Percorso: Home 9 LA VOCE DELL'INDICIBILE 9 Il paziente psichiatrico, il Poeta, l’analista: “Appunti” di Umberto Saba

Il paziente psichiatrico, il Poeta, l’analista: “Appunti” di Umberto Saba

11 Lug 21

A cura di Sabino Nanni

"Appunti", tratta da "Il piccolo Berto" di Umberto Saba:

"Un tiro di cannone ed una fuga

di colombi nell’aria.
                                 Mezzogiorno
annuncia ai cittadini il lieto sparo
che i volanti impaura.
                                   Ad un vicino
tavolo un uomo con cura gelosa
regola al polso l’orologio; a leggere
riprende, grave, il suo giornale. Io l’odio;
l’odia in me il piccolo Berto. E ad un tempo
di non assomigliargli mi fa onta,
d’essere solo e diverso.
                                      I colombi
si sono in pace rimessi; il becchime
cercano nella piazza al sol deserta."
 

Come Leonardo coglieva al volo, sulla strada, immagini che avevano colpito la sua immaginazione e le traduceva rapidamente in un abbozzo di disegno, così sembra fare Saba che, da “appunti” presi su di una scena della vita quotidiana, crea questa poesia. Qui il colpo di cannone di mezzogiorno spaventa i colombi; ne risente anche il Poeta, che non ha mai perso il contatto col “piccolo Berto” che sopravvive in lui: il bambino sensibile, incline alla paura, che fa parte del suo mondo interno. In contrasto, un uomo, suo vicino di tavolo a un bar, non è neppure sfiorato da sensazioni d’allarme: regola l'orologio sulle 12 e riprende, grave, a leggere il suo giornale. Il Poeta, “condannato” in quanto tale, a non perdere il contatto con la sua vita interiore, odia quest'uomo imperturbabile, completamente immerso nella realtà esterna e nella vita adulta. Ignorando che qui si tratta probabilmente di un essere insensibile e ottuso, si vergogna di non essere come lui. Eppure, non è del tutto ingiustificato questo sentimento di mortificazione per sentirsi “solo e diverso” rispetto alla maggior parte degli adulti. Questi ultimi hanno rimosso efficacemente le tracce di antichi conflitti e carenze, ossia delle inevitabili imperfezioni che, in misura diversa da individuo a individuo, caratterizzano la crescita di ciascuno di noi. Il Poeta, al contrario, non può distrarsi da tali fonti di sofferenza: vuoi per la gravità di questa, vuoi per un’innata tendenza all’introspezione, egli è destinato a porla al centro della propria vita. Pur accomunato in questo al paziente psichiatrico, egli riesce a fare, della sua imperfezione interiore, un uso creativo. Come già sostenuto da Thomas Mann, alla base del talento artistico c’è una disgrazia. Come sostenuto da Bela Grünberger, una situazione del tutto simile è quella dello psichiatra-analista.

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