos’è buono cos’è bello, e come si conduce la vita secondo buoni binari di correttezza e serietà.

Segue qui:
http://www.rainews.it/dl/rainews/articoli/Umberto-Galimberti-Freud-Jung-Lacan-sono-fuori-dal-tempo-Si-diffonde-la-consulenza-filosofica-fad7f554-2621-4d20-9d2d-c1194bfff5fe.html

L’INSOSTENIBILE PERTURBANTE DELLA PSICOANALISI. PARLA IL FILOSOFO FRANCO RELLA. Franco Rella commenta la ricerca sul declino della psicoanalisi negli Stati Uniti, ritenendola certamente credibile. «Freud – afferma il filosofo e saggista – ha costruito una teoria e una pratica – la psicoanalisi – e ha anche coniato il termine che può descriverla: das Unhemliche, il perturbante, lo “spaesante”. (…)  L’analisi non poteva e non può essere completamente garantita dalla possibilità o dal rischio di incontri inquietanti, in un percorso che si sa essere sempre molto lungo e molto tortuoso» 
di Cristina Bolzani, rainews.it, 19 giugno 2015

Uno studio diffuso da New York Post sostiene che negli Stati Uniti i pazienti della psicoanalisi sono diminuiti. Aldilà della ricerca, secondo lei è possibile che la fascinazione per il lettino freudiano stia finendo, sostituita da pratiche più avvicinabili come la filosofia, lo yoga e la meditazione?
Freud ha costruito una teoria e una pratica – la psicoanalisi – e ha anche coniato il termine che può descriverla: das Unhemliche, il perturbante, lo “spaesante”. La teoria analitica ha messo in luce quanto sia precaria la nostra identità legata ad un Io che si presenta già strutturalmente diviso e che parla, come ha detto Freud, “più di un dialetto”. La pratica analitica dal canto suo è di fatto un viaggio nella profondità di se stessi, è un’attraversata dell’ombra, è un’odissea dello spirito e del corpo, in cui si possono lambire territori inesplorati abitati da emozioni e da figure e immagini che ci sono al tempo stesso incognite e famigliari. È per questo che via via si è attivata quella che già Elvio Fachinelli aveva definito la psicoanalisi della risposta, per esempio nella ego-psychology americana che, anziché attraversare i territori dell’Es, cercava non solo di “bonificarli” ma addirittura di cancellarsi dalla carta geografica. O, per esempio, la versione “semaforica” dell’analisi, in cui l’analista, forte dell’autorità derivatagli dall’affidamento dell’analizzato, gli imponeva i suoi permessi e i suoi divieti, sostanzialmente il suo sistema di valori. Comunque sia l’analisi, anche in queste versioni, non poteva e non può essere completamente garantita dalla possibilità o dal rischio di incontri inquietanti, in un percorso che si sa essere sempre molto lungo e molto tortuoso. Per questo è certamente credibile lo studio del New York Post che parla di una drastica riduzione di chi ricorre alla terapia psicoanalitica. Yoga, meditazione, ansiolitici a antidepressivi, sembrano essere più avvicinabili. Tra queste pratiche sostitutive si è prepotentemente inserita anche la filosofia. La psicoanalisi è stata sempre comunque una pratica elitaria, lo è tanto più il counseling filosofico.
 
Segue qui:
http://www.rainews.it/dl/rainews/articoli/L-insostenibile-perturbante-della-psicoanalisi-Parla-il-filosofo-Franco-Rella-d325c935-fb85-49c3-940d-57c36e242525.html

SE A GOVERNARE IL MONDO È L’EMISFERO SINISTRO. L’influenza del cervello nella politica e nella cultura secondo lo psicologo e filosofo britannico Iain McGilchrist di Massimo Ammaniti, repubblica.it, 20 giugno 2015 

Probabilmente nessun editore italiano si lancerà nell’impresa di tradurre il libro di Iain McGilchrist. The Master and His Emissary: The divided brain and the making of the Western World (Il Signore e il suo Emissario: il cervello diviso e la costruzione del mondo occidentale; Yale University Press) perché si tratta di un testo molto denso e corposo, più di 800 pagine nell’edizione americana. È sicuramente una perdita per gli studiosi e i lettori italiani perché il libro solleva interrogativi di grande originalità, rileggendo in una prospettiva diversa l’influenza esercitata dall’asimmetria dei due emisferi cerebrali, studiata in passato da Roger Sperry a cui fu assegnato il Premio Nobel. La domanda che si pone McGilchrist, psichiatra e filosofo britannico, può sembrare inizialmente troppo riduttiva e semplificatrice: come può la specifica asimmetria cerebrale aver influito così tanto sulle caratteristiche delle varie società che si sono susseguite nell’Occidente?
 
