I media italiani non ne parlano forse perché imbeccati a non divulgare, forse, più probabilmente, perché non ne comprendono le ricadute culturali, ma esistono documenti ufficiali vaticani che oramai scavalcano (una volta avremmo detto “a sinistra”), e di molto, ogni voce politica e filosofica sull’annoso dibattito concernente il capitalismo e il neoliberismo imperante.
Riporto questo passaggio intercettato per caso in un post su facebook tratto da Evangelii Gaudium, esortazione apostolica del Santo Padre Francesco a Vescovi, Presbiteri, Diaconi, persone consacrate, fedeli laici, sull’annuncio del Vangelo nel mondo attuale.
Il passaggio che ritengo più interessante riguarda in particolare il paragrafo 54, che riporto integralmente:
"In questo contesto, alcuni ancora difendono le teorie della “ricaduta favorevole”, che presuppongono che ogni crescita economica, favorita dal libero mercato, riesce a produrre di per sé una maggiore equità e inclusione sociale nel mondo. Questa opinione, che non è mai stata confermata dai fatti, esprime una fiducia grossolana e ingenua nella bontà di coloro che detengono il potere economico e nei meccanismi sacralizzati del sistema economico imperante. Nel frattempo, gli esclusi continuano ad aspettare. Per poter sostenere uno stile di vita che esclude gli altri, o per potersi entusiasmare con questo ideale egoistico, si è sviluppata una globalizzazione dell’indifferenza. Quasi senza accorgercene, diventiamo incapaci di provare compassione dinanzi al grido di dolore degli altri, non piangiamo più davanti al dramma degli altri né ci interessa curarci di loro, come se tutto fosse una responsabilità a noi estranea che non ci compete. La cultura del benessere ci anestetizza e perdiamo la calma se il mercato offre qualcosa che non abbiamo ancora comprato, mentre tutte queste vite stroncate per mancanza di possibilità ci sembrano un mero spettacolo che non ci turba in alcun modo." (neretto mio).
Credo che non ci sia nulla da aggiungere alla limpida chiarezza di questo breve testo. Casomai si potrebbe a lungo commentare ed interpretare. Ma questo lo lascio ai commentatori più attenti.
Premetto che non sono un credente e quindi osservo da una certa rassicurante distanza e se vogliamo con una certa disillusione i movimenti che stanno avvenendo al vertice della Chiesa cattolica, istituzione che certamente non può dirsi nel corso della storia come istanza antisistema. Non posso però non osservare che se questa è la nuova visione sociale e politica della Chiesa, non si tratta solo di una posizione spirituale, né solamente della nuova dottrina sociale, ma risulta a tutto tondo una chiara e netta posizione politica.
Il punto interessante di tutta questa vicenda (e motivo ultimo di questo mio intervento) è che tale posizione politica è oggi assolutamente minoritaria e marginale nell’attuale scenario ideologico. La politica, del tutto impotente nel regolamentare il sistema finanziario mondiale, ha lasciato del tutto vacante il proprio posto e lo ha implicitamente delegato a Francesco, il quale lo sta utilizzando senza calcolo alcuno e in piena autonomia e forza.
Caso vuole che il sottoscritto condivida, laicamente, ogni virgola di questa posizione politica e la ritenga al momento la massima istanza razionale a disposizione nel campo delle idee politiche.
Ma questo, al momento, è solo un fortunato caso.
0 commenti