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IL TRAUMA DEGLI INNOCENTI : un amore al contrario

21 Mag 18

A cura di Maria Ferretti

Parolerie
 
Le parole – bambine piccole, molestano, fanno male,
se le accarezzi ridono, poi subito si ostinano,
han fretta di dir tutto, s'imbrogliano, sanno amare,
diventan grido, tacciono, nascostamente svelano.
 
Le parole – bambine piccole, a volte si ribellano,
sanno dire le lacrime, il riso sanno scrivere.
Agnelle si sacrificano, belve nella passione,
ansiose di dipingere l'intero mondo azzurro.
 
Le parole – bambine piccole. Flessuosi corpicini
che agguerriti si levano, mettono le ali, volano.
Sognano, si spaventano, si alleano, si separano,
animelle cui è stato dato di avere sempre sete.
 
Le parole – bambine piccole. Bianco per loro il tempo,
pagine su cui scrivere, vele che il vento gonfia
per fare viaggi nella gioia, far viaggi nel dolore.
L'amore sa trasformare in sacro la tempesta.

 
Pandelis Bukalas


 
Ascoltarsi con la bocca e guardarsi con l'orecchio e' "esser analista".
L'amore non finisce tutto li.
L'amore e' a fette e ti fa a fettine.
L'amor perde la sua ossessione quando e' sparso ovvero ben distribuito. Ad ognuno il suo posto.
Amore e' figliodella mancanza mi dici Dottore, Caro e collega e prendo atto di questa verità .
Ma amore e' anche presenza .
E se Dottore mi avessi trattato in un altro modo dove saremmo arrivati.
Qualcuno mi avrebbe anche accarezzato.
Il sogno mi disse di non guardare il trauma e andare verso la filosofia verso una delusione che fu incarnata da un suicida.
Far morire un trauma con armature scintillanti o tornare indietro verso i traumi indicibili?
Forse semplicemente il guardare avanti e lottare con quel che si è, la via di uscita.
Forse ogni tanto Dottore dici qualcosa di giusto.
Che botta!
Che trauma il cranico, mi fa male la testa.
Dalla botta al trauma quello degli innocenti.
Che trauma affondare la lingua senza impedimento scambiare il linguaggio e sentire questa lingua entrare, prima tiepida e umida poi forte e dirompente come un fiume che scorre nei pensieri e poterti sentire nel posto giusto e nel tempo giusto.
Guardarti e vederti!
Vederti storta e armonica vederti tagliata ma integra.
Guardarsi allo specchio per chi non mette insieme i pezzi significa non saper mai quel che trovi.
Come sentire la nostra voce che non è mai quella che pensiamo e percepiamo.
La voce e' suono dissonante di noi.
Come  abbiam fatto Dottore a sentirci?
Le analisi che han prodotto i veri cambiamenti hanno odore di meraviglia e stupore, qualcosa di incredibile e di misterioso.
Conservare il mistero o esporlo?
Un analista non si accontenta del cambiamento deve sapere anche "il come".