Segue qui:
http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2015/06/20/se-a-governare-il-mondo-e-lemisfero-sinistro52.html?ref=search

IL DELIRIO DI GUIDO CERONETTI CONTRO SAMANTHA CRISTOFORETTI 
di Andrea Coccia, linkiesta.it, 22 giugno 2015                    

Il 21 giugno, nelle pagine culturali di Repubblica, c’era un trafiletto a firma del — cito wikipedia — “poeta, filosofo, scrittore, giornalista e drammaturgo italiano” Guido Ceronetti dal titolo Samantha, lo spazio e il signor Freud, in cui il poeta distrugge l’asticella della decenza e, a colpi di supercazzole e sessismo, dichiara di provare “molta pena” per l’astronauta italiana appena tornata dallo Spazio. Ma vediamo nel dettaglio. C’è da non crederci.
Inizia Ceronetti:
Che senso ha il viaggio e il lungo soggiorno nello spazio di Samantha Cristoforetti? Domandiamoci perché l’abbia voluto affrontare: forse per provare a se stessa e al mondo il proprio sprezzo del pericolo e in specie la sua vittoria, che a me appare per l’eccesso di paura che mi ispira, sulla claustrofobia?
 
Segue qui:
http://www.linkiesta.it/blogs/jusquicitoutvabien/il-delirio-di-guido-ceronetti-contro-samantha-cristoforetti

LA SINISTRA NON È MAI MARXISTA. Marx vedrebbe i sindacati di oggi come fumo negli occhi 
di Goffredo Pistelli, italiaoggi.it, 23 giugno 2015

A giorni, su tutte le piattaforme di editoria elettronica, da Amazon a Ibs, a Book Rupublic, uscirà «Think!», un ebook che raccoglie «12 anni di giornalismo freudiano». Infatti saranno circa 3 mila pagine. E un invito a pensare pare tutta l’attività dell’autore, Giacomo Contri, questo medico e psicoanalista nato a Ivrea nel 1941, ma milanese di adozione. Lo intervistiamo nella sua bella casa di Via Imbonati, in una dimora stracolma di libri, dentro uno studio che lo è ancora di più. Contri parla lentamente, la voce arrochita dal fumo, e infatti accende una sigaretta dietro l’altra. E ride sovente. È stato uno dei principali allievi di Jacques Lacan e traduttore dei suoi Scritti, eppure regala pensiero prima che scrittura anche online, sul sito giacomocontri.it
Domanda. Contri, lei si sta occupando sempre più spesso dell’homo oeconomicus. Che c’entra la psicanalisi con l’economia?
Risposta. Gli economisti migliori, di psicologia ne sanno abbastanza poco, anche se talvolta con qualche tentativo psicologico, come il Nobel, Daniel Kahnemann. Si vede che in economia vale l’antico detto «Hic sunt leones», nessuno osa veramente entrare nel recinto.
D. E perché?
R. Ci metto anche Keynes di cui fanno tutti un gran battage, che era più modesto di quanto si creda.
D. Sembrerebbe esserci un revival di Marx.
R. Ah, certo, per esempio con Thomas Piketty, ma ancora vale la pessima idea con cui i post-comunisti hanno classificato Marx.
D. Vale a dire?
R. L’hanno classificato nel superato.
D. Sbagliato?
R. Gravissimo. Quando voglio lustrarmi gli occhi piglio pagine a caso, in biblioteca, da La Sacra Famiglia a L’ideologia tedesca, alla Miseria della filosofia al Manifesto, a il Capitale e ai Grundrisse ed è ancora di una di una tale freschezza! Non cessa mai di mordere sull’attualità cioè sull’economia. L’unico che abbia osato dire una parola complessiva, non dico definitiva, sull’economia. Per dire qualcosa del senso.
 
