di Catia Gribaudo
Il 26 e 27 novembre si è tenuto in streaming su Youtube l’importante momento di confronto internazionale IESA20, sul tema dell’inserimento eterofamiliare supportato come prezioso strumento di cura in ambito psichiatrico e non solo.
Il convegno è stato dedicato alla memoria del Professor Cesare Massimo Bianca, illuminato giurista, che ha portato avanti un lavoro di costruzione e preparazione di una legge nazionale sullo IESA insieme al Dott. Gianfranco Aluffi, referente e direttore scientifico del Servizio IESA ASL TO3 e riconosciuto esperto sullo IESA a livello nazionale e internazionale.
Dopo una giornata di apertura mirata a illustrare il panorama italiano e europeo di esperienze IESA, con la partecipazione di numerosi rappresentanti di diversi servizi di spicco, nella seconda giornata ci si è concentrati proprio sulla necessità di una normativa nazionale sullo IESA, fondamentale per promuoverne la diffusione su larga scala e garantirne gli standard di qualità e la tutela di quelle peculiarità che rendono questa pratica un versatile e vincente modello di cura.
Già la fase di apertura è stata ricca di partecipazione da parte delle autorità, che hanno manifestato coralmente il loro interesse per lo IESA: l’Assessore alla Sanità piemontese Dott. Luigi Genesio Icardi ha fortemente sostenuto il modello portato avanti dal Servizio IESA ASL TO3- Centro Esperto Regione Piemonte rendendosi disponibile a collaborare per la sua maggiore diffusione, così come sono giunti il benaugurante incoraggiamento da parte del sottosegretario di Stato alla Salute On. Sandra Zampa e il messaggio di stima e di investimento in nuovi modelli di cura e di inclusione sociale da parte della Sindaca Chiara Appendino per la Città di Torino, per voce della Vicesindaca Sonia Schellino.
Giovedì, dopo un’introduzione sulla situazione attuale dello IESA in Italia e in Europa a cura della Dott.ssa Catia Gribaudo in rappresentanza del Servizio IESA ASLTO3 – Centro Esperto Regione Piemonte e in qualità di portavoce del Dott. Aluffi, e in seguito al commosso intervento della professoressa Mirzia Bianca in ricordo del padre, si sono susseguiti gli interventi del Dott. Jean-Claude Cebula, del Dott. Xavier Labriffe, del Dott. Alex Fox e del Dott. Jo Becker, che hanno portato la loro vasta esperienza in campo IESA nelle rispettive realtà di Accueil Familial in Francia e presso l’Ile de la Reunion, Shared Lives nel Regno Unito e Betreutes Wohnen in Gastfamilien in Germania. Diversi modi per descrivere un’unica pratica dalle radici millenarie e dalle grandi potenzialità in termini di efficacia terapeutica e contenimento dei costi.
In seguito il Dott. Ezio Cristina, già primario dei Servizi psichiatrici Universitari dell’ex ASL5 all’epoca dell’avvio dell’esperienza IESA di Collegno e suo sostenitore, ha affrontato il tema dei limiti della diffusione della cultura degli inserimenti eterofamiliari supportati, che ancora oggi fanno sì che lo IESA sia ampiamente sottoutilizzato sul territorio nazionale, che conta circa 200 progetti attivi a fronte delle migliaia di progetti presenti in altri stati europei (vedi la Francia con circa 15000 convivenze attive, il Regno Unito con circa 14000 e la Germania con più di 3000).
Interessanti anche gli approfondimenti successivi proposti riguardo alle tante sfaccettature di questo modello: Saverio Sileci ha portato il concetto di comunità terapeutica diffusa nell’esperienza della Cooperativa torinese Alice nello Specchio, mentre altri relatori hanno sottolineato la flessibilità e le potenzialità di applicazione dello IESA per altre categorie di fragilità, che è risultato evidente nelle esperienze narrate dal francese Dott. Vanghélis Anastassiou, in merito all’applicazione del modello IESA a persone con problemi di dipendenza da alcol, dalla Dott.ssa Gladys Pace che ha proposto il lavoro condotto presso il Servizio IESM della Cooperativa Nemo rivolto all’accoglienza di migranti e dalla Dott.ssa Ruth Franzoni, dalla Germania, che ha descritto JUMEGA®, la proposta IESA per minori con problematiche psichiatriche.
Il giorno seguente il focus è invece stata la necessità di diffusione di questo modello di presa in carico della sofferenza e della fragilità e, dopo un cappello introduttivo a cura del Dott. Massimo Rosa, Coordinatore Area Psichiatria – Regione Piemonte, sul processo ancora in corso di diffusione dello IESA in Piemonte a seguito delle recenti normative regionali, il Dott. Enrico Zanalda, Direttore del Dipartimento Interaziendale di Salute Mentale ASL TO3 e Presidente della Società Italiana di Psichiatria, ha presentato il “Decalogo IESA” approvato dalla SIP. Questo documento descrive i punti fermi dello IESA, le caratteristiche salienti che conferiscono a questo strumento la sua peculiare e importante valenza di riabilitazione, cura e inclusione sociale.
È stato cruciale poi l’intervento dell’On. Chiara Gribaudo, Deputata della Repubblica Italiana – XI Commissione Lavoro pubblico e privato, che ha manifestato il suo grande interesse per questo tema e si farà promotrice di una proposta di legge nazionale già depositata alla Camera dei Deputati dal precedente On. Umberto D’Ottavio nel 2017. È molto importante il coinvolgimento della politica per il consolidamento di quella che si conferma da più di 23 anni come una buona pratica in psichiatria, portatrice di ottimi risultati terapeutici nell’ottica di un miglioramento della qualità della vita e di una filosofia di fondo profondamente antimanicomiale, che ribalta quel paradigma che vede nell’alienazione della sofferenza dal tessuto sociale l’unica via; ma non vi può essere vera cura del disagio senza inclusione sociale e senza che la collettività si faccia carico responsabilmente e in modo partecipato delle sue componenti più fragili.
La validità di questo modello si è confermata in tutta Europa anche in questi difficili tempi di pandemia, con un’incidenza minima di contagi e morti da COVID-19 all’interno delle famiglie IESA, al contrario di quanto avvenuto in RSA, cliniche e comunità protette.
Con il modello IESA è possibile proporre a chi è in difficoltà un’esperienza di accoglienza rispettosa dei bisogni fondamentali dell’uomo e del suo diritto di vivere in un ambiente non istituzionalizzato, affettivamente connotato, ricco di stimoli, relazioni e esperienze che consentono di godere di una vita “piena”. Per utilizzare un motto coniato dal Dott. Aluffi, la vera promozione della salute è poter offrire “meno posti letto e più posti vita”.
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