Quante variabili?
Quali elementi portano ad un cambio posizione nella nostra vita.
Da amante ad amato solo una traccia, una traccia.
Una speranza d'amore.
Il riconoscimento della sua possibile esistenza .
Una traccia e' un figlio, un uomo, un animale,un lavoro tutto ciò che si macchia di colore rosso.
Tutto ciò che transita e si sporca di  vita e di passione.
Non importa su chi cade ma quel che succede e' che noi siamo spinti da qualcosa che e' sopra noi.
UN amore che ci ricorda qualcosa che trascende, qualcosa che e' al di là . Ha forma di un sentire.
UN amore: gli amori sono tanti ognuno il suo posto speciale.
Sobbalzi dalla tua seggiola alla scoperta di questo " frazionamento amoroso" la parte e' il tutto.
Quando l'altro comprende c'è un sussulto un brivido di comunione un rinforzo del proprio sentire che e' umano.
L'analista come il paziente e' uno che parla a stormo di versi e sempre, sempre in direzione del sole.
In direzione del far luce, di "alluminare" come mi disse una bimba.
In certi momenti solo la lucidità salva più che la consapevolezza, lucidi i pensieri per far luce. Lucido per illuminare il buio che e' sempre lì dietro l'angolo, sempre.
Eh si animali e bambini come dici tu, poetessa,  coloro che non fanno male apposta.
Umano adulto invece non lo tolleri perché la mano che uccide la vita è mano crudele.
Ogni tanto penso alla tua frase poeta "coloro che non lo fanno apposta"che  racchiude la verità della ferita.
Quando la penso recupero la logica del chi ha fatto a chi e il pensiero illumina.
Il far male apposta e' ciò che è più duro da digerire forse inelaborabile ma semplicemente arginabile.
Il far male apposta non è la parte umana ma la parte mostruosa la parte che ti dice guarda guarda con me guarda il mio orrore, guarda e non dimenticare se non chi ti ha esposto alla mostruosità .
E' sempre interessante notare come " proteggiamo sempre i nostri mostri" invece di stanarli, ucciderli. Invece no il mostro ci prende per mano e dice: sei complice!
Il trauma rende complici .
Uccidere il mostro significa uccidere un amore al contrario.
Uccider l'amore ' peccato dei più atroci perché significa ritrovarsi senza riparo, senza vestiti, senza cibo. Il deserto o il mare aperto senza il nulla.
Morte assicurata! E allora che fai … sopravvivi e ti allei col mostro, col torturatore. Anche qui la vita spinge anche se al contrario.
Il mostro e' mostruoso. Non c'è più niente di umano. Occhi vitrei, spezzate le immagini sguardo fisso, e bocca chiusa, sigillata. Il silenzio degli innocenti.
Il silenzio degli innocenti.
L'età dell'innocenza.
Colpevole o innocente?
Il nostro inconscio e' unico testimone dell'orrore. Il nostro testimone oculare.
La vertigine dell'innocenza e' paragonabile ad un conato di vomito, allo svuotamento totale del veleno iniettato.
Una lavanda gastrica la seduta degli innocenti.
Ma sei innocente solo se credi nella giustizia e nella Legge degli uomini.
Non sai mai quando arriva la condanna o l'assoluzione.
Ma si può arrivare nello stesso punto da angolazioni diverse ?
Dare o togliere?
Avremmo ottenuto lo stesso grado in giudizio, nello stesso tempo.
La frustrazione accellera il processo di assoluzione o dissoluzione della colpa?
L'assenza o la presenza? Mancare o esserci col mostro
Io direi assenza e presenza oscillanti.
Oscillazione del nutrimento, oscillazione del tempo, oscillazione dell'umore, oscillazione.
Il metronomo da il tempo oscillando, scandisce segna,
I segni del tempo sono le oscillazioni del nostro inconscio.
L'inconscio oscilla, restituisce frammenti di ciò che e' stato rimaneggiato dagli occhi della nostra memoria.
Frammenti, schegge di esiti impronte. Un calcio, un pugno, uno sfioro, un bacio.
Che botta che trauma essere incasellati,che fastidio, che rabbia.
La rabbia dell'esser ridotti a nome sterile, insignificante.
E se non avessi visto qualcosa di importante Dottore e se non ti avessi raccontato qualcosa Dottore ?
Una nessuna centomila diagnosi.
 Moltitudini di variazioni sul tema.
Orecchie tese in direzione di tutto ciò che dispiega diversi riverberi.
Aggiungere e raggiungere il linguaggio umano attraverso i binari dell'inconscio.
Il linguaggio e'  ventaglio di possibilità .
Ma la lingua che fa la differenza e' la tua lingua che incrocia la mia, che entra e fa entrare il vero obiettivo di cura : lo scambio.
Scambio di umori, di amori, di rumori,di attese.
Immergersi ed  emergersi.
L'affioro e lo sfioro.
Su quel tetto dal buio alla luce siamo riemersi entrambe ognuno dal proprio fantasma.
E allora sputiamo l'impedimento della lingua tra noi, l'impedimento delle posizioni e affondiamo nel linguaggio universale dell'umano.
Sputare è ciò che e' in eccesso ciò che e' l'eccesso mortale.
Appiccica l'eccesso rimane tra i denti: non posso dire non posso parlare non posso amare.
"Non posso amare" il nucleo centrale di tutte le umane patologie . Non posso essere amato.
Poco importa bisogna proprio sputare il rospo in analisi . Sputarlo a suon di sedute.
Ma la verità prima o poi viene sempre a galla, ovvero si salva sempre ti salva dall'abisso mostruoso del reato.
L'assoluzione viene sempre dallo sguardo misericordioso del Padre, uno sguardo divino che ci riporta all'umano.
 
E allora : Ego te absolvo a peccatis tuis in nomine Patriis et filii et Spiritus Santi


 
I corpi
si sciolgono sulla lingua
del desiderio
si legano
sulla lingua del dolore,
si addensano nel profondo bacio
quasi si scarnificano,
il tempo immoto accelera irrefrenabile

 
Pandelis Bukalas
 

 
 

ZOOM

Dal grembo del mare
rossa sorge la luna,
una falce affilata dal tuo desiderio,
e mi miete
I corpi
si sciolgono sulla lingua
del desiderio
si legano
sulla lingua del dolore,
si addensano nel profondo bacio
quasi si scarnificano,
il tempo immoto accelera irrefrenabile
 
E se anche l’amore s’incide sulla sabbia,
è un’incisione definitiva,
poiché la incide una falce infuocata
proprio là dove il mare s’inciela.

Pandelis Bukalas
 
(da L’indovino, 1994 – Traduzione di Massimo Cazzulo)
 

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