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la neurastenia nella Cina di Mao

1 Dic 22

A cura di luigi.benevelli@libero.it

La diagnosi e il trattamento della neurastenia nella psichiatria cinese negli anni del “Grande Balzo in Avanti”1– le scienze psy nell’epoca di Mao

 

Il presidente Mao Zedong (1898-1976) fu alla guida politica della Cina dal 1949 alla sua morte. Alla fine del primo piano quinquennale (1953-1957), egli lanciò con lo slogan del "Grande Balzo in Avanti" (1958-59) un gigantesco sforzo volto a trasformare l’economia del paese con la collettivizzazione delle campagne e, insieme, a rivoluzionare culture e modi di pensare legati al passato. In particolare furono create le Comuni popolari guidate da “squadre di produzione” che si sostituirono alle precedenti cooperative. La Comune popolare doveva essere la leva e l'agente principale della trasformazione sia dei mezzi di produzione, che dei modi di pensare e di vita.

Negli anni ‘50 del secolo scorso, nella Repubblica Popolare Cinese, dentro questa gigantesca mobilitazione, la psichiatria fu chiamata a fare la sua parte per occuparsi della cura della neurastenia. La neurastenia era diventata un enorme problema medico (e quindi) politico, costituendo la diagnosi del 60/70% dei pazienti psichiatrici e del 40/60% di quelli in carico alla medicina generale ambulatoriale. La neurastenia caratterizzata da eccessiva eccitabilità delle funzioni psichiche e/o da tendenza esagerata alla prostrazione, colpiva studenti, quadri dirigenti del Partito Comunista, “lavoratori del cervello” ed era attribuita a traumi psicologici, sovraffaticamento, relazioni interpersonali conflittuali2.

La prevalenza della diagnosi di neurastenia è attribuibile alla forte influenza esercitata nella Cina Popolare fino agli anni ‘50 dalla psichiatria sovietica di ispirazione pavloviana (il sistema pavloviano classifica le nevrosi in forme ossessive, isteriche e neurasteniche). Ma già nel periodo repubblicano (1912-1949) la neurastenia associata a disturbi sessuali e perdita di “forza mentale”, aveva attratto l’attenzione della medicina tradizionale cinese3.

Mao valorizzò molto la medicina tradizionale cinese e gli psichiatri furono sollecitati a studiarla e ad imparare da essa. Dopo il 1949, anno di fondazione della Repubblica popolare, i rapporti fra salute mentale e scienze psy si modificarono profondamente e la neurastenia divenne un problema sanitario al centro dell’attenzione dl governo.

Nel 1958 la prima Conferenza nazionale sulla prevenzione delle malattie mentali indicò la neurastenia come problema di massima importanza; nel quadriennio 1958-62 seguì la campagna antineurastenia basata sulla lotta contro asocialità, passività, improduttività nel contesto di una grande mobilitazione di tutte le risorse fisiche e mentali della popolazione a sostegno della ricostruzione nazionale, nello spirito del “Grande Balzo in Avanti”.

Secondo il Partito Comunista Cinese, i disturbi mentali in quanto grande problema sociale richiedevano un grande investimento in operatori, strutture, posti letto: i letti psichiatrici aumentarono di 14 volte; ci fu un boom della psicologia e degli studi sui meccanismi fisiologici operanti nei pazienti diagnosticati come neurastenici. Nel 1957 fu codificata la “terapia rapida e sintetica” (Speedy and Synthetic TherapySST), che prevedeva l’uso di un insieme di trattamenti (a base di insulina, psicofarmaci, shock elettrico, agopuntura, farmaci erboristi, lavoro fisico, Tai chi, regimi dietetici, psicoterapie) in trattamenti della durata di 23 giorni che registrarono successi nell’80% dei casi ritenuti gravi. Nell’arco di un anno, la SST fu sperimentata in pazienti di 8 fabbriche, una Comune, 4 Scuole superiori, 3 gruppi di artisti, numerosi uffici governativi, Il tutto sotto l’azione del Partito Comunista Cinese che aveva come motto le parole d’ordine quali “la politica al primo posto” e “azione di massa” da cui derivò un intenso e diffuso lavoro di “rieducazione”.

Il Peking Medical College condusse ricerche sui meccanismi di azione della SST efficaci nella rieducazione degli indecisi e degli indisciplinati attraverso la psicoterapia, il pavlovismo (importante quest’ultimo per il ruolo assegnato al linguaggio nella modifica della coscienza e dei comportamenti), la teoria di Mao dell’”iniziativa soggettiva” e della “coscienza attiva”. Fra le cause della neurastenia altri ricercatori posero l’accento su esperienze disturbanti e generatrici di ansie, nervosismo, conflittualità, nonché su shock psicologici, affaticamento mentale da eccesso di lavoro o di studio, poco riposo e sonno, disadattamenti dovuti a cambi di lavoro e ambienti di vita.

Gli studi sulla neurastenia cessarono nel 1966 con l’avvio della Rivoluzione Culturale e gli studiosi furono mandati nelle campagne a rieducarsi.

Nel 1978, con l’affermazione della Politica delle Porte Aperte, ripresero gli studi; fra 1990 e 2000 si verificò un vero e proprio boom delle scuole psicodinamiche e psicoterapiche e si affermarono teorie olistiche di declinazione bio-psico-sociale delle cause e dei trattamenti.

Negli anni ‘80 la SST si collocò nella psichiatria transculturale come una teoria psichiatrica nella quale sono interconnessi lavoro clinico, ricerca, educazione (v. lo psichiatra inteso come educatore più che come terapeuta).

 

Luigi Benevelli

 

Mantova 1 dicembre 2022

 

P.S. A tutte e tutti i miei più vivi auguri di buon Natale, buone feste di fine anno e di un 2023 che sia il migliore possibile, comunque senza guerre.

 

 

1 Wen-Ji Wang, Neurasthenia, psy sciences and “the great leap forward” in Maoist China, History of psychiatry, 2019, 30 (4), 443-456.

2 Sull’uso e i significati della diagnosi di neurastenia nella Cina Continentale e a Taiwan, v. la nota a pag. 292 del libro di Arthur Kleinman Patients and healers in the context of culture, Univ. Of California Press, 1980.

3 La medicina tradizionale consiste in un vasto corpo di conoscenze empiriche, teorie fisiologiche, tecniche mediche; ha le sue radici in grandi sistemi religiosi (taoismo, confucianesimo, buddismo). Il metodo terapeutico principale è costituito dall’agopuntura. 

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