Percorso: Home 9 LA VOCE DELL'INDICIBILE 9 I paradossi della mente: Saba e il recupero nostalgico della “non nostalgia”

I paradossi della mente: Saba e il recupero nostalgico della “non nostalgia”

25 Feb 18

A cura di Sabino Nanni

La mente umana solo in minima misura, ed in un suo settore limitato, rispetta spontaneamente il principio di non contraddizione. Le incoerenze e i paradossi la dominano in gran parte. Se si vuole capire un nostro simile (e noi stessi), occorre, innanzi tutto, prendere atto di tali aspetti illogici, per poi eventualmente superarli, se c’è motivo di farlo. Una logica ferrea, coerente, vorrebbe che un certo vissuto o lo si prova, o non lo si prova, “tertium non datur”. A proposito del vissuto di nostalgia, Umberto Saba c’illustra che ciò non è vero. Lo fa in una poesia (“Ordine sparso”) contenuta nei “Versi militari”. Qui, il Poeta, descrive l’immagine della Natura che egli avverte nel corso di un’esercitazione alla guerra:

 
Se sparando mi appiatto entro il profondo
bosco, o sfuggo di corsa ove il sentiero
s’apre, è un gioco bellissimo che invero
la superficie m’innova del mondo.
 
………………………………………….
 
E vedono il terreno oggi i miei occhi
come artista non mai, credo, lo scorse.
Così le bestie lo vedono forse.
 
Le bestie per cui esso è casa, è letto,
è talamo, è podere, è mensa, è tutto.
Vi godono la vita, ogni suo frutto,
vi danno e vi ricevono la morte.
 
Or, come vuole la mia bella sorte,
non la sola bellezza al paesaggio
chiedo, quanto una siepe od un selvaggio
tronco, che mi nasconda il capo e il petto.

 

Saba, qui, c’illustra come egli vive una situazione in cui l’esigenza di salvare la vita, benché simulata, è in primo piano, . Ciò comporta, paradossalmente, un’esperienza della Natura priva di nostalgia che, tuttavia, suscita nostalgia. Si tratta del ritorno all’epoca della vita in cui tale sentimento non aveva motivo d’esistere: l’epoca in cui l’ambiente circostante era una “environmental mother” (Winnicott, Ogden) pronta a soddisfare ogni necessità (a offrire “casa”, “letto”, “talamo”, “podere”, “mensa”); una madre-ambiente non ancora riconosciuta come persona separata, sempre presente e, quindi, pressoché invisibile. Tale è l’esperienza della Natura che vivono i bambini molto piccoli e, probabilmente, le bestie; un’esperienza estranea agli Artisti: essa è immune da sentimenti di perdita e di nostalgia; non può, quindi, animare quelle istanze riparative che portano a creare Poesia. Eppure, il recupero di questa dimensione da parte di Saba è nostalgico, e lo porta a creare versi molto belli.

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