L’indagine di Zuccarelli intendeva portare un contributo alla ricerca sulla presenza o frequenza relativa di anomalie antropologiche ( caratteri degenerativi) in delinquenti e non delinquenti, una ricerca che era stata proposta da Raffaele Garofalo] e approvata nel secondo Congresso internazionale di Antropologia criminale tenutosi a Parigi nel 1883.
Questi i risultati illustrati da Zuccarelli:
1. Il numero e il grado delle anomalie rinvenute negli alunni era assai inferiore, in complesso, a quelle che si riscontravano nei delinquenti. Il dato confermava la maggior frequenza e la prevalenza di grado dei caratteri degenerativi nei delinquenti;
2. Il maggior numero di anomalie e quelle più significanti si erano notate negli alunni “di pessima condotta”. L’osservazione confermava come i caratteri degenerativi somatici fossero sempre “un indice esteriore di una costituzione, di uno stato non sano del sistema nervoso, per cui gl’individui hanno poca o nessuna capacità di adattarsi agli ambienti educativi di cui sono circondati, e di assimilarne una parte sufficiente a garantire l’ordine e le compatibilità della convivenza”.
Uno dei tratti su cui si concentra l’attenzione dello Zuccarelli è la plagiocefalia che risultava:
· Di grado lievissima, senza valore clinico;
· Lieve, trascurabile se non accompagnata da altre anomalie nel 28% dei casi;
· Discreta “in sei pessimi, in due poco disciplinati ed in nessun disciplinato”.
Solo in un pessimo caso era avanzata o classica, di considerevole valore clinico, tipica delle forme di maggiore degenerazione psichica (epilessia, pazzia morale, frenastenia ecc.).
Nella discussione, Antonio Marro di Torino chiedeva se si era tenuto conto dell’età dei soggetti, essendo l’età pubere “un fattore naturale che agisce perturbando sulle manifestazioni del carattere morale dei giovani”. In particolare aumento della statura e minore regolarità nella condotta sarebbero stati più evidenti nei degenerati e stature più alte si rilevavano fra i criminali e gli alienati. Penta di Napoli invece riferiva che dalla sua statistica su 5000 criminali gravi emergeva che le braccia troppo lunghe degli stessi non erano un carattere degenerativo, ma un "effetto del mestiere".
Mantova, 1 ottobre 2016
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