Dedico queste annotazioni sulla poesia “Goal” di Umberto Saba a certi “intellettuali” impegnati politicamente che guardano con disprezzo i tifosi del calcio. Siamo sicuri che chi spende le proprie energie nella lotta per il potere sia umanamente tanto migliore dell’appassionato di calcio?
L’incontro di Saba con questo sport fu del tutto casuale: un amico, che aveva pagato la prenotazione per assistere alla partita Triestina – Ambrosiana (il nome di allora dell’Inter), non potendo esservi presente, gli regalò il biglietto. Spinto dalla curiosità per un’esperienza per lui del tutto nuova, Saba ne approfittò. Un Poeta, tuttavia, non rimane mai alla superficie delle realtà umane. Le osservazioni sul comportamento di giocatori e pubblico gli ispirarono le “Cinque poesie per il gioco del calcio” di cui riporto qui sotto alcuni versi dell’ultima, “Goal”:
Il portiere caduto alla difesa
ultima vana, contro terra cela
la faccia, a non veder l’amara luce.
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La folla – unita ebbrezza – par trabocchi
nel campo. Intorno al vincitore stanno,
al suo collo si gettano i fratelli.
Pochi momenti come questo belli,
a quanti l’odio consuma e l’amore,
è dato, sotto il cielo, di vedere.
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Nella maggior parte delle persone, esiste una sorta di valenza affettiva insatura: una quota d’odio e d’amore che si origina da esigenze e conflitti interiori, e che non riesce ad essere posta sotto il dominio dell’istanza razionale, tramite l’introspezione, né indirizzata verso il mondo esterno e modulata, tramite l’esame di realtà. L’intensità di tali passioni, in molti, è tale da “consumare” la loro intera esistenza. Lo sbocco di quest’odio e di quest’amore può esprimersi, in modo simbolico e in una dimensione ludica, nel gioco del calcio. Diviene, così, innocuo, molto più innocuo della lotta politica. L’intellettuale impegnato nella lotta per il potere, che raramente produce benefici alla società e facilmente provoca danni, non se ne rende conto. Come nella lotta politica, come nella guerra, l’odio e l’amore “esplodono” nel momento in cui è stato inferto un colpo all’avversario: il goal. Qui le manifestazioni di gioia assomigliano a quelle del popolo vittorioso quando, dopo una battaglia, è stato massacrato il nemico: quale tipo di gioia è più sana e più umana?
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