Segui qui:
http://www.studiumcartello.it/Public/EditorUpload/Documents/GBC_PUBBLICAZIONI_VARIE/ITAOGGI011-012AP.pdf
http://www.italiaoggi.it/giornali/dettaglio_giornali.asp?preview=false&accessMode=FA&id=1997401&codiciTestate=1&titolo=La%20sinistra%20non%20è%20mai%20marxista
 

RECALCATI: “LO STRANIERO INTERIORE CHE PREME ALLE FRONTIERE”. L’emergenza migranti e la difesa del confine: cosa ci fa davvero paura 
di Massimo Recalcati, la Repubblica, 23 giugno 2015

LA DIFESA del confine o il suo allargamento ha armato da sempre la mano degli uomini. L’origine della violenza trova nel confine l’oggetto della sua passione più fondamentale: la distruzione del nemico-rivale muove Caino nel suo sogno narcisistico di essere l’unico, di far coincidere il proprio confine con il confine del mondo. È il delirio di tutti i grandi dittatori. Innumerevoli volte, nel corso della storia, il confine è diventato una questione di vita e di morte. Eppure l’esistenza del confine è necessaria alla vita. Alla vita di una città o di una nazione, ma anche alla vita individuale. Abbiamo bisogno di confini per esistere. È un problema di identità. Si può esistere senza avere un senso di identità? Senza radici e senza sentimento di appartenenza? La psicoanalisi insegna che la vita psichica necessita di avere i propri confini. Questa necessità non è in sé patologica, né delirante, ma concerne un polo fondamentale del processo di umanizzazione della vita. Ecco perché la famiglia (al di là di ogni sua versione tradizionale — naturalistica) resta una istituzione culturale essenziale alla vita umana. In essa si esprime il bisogno di radici, di casa, di discendenza, di appartenenza, di riconoscimento che definisce la vita in quanto vita umana. Non bisogna sottovalutare l’incidenza di questa forte dimensione simbolica dell’identità.
NEI MOMENTI di crisi tendiamo ad accentuare il polo dell’appartenenza per ritrovare in esso un rifugio contro l’angoscia e lo smarrimento. Per questa ragione le grandi svolte reazionarie sono storicamente sempre state precedute da profonde destabilizzazioni dell’ordine sociale. Il bisogno di conservazione è strettamente connesso alla vertigine provocata dalla caduta del confine identitario. Senza confini la vita perde se stessa, si polverizza, si frammenta. È quello che insegna drammaticamente la psicosi schizofrenica: senza senso di identità la vita si disgrega, non ha più un centro, non sa più differenziarsi, non sa più riconoscersi nella sua differenza.
 
Segue qui:
http://www.dirittiglobali.it/2015/06/lo-straniero-interiore-che-preme-alle-frontiere/

 

Video

“E LASCIATEMI DIVERTIRE”, CON MASSIMO RECALCATI E ALTRI OSPITI

da rai.tv, 20 giugno 2015 (l’intervento di Recalcati è a 5′ 10” dall’inizio)
 
Vai al link:
http://www.rai.tv/dl/RaiTV/programmi/media/ContentItem-1f010b7a-ed09-4a43-b514-19d0492e0d2b.html
 
I più recenti pezzi apparsi sui quotidiani di Massimo Recalcati e Sarantis Thanopulos sono disponibili su questo sito rispettivamente ai link:
http://www.psychiatryonline.it/rubrica/4545
http://www.psychiatryonline.it/rubrica/4788
 
Da segnalare le seguenti rubriche:  
"Laicamente, Dialoghi su psichiatria, arte e cultura" di Simona Maggiorelli, al link 
http://www.psychiatryonline.it/rubrica/5673
"Mente ad arte, percorsi artistici di psicopatologia nel cinema ed oltre, di Matteo Balestrieri al link 
http://www.psychiatryonline.it/rubrica/4682
 

(Fonte dei pezzi della rubrica: http://rassegnaflp.wordpress.com
 

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